Medici con l'Africa Cuamm

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Rumbek Agguato a padre Christian Carlassare

Siamo vicini a padre Christian Carlassare e preghiamo per lui e per la popolazione di Rumbek, come egli stesso ha chiesto. I nostri medici sono subito intervenuti per prestargli soccorso.

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    “Padre Christian Carlassare è un amico. A lui va tutta la nostra vicinanza, il sostegno e la preghiera perché possa superare questa dura prova. Ho saputo della notizia questa notte, poco dopo le 3 – racconta don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm –. Mi hanno avvisato i nostri medici che alle 2 di notte hanno sentito degli spari che provenivano dal compound vicino a quello dove vivono. Sono subito accorsi e hanno trovato padre Christian gravemente ferito alle gambe, sotto le ginocchia, perdeva molto sangue. Portato subito in ospedale a Rumbek, è sempre rimasto cosciente ed è stato operato da un nostro medico anestesista e dal chirurgo locale. Per fortuna hanno potuto constatare che non c’erano fratture e, quindi, la cosa più importante da fare era fermare l’emorragia. La parte più difficile è stata quella di trovare del sangue per le trasfusioni, perché padre Christian ha un gruppo raro. Per fortuna uno dei nostri cooperanti ha lo stesso gruppo sanguigno e quindi hanno potuto procedere ed è stato stabilizzato. Ora è fuori pericolo e grazie all’aiuto della Croce rossa internazionale che si è attivata immediatamente, verrà portato a Juba, la capitale del Sud Sudan”.

    Nominato vescovo lo scorso 8 marzo da Papa Francesco, a 43 anni padre Carlassare è il più giovane vescovo del mondo. Originario di Piovene Rocchette (provincia di Vicenza, Diocesi di Padova), missionario comboniano, è stato accolto nella sua nuova comunità il 16 aprile scorso e dovrebbe essere ufficialmente insediato il prossimo 23 maggio. Padre Christian giunge a Rumbek, dove vivono in prevalenza i Dinka, dopo aver lavorato per 15 anni con un altro gruppo etnico del Sud Sudan, i Nuer.

    “In questa zona episodi del genere sono molto frequenti, ogni giorno in ospedale arrivano feriti da arma da fuoco – riprende don Dante Carraro –. L’impegno costante e quotidiano della Chiesa, dei missionari e dei nostri medici, è quello di costruire dialogo e condivisione. Un lavoro che viene poco raccontato, ma che getta semi di pace e di speranza. Padre Christian è una persona libera, limpida, si è dimostrato subito molto attento alla Chiesa locale. La speranza è che possa rimettersi al più presto e che possa tornare a costruire strade di pace, per tutti”.

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