Medici con l'Africa Cuamm

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Intervento di Monsignor Cipolla

L’intervento all’Annual Meeting 2020 di Mons. Cipolla Vescovo di Padova e Presidente del Cda Medici con l’Africa Cuamm

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    Ecco l’intervento del Monsignor Cipolla, vescovo di Padova dal 2015.

    Posso dire una cosa che magari non tutti sanno, Lei prima di cominciare il Suo Ministero a Padova ha fatto un salto a pregare sulla tomba di don Lorenzo Milani, è il suo punto di riferimento ovviamente, però non nota delle somiglianze tra il Don Milani e il CUAMM? Perché Don Lorenzo Milani aveva concentrato le sue energie con i bambini dell’Appennino Toscano e il CUAMM concentra le sue energie sulle persone più fragili dell’Africa: le mamme e i bambini o sbaglio?

    “No, andavo quasi tutti gli anni a Barbiana con un gruppo di giovani per presentare la figura di Don Milani, come riferimento per le loro scelte più importanti. I giovani avevano circa 20 anni, 21 anni. E quindi, anche qualche settimana prima di venire a Padova, ero stato alla tomba di Don Milani. E veramente è possibile vedere nel CUAMM come una realizzazione delle grandi indicazioni che Don Milani con la sua vita, con le sue scelte, ha fatto- La prima è senz’altro quello cui hai fatto riferimento. Don Milani ha vissuto con i poveri, ha scelto di vivere con i bambini poveri di Barbiana, un paesino sperduto, per chi lo conosce sa che ci sono una casa e qualche altra baracca attorno a questa casa e a questa chiesa. E mi sembra che il CUAMM abbia interpretato questa scelta, innanzitutto, che Don Milani aveva subito e che ha trasformato in una grande occasione di testimonianza. È ripartito dai bambini più poveri facendosi carico di loro, dedicandosi a loro. Ed è molto bello e significativo quando ho scoperto che negli ospedali del CUAMM è riportata la frase, che era anche nella casa di Don Milani “I care”. Mi sembra sia un bel riferimento “Ci interessa”. Il fatto che il CUAMM possa proclamare “Mi interessa” anche occuparmi, soprattutto dei bambini e delle mamme e dei più poveri e dei più deboli, credo che sia una bella realizzazione degli insegnamenti di Don Milani. Poi ci sono anche altri aspetti che mi hanno colpito. Io andavo a Barbiano proprio per questo. L’altro aspetto di riferimento è la coscienza e la capacità di educare le coscienze dei ragazzi. Quindi una educazione profonda, una formazione della mente significativa e anche in questo vedo un riferimento al CUAMM, perché anche il come si impegna a educare i formatori, a educare gli operatori sanitari, i medici, gli infermieri, le ostetriche. In fondo sono loro il futuro e sono loro il futuro delle persone che devono occuparsi dei loro confratelli africani. C’è un terzo aspetto che mi ha colpito ed è l’impegno di Don Milani non solo per le cose di Chiesa ma per creare una coscienza civile, un senso di responsabilità nei confronti di tutto ciò che riguarda la società, il mondo, il mondo operaio era il loro in mondo in particolare, il suo impegno per la giustizia, per la solidarietà, per i diritti. E anche in questo, grazie al CUAMM, perché lo vedo straordinariamente impegnato nell’annunciare nel quotidiano la giustizia e la carità evangeliche, fatte di impegno. Tutti i diritti che vengono promossi in collaborazione con le varie organizzazioni anche statali, civili dei paesi africani per riconoscere i diritti alla salute. Promuovere i diritti della salute è molto di più che erogare un servizio di assistenza o isolato. Promuove è proprio un’attenzione diversa. C’è poi un’ultima cosa che mi preme sottolineare, ed è l’espressione, che è contenuta nella lettera della professoressa di Don Milani, “Non c’è nulla di più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali” e io credo che la scelta del CUAMM di schierarsi a favore di coloro che sono più in difficoltà, dei più poveri e quindi questa scelta dell’Africa e dei paesi africani che hanno più difficoltà, mi sembra sia un’altra forma con la quale si realizza gli insegnamenti di Don Milani, per questo veramente colgo questa occasione per ringraziare tutti coloro che stanno oggi lavorando per il CUAMM con fedeltà, a partire da Don Dante e dagli operatori che sono qui in sede, ma anche a tutti i volontari che sono distribuiti in Italia e a tutti i collaboratori che si sono già promossi in Africa. Un grande grazie a tutti”.