Ragazzi e ragazze in aula, a Bossangoa!
La scuola di Bossangoa è operativa: in aula, 30 studenti e studentesse che desiderano fare la differenza per il loro futuro e quello dell’Africa!
È piena l’aula della scuola di Bossangoa. Nell’istituto, che abbiamo iniziato a costruire giusto un anno fa con il supporto di tanti, i corsi sono appena partiti. 30 giovani, studenti e studentesse, si apprestano così a diventare operatori sanitari: tra loro, futuri assistenti al parto e ostriche professioniste.
Un’opportunità unica e un risultato importante in una regione, quella di Bossangoa, dove fino ad oggi non esistevano possibilità di studio, come racconta Meanendji Gaston studente della scuola.
«Fino allo scorso anno non c’era niente qui, oggi con questo istituto abbiamo la possibilità di studiare senza dover raggiungere la capitale, Bangui. Ci formeremo qui, nella nostra regione e un giorno potremo essere di aiuto alle donne della zona».
Al centro di questo grande progetto, condiviso con il governo Centrafricano e con il Ministero della Salute, un obiettivo chiaro: contribuire alla riduzione della mortalità materna.
«Con la decentralizzazione della formazione di personale sanitario qualificato, il Ministero della Salute insieme a Cuamm ha lavorato per realizzare questo istituto che accoglie già studenti e studentesse della regione. È proprio attraverso la formazione di nuovo personale sanitario che intendiamo contribuire alla riduzione della mortalità e della morbidità materno-infantile nel paese» ha affermato Madame Aline Zaofin – Direttrice dell’istituto di Bossangoa.
La mancanza di personale sanitario adeguatamente formato rappresenta infatti una delle sfide più critiche del sistema sanitario centrafricano. Sistema che oggi conta appena 5 operatori sanitari professionali ogni 10.000 abitanti. Una cifra ben inferiore alle raccomandazioni dell’Oms, secondo cui una popolazione necessita di almeno 50 operatori sanitari ogni 10.000 abitanti per garantire assistenza adeguata.
La costruzione della scuola, e l’attivazione di un percorso di educazione formale riconosciuto dal Ministero, si inserisce quindi in un ampio intervento fortemente voluto da Cuamm che dal 2023 è presente nell’ospedale di Bossangoa per supportare i servizi materno-infantili.
«La nostra presenza qui ha un obiettivo semplice e chiaro – spiega il Dottor Enzo Pisani. Vogliamo ridurre la mortalità materna. Per farlo, dobbiamo intervenire su quattro livelli: comunità, trasporto, ospedale e formazione».
Ad oggi, stiamo lavorando in modo integrato e continuativo su quattro livelli: dalle comunità fino all’ospedale. Interveniamo nei villaggi, per riconoscere in modo preventivo le complicanze da parto; abbiamo creato un sistema di riferimento delle urgenze, che grazie all’utilizzo di un’ambulanza e di moto taxi garantisce il trasporto tempestivo in ospedale e stiamo potenziando la capacità di gestione dei casi all’arrivo.
«Tutto il sistema si basa sulla capacità del personale sanitario e per questo la formazione è il quarto livello su cui è urgente intervenire – prosegue Enzo Pisani. Rafforzare le competenze dello staff locale e formare nuovi professionisti è centrale nel raggiungimento del nostro obiettivo».
Anche la ristrutturazione della maternità dell’ospedale di Bossangoa, recentemente avviata, diventa propedeutica al progetto. Lo spazio, rinnovato nella sua struttura e negli equipaggiamenti, permetterà da una parte di garantire le condizioni minime per un’assistenza di qualità alle emergenze ostetriche, dall’altra sarà per studenti e studentesse un luogo di formazione pratica.
«Sono davvero felice di iniziare questo percorso di studi – ha affermato Bialle Eloge studentessa a Bossangoa. Non vedo l’ora di rafforzare le mie competenze, teoriche e pratiche, per poi essere davvero di aiuto alla mia comunità».
«Questa struttura significa molto per noi, ci permette di restare nel distretto, perseguire qui gli studi che altrimenti avremmo potuto intraprendere solo trasferendoci nella capitale. Ora esiste un’alternativa, qui abbiamo tutto: possiamo frequentare le lezioni, vivere nel campus e avere a disposizione tutti i servizi necessari, inclusi dormitori e refettorio e questo aiuterà noi studenti e le nostre famiglie» ha detto Gazaworo José Christian studente.
L’istituto di ostetricia e infermieristica di Bossangoa è il primo e unico centro di educazione fuori dalla capitale Bangui. Si trova ad oltre 300 km di distanza, uno spazio geografico che è stato finora elemento di esclusione e marginalizzazione per tanti giovani desiderosi di costruire un futuro migliore per loro e per la propria gente.
«Sono davvero felice di vedere oggi questo istituto in funzione. Lo abbiamo voluto e costruito con un forte spirito di collaborazione che dimostra la volontà del governo di investire nella formazione e nella decentralizzazione, offrendo opportunità di crescita anche fuori dalla capitale. Questo un giorno, tra qualche anno, ci permetterà di avere professionisti sanitari adeguatamente formati proprio qui nel distretto di Bossangoa – ha detto Mgaissona Nestor Direttore regionale dell’insegnamento superiore.
La Repubblica Centrafricana (Rca) è fra i 5 paesi con il peggiore Indice di Sviluppo Umano (Hdi) al mondo, secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Uniti per lo Sviluppo (Undp). La speranza di vita alla nascita è di 56 anni (2024), il tasso di mortalità neonatale di 39/1000 neonati, il tasso di mortalità infantile di 103/1000 neonati vivi, il tasso di mortalità materna di 835/100.000 nati vivi, il secondo più alto al mondo.
Oggi, con l’inizio dei corsi per questi 34 giovani, cresce la speranza di un’intera comunità. Noi desideriamo coltivarla, continuando a seguire la loro formazione e garantendo loro le migliori condizioni di studio, perché domani possano essere con noi nell’ambizioso e urgente obiettivo di azzerare la mortalità materna nel paese.