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World Aids Day L’impegno del Cuamm nella lotta contro l’Aids

La giornata dell’1 dicembre 2015 offre l’occasione per fare il punto sugli interventi di contrasto all’HIV/Aids, prima causa di morte tra gli adolescenti africani (dati Unicef)

World Aids Day Impegno CUAMM
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    Negli ospedali che Medici con l’Africa Cuamm supporta in Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Uganda e Tanzania, vengono offerti servizi di:

    • VCT (counselling e test volontario per HIV);
    • PMTCT (prevenzione della trasmissione verticale da mamma a neonato);
    • terapia antiretrovirale (ART).

    In particolare, gli operatori del Cuamm sono attivi in Mozambico, Tanzania e Uganda con 3 interventi specifici:

     

    Mozambico

    Nella città e nel distretto di Beira il Cuamm realizza, con l’appoggio di UNICEF e dell’associazione locale Kuplumussana, un intervento focalizzato sulla salute dei giovani e degli adolescenti e sul recupero alla terapia antiretrovirale delle donne e dei bambini sieropositivi che non riescono a seguire le cure.

    Sono oltre 40.000 le mamme e i bambini sieropositivi del distretto di Beira. Il progetto ha come obiettivo il miglioramento dell’accesso al trattamento e all’assistenza delle donne in gravidanza e dei bambini con HIV, tramite:

    • integrazione tra i servizi di livello ospedaliero e quelli delle unità sanitarie periferiche;
    • promozione della continuità delle cure;
    • inclusione sociale delle mamme e dei bambini sieropositivi all’interno delle proprie comunità.

    L’associazione Kuplumussana (letteralmente Donne che si aiutano a vicenda) è sostenuta da Medici con l’Africa Cuamm nel suo impegno nel recupero alla terapia antiretrovirale delle donne e dei bambini HIV positivi. 

    Segui la settimana di mobilitazione e di sensibilizzazione, iniziata oggi 1 dicembre 2015 a Beira.

     

    Tanzania

    Da luglio 2015 Medici con l’Africa Cuamm ha avviato in Tanzania, nella regione di Shinyanga, nel nord del paese, un progetto che interessa il centro di salute di Bugisi cui afferiscono gli abitanti dei 35 villaggi dell’area (75.000 persone).

    Il Cuamm intende migliorare il trattamento di 1.250 malati di HIV/AIDS (il 10% bambini) che già si rivolgono al centro per le cure, aumentare il numero delle persone che si sottopongono volontariamente al test e trattare i nuovi casi individuati.

    Con il progetto si vorrebbe inoltre:

    • incrementare il numero delle visite sanitarie nei villaggi del territorio di riferimento per dare il via a “cliniche mobili” dotate degli strumenti necessari per la diagnosi dell’HIV;
    • sensibilizzare e coinvolgere le comunità sul tema dell’HIV/Aids, per aumentare la consapevolezza della malattia e ridurre lo stigma sociale cui sono soggetti i malati.

    È prevista, poi, la riabilitazione del centro di salute di Bugisi che ad oggi conta due reparti e 40 posti letto, ma con pareti di fango, un tetto molto basso e poca luce. È in programma la sistemazione di altre strutture per aumentare il servizio offerto. Infine si intende avviare un sistema di raccolta dati digitale. 

     

    Uganda

    Ormai da due anni Medici con l’Africa Cuamm ha avviato un intervento, in collaborazione con UNICEF, per la prevenzione della trasmissione verticale dell’HIV dalla madre al neonato nella regione settentrionale della Karamoja.

    L’intervento riguarda i 7 distretti che compongono la Karamoja (1.400.000 abitanti) ed ha l’obiettivo principale di rafforzare la capacità del sistema sanitario primario di offrire alla popolazione i servizi di prevenzione della trasmissione madre-figlio (PMTCT) e i servizi sanitari dedicati alle cure materno-neonatali.

    Ad oggi gli operatori Cuamm hanno:

    • formato lo staff locale sul trattamento antiretrovirale;
    • potenziato il monitoraggio in tempo reale dei parti delle donne sieropositive per favorire decisioni tempestive nei servizi di assistenza ai neonati.

    Medici con l’Africa Cuamm interviene inoltre nella fornitura di equipaggiamento aggiuntivo dove necessario, e nell’implementazione di “cliniche mobili” per offrire i servizi di prevenzione alle donne che vivono a più di cinque chilometri di distanza dai centri sanitari. Un ruolo chiave risiede nell’attivazione delle comunità attraverso il coinvolgimento delle autorità locali e dei leader religiosi, oltre all’intervento di agenti sanitari e alla formazione di gruppi di supporto.

     

    Non lasciarci soli in questa battaglia contro l’HIV/AIDS, unisciti anche tu!

     

     

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