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Epidemia di colera in Angola Il Cuamm risponde all’emergenza

In Angola, il Cuamm interviene per contenere una delle peggiori epidemie di colera degli ultimi decenni, in collaborazione con Unicef e grazie al sostegno dell’Unione Europea.

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    Dal 7 gennaio 2025, data in cui è stato registrato il primo caso, l’Angola sta affrontando un’epidemia di colera che si è diffusa rapidamente, suscitando forte preoccupazione nelle comunità. Il Paese si trova attualmente a fronteggiare una delle più gravi epidemie di colera degli ultimi decenni. Al 21 maggio, sono stati segnalati oltre 21.000 casi e quasi 700 decessi in 18 delle 21 province del Paese (OMS, maggio 2025), con Luanda, Bengo e Icolo e Bengo tra le aree più colpite.

    La situazione è particolarmente critica nella provincia di Luanda, dove la mancanza di acqua pulita, igiene e servizi igienico-sanitari di base ha accelerato la diffusione della malattia. Intere famiglie sono a rischio, senza accesso a mezzi adeguati per trattare l’acqua – e molte persone non conoscono nemmeno l’origine e i rischi legati al colera. I più colpiti sono i bambini tra i 2 e i 5 anni, seguiti dalla fascia di età tra i 10 e i 14 anni.

    Per rispondere a questa minaccia per la salute pubblica, Medici con l’Africa Cuamm, in collaborazione con l’Unicef, ha attivato un intervento d’emergenza per contenere l’epidemia e ridurre la trasmissione all’interno delle comunità, in particolare tra le fasce più vulnerabili della popolazione. L’obiettivo dell’intervento, finanziato dall’Unione Europea, è supportare il Ministero della Salute nel fermare la diffusione del colera e contribuire a ridurre il tasso di letalità.

    «Per la prima volta nel Paese stiamo implementando la metodologia di risposta rapida CATI (Case Area Targeted Intervention), che prevede l’invio di una squadra mobile incaricata di effettuare la disinfezione, la clorazione dell’acqua, la verifica del cloro residuo nell’acqua potabile e attività di educazione sanitaria, istituendo un cordone sanitario attorno all’abitazione del caso confermato. Questo intervento è accompagnato da un’intensa attività di sensibilizzazione nei bairros della città per ridurre i fattori di rischio, mentre squadre formate eseguono la disinfezione e distribuiscono cloro nei punti d’acqua pubblici», spiega Edoardo Occa, antropologo e esperto di salute comunitaria del Cuamm.

    Nell’ambito della strategia CATI, il Cuamm è impegnato a realizzare attività WASH (acqua, igiene e servizi igienico-sanitari), di Prevenzione e Controllo delle Infezioni (IPC), e di Comunicazione del Rischio e Coinvolgimento Comunitario (RCCE) in 12 municipalità delle province di Luanda, Bengo e Icolo e Bengo nei prossimi tre mesi. Un intervento capillare che, combinando azioni comunitarie e IPC, aumenta l’efficacia della risposta. Mentre le attività IPC mirano a ridurre la trasmissione nei contesti sanitari e domestici, gli interventi comunitari estendono l’impatto a tutta la popolazione attraverso la sensibilizzazione, il cambiamento dei comportamenti e il coinvolgimento locale. Questo approccio integrato permette una rilevazione più rapida dei casi, una più ampia adozione di pratiche sicure e affronta i fattori ambientali e sociali che favoriscono la trasmissione. Elemento fondamentale è la costruzione di fiducia e senso di responsabilità all’interno delle comunità, cruciali tanto per contenere l’epidemia quanto per rafforzare la resilienza futura.

    WASH e Prevenzione e Controllo delle Infezioni (IPC)

    Migliorare l’accesso all’acqua sicura è essenziale per contenere l’epidemia di colera. È in corso l’implementazione di una strategia di disinfezione tramite cloro, che coinvolgerà centinaia di punti d’acqua comunitari — inclusi serbatoi privati, trasportatori d’acqua (tricicli), pozzi comunitari e fontane pubbliche. I gestori di questi punti, scelti dalle comunità, vengono formati da Cuamm sulle corrette tecniche di clorazione e attivati per mantenere le pratiche di trattamento durante e dopo l’epidemia.

    Oltre a questo, il Cuamm garantisce anche la distribuzione organizzata dei kit per la clorazione, fornendo supporto logistico e tecnico alle squadre municipali di sorveglianza, affinché possano condurre interventi mirati entro un massimo di 48 ore — incluse la ricerca attiva dei casi, la disinfezione delle abitazioni e le attività di RCCE presso le famiglie colpite e i vicini immediati. Le visite rappresentano anche un’occasione per individuare le fonti d’acqua utilizzate dalle famiglie dei casi confermati e dai loro vicini, e per formare i responsabili di tali fonti alla clorazione tramite secchi.

    Come parte della risposta d’emergenza, il Cuamm e l’Unicef hanno anche investito in prevenzione, mobilitazione comunitaria e formazione dei volontari, per garantire che informazioni e soluzioni raggiungano chi ne ha più bisogno. Attraverso campagne di sensibilizzazione, collaborano con leader comunitari, insegnanti e operatori sanitari affinché i messaggi su prevenzione, controllo e trattamento arrivino a tutti. In tempi di emergenza sanitaria, l’informazione è una delle armi più potenti.

    Comunicazione del Rischio e Coinvolgimento Comunitario (RCCE)

    La mobilitazione comunitaria viene realizzata da promotori formati provenienti dalle municipalità target, coordinati da un team leader del Cuamm. Questi operatori guidano dialoghi interattivi con la popolazione colpita in luoghi centrali e pubblici selezionati. Sono formati per dimostrare le tecniche di trattamento dell’acqua e la preparazione della soluzione reidratante orale (SRO) nei Punti di Reidratazione Orale (ORPs) e all’interno delle comunità.

    Il coinvolgimento attivo delle comunità è fondamentale non solo per una risposta efficace, ma anche per promuovere una presa di responsabilità collettiva. Attraverso attività continuative di educazione e sensibilizzazione, sono stati promossi cambiamenti nelle abitudini igieniche e nel trattamento dell’acqua. Coinvolgendo direttamente gli abitanti, si rafforza il senso di responsabilità e si incoraggia la popolazione ad affrontare con maggiore efficacia questa emergenza sanitaria.