Semplici procedure che salvano vite
7 giorni di formazione ad Abidjan, per consolidare quelle semplici procedure salvavita che nell'80-90% dei casi sono sufficienti a salvare un neonato.

Ad Abidjan, Costa d’Avorio, 40 operatori sanitari hanno preso parte ad una 7-giorni di formazione sulle cure neonatali. L’attività, realizzata da Cuamm in partnership con Chiesi Foundation si inserisce nell’intervento “Garantire cure neonatali di qualità ad Abobo, Abidjan”.
Ostetriche, infermieri e medici provenienti da tre diverse strutture, ovvero Anonkoua-Kouté (Fsu-Com), Saints Cœurs de Clouetcha e l’Ospedale Regionale di Abobo, hanno partecipato alla formazione, condotta da tre neonatologi internazionali insieme a due esperti del Programma Nazionale per la Salute Materna e Infantile.
«Abbiamo coinvolto professionisti con background diversi, alcuni dei quali avevano poca esperienza nella stabilizzazione e rianimazione neonatale, ma è importante coinvolgere quanti più professionisti possibili in questo tipo di attività, dagli studenti alle ostetriche e infermiere che sono le prime a prendersi cura dei neonati e quindi a poter intervenire in modo tempestivo in caso di emergenza», ha dichiarato la dott.ssa Antonia Tomasoni.
Tra gli obiettivi specifici della formazione:
– Aggiornare le conoscenze dei partecipanti sugli aspetti essenziali delle cure neonatali;
– Assicurare la padronanza delle manovre di rianimazione neonatale;
– Promuovere un uso consapevole dell’ossigeno;
– Garantire l’acquisizione di competenze per la stabilizzazione del neonato;
– Realizzare simulazioni e sessioni pratiche sul campo in sala parto e/o nel reparto neonatale, per rendere i partecipanti più sicuri nell’uso corretto delle attrezzature disponibili.
Il corso ha fornito ai professionisti coinvolti nelle cure ostetriche e neonatali una formazione teorica di due giorni seguita da attività cliniche per approfondire le tecniche di assistenza, rianimazione e stabilizzazione neonatale, con l’obiettivo di rafforzare competenze quindi garantire cure di qualità.
«La parte per me più interessante del corso è stata quella sulla gestione delle infezioni. Questi argomenti sono essenziali per migliorare la qualità delle cure neonatali e mi hanno permesso di acquisire competenze pratiche e teoriche direttamente applicabili al mio lavoro di tutti i giorni. Ho potuto comprendere meglio il concetto di infezione nei neonati e le sue principali cause, ho imparato a descrivere i segni clinici delle infezioni batteriche neonatali, a monitorare i neonati infetti e a riferirli se necessario» ha dichiarato Adoni Anon Marcel, infermiera dell’Ospedale Generale Saints Cœurs de Clouetcha.
Conoscere le fasi della rianimazione neonatale ed eseguirle correttamente, nel cosiddetto minuto d’oro, è fondamentale per salvare un neonato. Tuttavia, emergenze di questo tipo vengono spesso gestite nei centri periferici dove le scarse competenze e le rare opportunità di formazione del personale, non permettono di garantire interventi adeguati e tempestivi.
«Semplici manovre di rianimazione, se effettuate in tempo e nel modo corretto, sono sufficienti a salvare la vita di un neonato nell’80-90% dei casi, senza il bisogno di ricorrere a procedure più invasive come l’intubazione del neonato, il massaggio cardiaco o anche la terapia farmacologica» ha dichiarato la dottoressa Antonia Tomasoni.
Nei paesi a risorse limitate, fattori come la mancanza di conoscenze e le scarse opportunità di apprendimento spesso compromettono la capacità degli operatori sanitari di eseguire adeguatamente queste procedure salvavita. Come risultato, ad oggi gli indicatori sanitari restano allarmanti, in particolar modo quelli sulla mortalità materna e neonatale. Con una popolazione di 28,5 milioni di abitanti e un tasso di mortalità neonatale di 385 su 100.000 nati vivi (2021), le cure neonatali rappresentano una sfida per la Costa d’Avorio.
Collaborando con la Fondazione Chiesi all’implementazione della Neonatal Essential Survival Technology (NEST Model), lavoriamo per migliorare l’assistenza ai neonati attraverso la formazione degli operatori sanitari e la fornitura di attrezzature essenziali da destinare ai reparti di terapia neonatale.
«Alcuni degli argomenti trattati durante la formazione erano nuovi per me, soprattutto le tecniche specifiche di rianimazione neonatale. Sebbene avessi delle conoscenze di base su questi argomenti, ho scoperto strumenti pratici e nuovi metodi come la ventilazione neonatale (MR. SOPA). Queste giornate di formazione mi hanno anche permesso di consolidare alcune pratiche che già conoscevo ma che spesso sottovalutiamo nel lavoro quotidiano, come l’avvio precoce dell’allattamento al seno o il clampaggio del cordone ombelicale» ha dichiarato Diomande Bintou, ostetrica presso l’Ospedale Regionale di Abobo.
L’attività, organizzata da Cuamm in collaborazione con la Direzione di Coordinamento del Programma Nazionale per la Salute Materna e Infantile (Dc-Pnsme), si allinea alla Strategia di Sorveglianza e Risposta alle Morti Materne e Perinatali e al Piano Strategico per la Salute Materna e Infantile (2021-2025) definito dal governo della Costa d’Avorio. L’obiettivo generale dell’intervento è migliorare l’assistenza ai neonati e ridurre il tasso di mortalità materna e neonatale nel Paese.