Medici con l'Africa Cuamm

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Tb Day YES! WE CAN END TB!

Ogni anno, nel mondo, 1,5 milioni di persone muoiono a causa della tubercolosi e 10 milioni di persone si ammalano. In Africa, Medici con l’Africa Cuamm continua ad impegnarsi per debellare questa malattia silenziosa e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite

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    Come ogni anno, il 24 marzo ricorre la Giornata mondiale della Tubercolosi che riporta l’attenzione su una malattia ancora largamente diffusa e per nulla sconfitta che, in accordo con quanto dichiarato dall’Oms, è la seconda causa di morte per singolo agente infettivo, preceduta solo dal Covid-19. 1,5 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa della Tb; circa 10 milioni si ammalano. Il 25% dei casi diagnosticati è in Africa. “Yes! We can end TB!” è l’appello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’edizione del 2023 che invita a persistere in un impegno silenzioso ma costante come quello che Medici con l’Africa porta avanti in Africa.

    Da oltre 70 anni, infatti, negli ospedali in cui interveniamo, incontriamo malati di Tb e diagnostichiamo questa malattia, silenziosa e a lento decorso, anche grazie all’innovativa strumentazione Genexpert ora in uso in Sud Sudan, Angola, Uganda,Tanzania ed Etiopia. Tuttavia, gli ultimi anni di crisi internazionali causate dalla pandemia di Covid-19 prima e dal conflitto in Europa poi, hanno acuito il tasso di incidenza e di mortalità, oggi pari ai numeri del decennio scorso secondo le stime dell’Oms. Sono infatti 2858 i casi di tubercolosi diagnosticati nel 2022 negli ospedali in cui interveniamo, il 52% in più rispetto all’anno precedente.

    «Durante la pandemia di Covid-19 gli accessi ai servizi di salute si sono ridotti drasticamente. Nel caso di malattie come la Tb, attività di screening e follow-up sono cruciali per curare il paziente, limitare il contagio e prevenire la diffusione della Tb-MDR, la tubercolosi multifarmacoresistente non curabile con i comuni antitubercolari. A questo si aggiungono poi i fattori di rischio come la malnutrizione. La crisi economica che ha investito l’Africa nell’ultimo anno, conseguenza indiretta anche del conflitto in Europa, ha inciso sul potere di acquisto delle famiglie peggiorandone lo stato nutrizionale e quindi rendendole di fatto più vulnerabili». Spiega Fabio Manenti, responsabile Progetti del Cuamm.

    L’impegno del Cuamm, però, non si è mai arrestato e mentre negli ospedali si ottengono diagnosi accurate e tempestive, il lavoro sul campo con le comunità e i sistemi sanitari locali diventa centrale nelle attività di follow-up. Ne è un esempio l’Uganda, dove il progetto “SCALE – Increasing coverage of TB prevention and treatment services in Karamoja” realizzato con il contributo della Fondation Assistance Internationale (FAI) procede a ritmo serrato nella regione, la più povera del paese, che conta circa 1 milione di abitanti.

    «Con le attività di prevenzione, screening e follow-up portate avanti nelle strutture sanitarie e all’interno delle comunità, riusciamo a diagnosticare un maggior numero di casi e a ridurre sensibilmente la perdita di pazienti in trattamento. Lo scorso anno abbiamo dialogato con 506 leader comunitari e preparato 161 incontri nei distretti della Karamoja ai quali hanno preso parte circa 3.265 equipe sanitarie» dichiara Faustine Erau, medico Cuamm nell’unità TBC dell’ospedale di Matany.

    Fuori dalle strutture sanitarie, nei cinque distretti della Karamoja, lo scorso anno si sono mosse 129 cliniche mobili che hanno permesso di effettuare 20.488 screening e di identificare 316 casi a rischio di Tubercolosi. Decisivo anche il supporto al sistema di distribuzione dei campioni, attraverso il quale è stato possibile trasportare in laboratorio oltre 11.000 campioni e rilevare 688 positivi e 39 casi di pazienti affetti da Tb-MDR.

    «Ero andato al centro di salute di Lobooko lamentando dolori al petto, alle articolazioni, tosse e vertigini. Da lì mi hanno riferito all’ospedale di Matany dove ho ricevuto la diagnosi e la terapia che ho dovuto portare avanti più tempo del previsto. Non sempre, infatti, assumevo i farmaci che mi erano stati prescritti e quindi la guarigione è stata più lunga. Quando mi hanno detto che ero guarito, non riuscivo a crederci, era il 9 settembre 2022» dice Kolibi Cosmas, un uomo di 48 anni originario del villaggio di Lobooko al quale nel 2021 è stata diagnosticata la Tb-MDR.

    Significativo anche il lavoro che Medici con l’Africa Cuamm porta avanti in Angola, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del progetto “CombaTB” che mira a migliorare la diagnosi precoce, l’invio e il trattamento dei pazienti affetti da Tb e Tb/Hiv, nella provincia di Luanda, investendo nella formazione degli operatori sanitari, fornendo attrezzature di laboratorio e reagenti, supporto nella gestione dei dati e nel follow-up dei pazienti, attraverso gli operatori sanitari comunitari. Al via, proprio quest’anno, anche un nuovo lavoro di ricerca sulla Tb in Etiopia, in collaborazione con l’Università di Bari.