Medici con l'Africa Cuamm

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Bilancio sociale 2021 Un anno di impegno e risultati

Le sfide, i risultati, i dati di un anno vissuto dentro un grande cambiante globale.

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    Presentato oggi, a Padova, il bilancio sociale 2021 di Medici con l’Africa Cuamm: i progetti principali, le sfide più importanti, i risultati raggiunti nella cura dei malati, soprattutto di mamme e bambini. Dietro i numeri, come sempre ci sono le persone, con le loro storie e motivazioni, professionisti sanitari e non, che scelgono l’Africa e di partire con il Cuamm e che fanno la differenza. Nel Bilancio sociale 2021 la fotografia di una Ong che sceglie di rimanere dentro il grande cambiamento globale che stiamo vivendo e di affrontare, ogni giorno, sfide nuove.

    2.167.097 pazienti assistiti, 1.356.429 visite a bambini sotto i 5 anni, 389.885 visite prenatali, 173.205 parti assistiti, 18.520 pazienti in terapia antiretrovirale, 3.007 operatori sanitari formati, 13.616 trasporti per emergenze ostetriche, 2.198 malnutriti trattati, in 8 paesi di intervento, con 4.518 risorse umane impegnate.

    «Il 2021 è stato un anno molto incerto, segnato dalla pandemia e dall’avvio della campagna vaccinale, da un lato, ma anche da grande instabilità. Penso a zone come Cabo Delgado, in Mozambico, dove su 1 milione di abitanti, si contano oltre 700.000 sfollati, o come il Sud Sudan o la Repubblica Centrafricana dove il conflitto interno è costante – ha detto il dott. Fabio Manenti, responsabile dei Progetti dell’ong -.  Eppure il 2021 ha portato anche risultati importanti. Si è concluso il grande programma “Prima le mamme e i bambini. 1.000 di questi giorni” che ci ha visti impegnati, negli ultimi 5 anni, in tutti gli 8 paesi in cui operiamo. I parti assistiti sono stati 173.205, portando quindi il dato di 5 anni ben oltre al target fissato. Molto è stato fatto anche nella lotta alla Malnutrizione, alle malattie infettive e a quelle croniche. Il 2021 è stato anche l’anno della apertura di due nuove Neonatologie, quella di Beira in Mozambico e quella di Wolisso in Etiopia. Infine, abbiamo lanciato il nuovo programma “Persone e competenze”, con la grande sfida della formazione delle risorse umane, che possono davvero fare la differenza nel futuro di questo continente».

    Dietro i dati e i progetti, ci sono le persone. Bettina Simoncini, responsabile delle Risorse umane ha sottolineato: «Le risorse umane che il Cuamm ha gestito nel 2021 sono oltre 4.500, per lo più profili sanitari (medici, infermieri e ostetriche…), ma anche amministrativi e logisti. Ci sono espatriati, europei e occidentali, ma anche molti africani. Personale qualificato che lascia il proprio paese per andare a lavorare con il Cuamm in un altro paese africano. Un medico ugandese, per esempio, che si sposta a lavorare in Sud Sudan. Negli anni, infatti, stiamo registrando un dato positivo e incoraggiante: un notevole aumento di staff qualificato nazionale africano impegnato nei nostri progetti. Un segnale dello stile del Cuamm che non si sostituisce al personale locale qualificato, ma lo affianca, lì dove c’è».

    Collegati da Tosamaganga, in Tanzania, due giovani cooperanti che rendono fattivi e reali questi dati: Paolo Belardi, economista sanitario e Martina Borellini, pediatra neonatologa.

    «Il mio lavoro qui in Tanzania è un po’ “dietro le quinte”. Mi occupo di raccogliere dati in modo puntuale e preciso, di analizzarli e studiarli con l’obiettivo, da un lato, di andare a fondo dei bisogni reali della popolazione e dall’altro, di prendere decisioni che derivano dalle evidenze dei dati raccolti. E’ un modo più strutturato ed efficiente per valutare i servizi che offriamo. Il punto di forza ulteriore è che si tratta di una piattaforma digitale utilizzata in tutti gli ospedali in cui opera il Cuamm, un sistema di monitoraggio continuo e in tempo reale, attraverso il coinvolgimento attivo di tutti gli operatori del Cuamm da Padova fino all’ultimo miglio, in Africa», ha detto Paolo Belardi.

    Martina Borellini ha, invece, raccontato cosa significa essere medici “con l’Africa” oggi: «Tosamagnaga è un piccolo ospedale distrettuale con 165 posti letto che in un anno fa un numero di parti pari o superiore a quelli di una grande Azienda ospedaliera come quella di Padova: nel 2021, 3.084 parti, contro i circa 2.700 di Padova. In una Terapia intensiva neonatale come quella di Padova abbiamo un’infermiera ogni 3, 4 neonati, qui a Tosamaganga in un’Unità neonatale, che fa all’incirca lo stesso numero di ricoveri, abbiamo 1 infermiera ogni 15, 20 neonatini. Sono numeri che aiutano a dare l’idea della complessità che viviamo ogni giorno, attenti che ogni decisione che prendiamo sia anche sostenibile. Insieme a noi, le risorse locali, giovani, ma molto appassionate e con tanta voglia di trovare strade nuove per rispondere ai bisogni delle persone».

    In chiusura, don Dante Carraro, direttore del Cuamm, ha affermato: «Abbiamo grande fiducia nel futuro e nell’Africa, perché siamo in tanti a donare tempo, energia, professionalità, ma soprattutto cuore, a questo continente che ci è così caro e che così tanto merita. La sfida per l’anno che abbiamo davanti e quelli a venire è di fare ancora di più e meglio. Tre anni di pandemia e ora la guerra in Ucraina i cui effetti si toccano con mano nella vita quotidiana, nell’aumento dei prezzi dei beni primari, soprattutto in Africa, ci motivano a continuare il nostro impegno, con tenacia».

    Molto lo spazio dato alla formazione di operatori sanitari qualificati e alla ricerca sul campo che ha visto la realizzazione di 33 pubblicazioni scientifiche, che hanno coinvolto 180 autori italiani, africani e internazionali e 68 partner tra centri di ricerca pubblici e privati, università internazionali, istituzioni e ospedali di cui 27 africani.

    È cresciuto anche l’impegno in Italia, grazie al progetto IRC19 (Italian Response to Covid-19, sostenuto da USAID) che ha impegnato attivamente il Cuamm nella lotta alla pandemia nel nostro paese, supportando la campagna vaccinale in Italia, con l’apertura di un vero e proprio centro vaccinale, a Rubano (Pd), che ha effettuato 48.000 vaccinazioni, grazie all’impegno di 190 volontari. È stato inoltre garantito un aiuto concreto a 19 strutture sanitarie in 6 regioni italiane.

    Sempre in Italia, è proseguita l’attività di sensibilizzazione con 39 gruppi di appoggio in 15 regione e 4.590 volontari coinvolti in 364 eventi, per far conoscere e diffondere i valori e l’impegno del Cuamm.