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World Diabetes Foundation in visita a Freetown

WDF in Sierra Leone con lo staff Cuamm per discutere le attività e i risultati di una lunga e solida collaborazione

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    Termina oggi la visita di una delegazione della World Diabetes Foundation in Sierra Leone, una settimana sul campo al fianco degli operatori Cuamm per vedere da vicino i risultati raggiunti e la strada ancora da percorrere nella cura del diabete, per rispondere a quello che, secondo l’OMS, è un dato in rapida crescita. Insieme alla delegazione, i rappresentanti del Ministry of Health and Sanitation (MoHS), il Direttorato per le malattie non trasmissibili (NCD), le autorità sanitarie coinvolte e il COMAHS (College of Medicine and Allied HealthSciences), partner nel progetto.

    Sei giorni di incontri sul campo tra la zona urbana di Freetown e le aree rurali, per toccare con mano i risultati di una collaborazione avviata nel 2017 con un primo progetto pilota sul diabete gestazionale che ha permesso l’integrazione di uno spazio specifico focalizzato sullo Screening Integrato del Diabete (IDS) all’interno del PCMH di Freetown – l’ospedale di riferimento della capitale e la creazione di spazi specifici nelle PHUs (Peripheral Health Units), in tutta l’area occidentale del paese.  Grazie a questo intervento, nell’arco di due anni, 14.231 donne sono state sottoposte a screening nella clinica IDS del PCMH; 4.296 nelle PHUs.

    Tra i risultati, la creazione di un sistema di riferimento per tutti i casi positivi dalle PHU alla clinica IDS del PCMH; l’applicazione di un Protocollo per lo Screening Integrato del Diabete per tutti i pazienti visitati e lo sviluppo di una prima ricerca operativa sul diabete in gravidanza “Un iter diagnostico semplificato per l’individuazione del diabete mellito gestazionale in contesti con risorse limitate: risultati e sfide”.

    “Tra le cure prenatali offerte alle donne, qui in Sierra Leone, purtroppo c’è davvero poco spazio per la gestione del Diabete gestazionale. In questo senso l’impegno del WDF a supporto dei servizi di screening, follow up e gestione dei casi ha aiutato non solo ad ottenere risultati migliori per le stesse donne ma ha anche contribuito ad un miglioramento in termini di morbidità e mortalità materno-infantile nel paese” ha dichiarato José Moniz Da Silva- Project Manager Cuamm durante l’incontro con la delegazione del WDF.

    Un impegno poi rinnovato, che nell’ultimo biennio ha permesso di alzare l’asticella e puntare ad estendere i servizi di screening del diabete gestazionale anche alle aree rurali e periferiche del paese come il distretto di Pujehun, nella provincia meridionale del paese, un’area che conta 234 mila abitanti. Nel corso del progetto, i servizi di screening GDM sono stati introdotti, oltre che nell’ospedale di Pujehun, anche in 5 BeMONC (Basic Emergency Obstetric and Newborn Care). Tra i principali risultati: la formazione di personale MoHS su GDM e raccolta dati, la promozione di attività di educazione nutrizionale; follow-up dei casi a rischio di iperglicemia in gravidanza (HIP) e training on the job attraverso la presenza costante di uno specialista per rafforzare la qualità dei servizi sanitari; 17.682 donne sono state sottoposte a screening per GDM su un totale di 10.933 previste negli obiettivi iniziali; attività di advocacy a MoHS su prevenzione, screening e gestione GDM nelle politiche e nelle strategie del governo per le malattie non trasmissibili.

    Come sottolineato dal team gestionale del PCMH, l’integrazione di questi servizi all’interno delle strutture sanitarie sierra leonesi rappresenta un valore aggiunto dal momento che l’assistenza integrata può aumentare l’efficienza delle cure nell’intero sistema.

    Ad oggi, nel continente africano, sono 24 milioni gli adulti con diabete di cui solo il 46% conosce il proprio stato di salute. Ad incidere sull’assenza di diagnosi sono molteplici fattori: scarsità di materiale diagnostico, assenza di personale sanitario qualificato, difficile accesso alle strutture mediche e ai servizi di cura alla persona sono tra i principali impedimenti. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, i numeri sono destinati ad aumentare del 129% ed entro il 2045 si stima possano diventare 55 milioni le persone con diabete. Presente da oltre 70 anni in Africa, Medici con l’Africa Cuamm ha visto diffondersi sempre di più malattie croniche come il diabete. Si tratta di patologie spesso poco conosciute o persino sottovalutate. Grazie alla collaborazione con la World Diabetes Foundation, negli ultimi anni è stato possibile progettare interventi mirati a indurre un cambiamento, con il coinvolgimento delle comunità, degli attivisti locali, delle autorità sanitarie e del Ministero della Salute.