Medici con l'Africa Cuamm

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Rafforzare relazioni per la tutela di mamme e bambini

Il progetto “PROTECT”: un pilastro nella lotta contro la mortalità materna e neonatale nel distretto di Beira, in Mozambico, grazie a un lavoro di squadra  e alla costante formazione del personale.

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    “È una grande soddisfazione vedere che quando si sente la sirena dell’ambulanza avvicinarsi, tutta l’equipe si attiva: chi si occupa dei casi più gravi, si avvicina all’entrata per vedere le condizioni del paziente in arrivo, chi fa il triage fa spazio al collega dell’ambulanza” raccontano Irene Avagnina e Marco Frison, coppia di pediatri Cuamm attualmente a Beira e attivi all’interno del Progetto “PROTECT – Tutela della salute in età pediatrica attraverso un maggiore accesso a servizi di salute materno infantile, cure intensive neonatali e di emergenza di qualità”. Finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e implementato da Medici con l’Africa Cuamm insieme a Comunità Sant’Egidio e Auci, mira a portare significativi miglioramenti nella riduzione della mortalità materna e infantile nel distretto di Beira, nella provincia di Sofala.

    Perché questo intervento? Perché nonostante il progressivo miglioramento degli indicatori di sviluppo economico, il Mozambico rimane il 185° Paese al mondo su 191 secondo l’Indice di sviluppo umano, con indicatori socio sanitari ancora molto critici. In alcune province in particolare, come quella di Sofala, i tassi di mortalità infantile e neonatale sono al di sopra della media nazionale e i servizi e le risorse sanitarie carenti per qualità e accesso.

    Un problema particolarmente urgente nell’area urbana di Beira dove le nascite per anno sono più di 20.000, di cui circa 6.000 nel solo Hospital Central da Beira (HCB). Ogni mese il berçário, il reparto di Neonatologia e Cure Intensive, accoglie circa 150 neonati con patologie critiche, in particolare per prematurità, asfissia e sepsi, e spesso il numero di pazienti supera i posti letto disponibili. Grazie all’intervento, sia in ospedale che nei 5 centri di salute coinvolti sono state inserite e formate nuove risorse umane, tra cui infermiere specializzate in salute materno-infantile che garantiscono assistenza al parto e monitorano le mamme e neonati, fornendo informazioni cruciali per prevenire complicazioni. Gli attivisti comunitari poi offrono supporto pratico ed emotivo alle famiglie, aiutandole a riconoscere e affrontare tempestivamente eventuali problemi di salute. Inoltre, il progetto contribuisce all’acquisto di medicinali essenziali e attrezzature mediche.

    Alla formazione on the job, in particolare su prevenzione, diagnosi e gestione delle complicazioni ostetriche e neonatali, si affianca la supervisione continua, grazie anche a Irene e Marco e Sara Simao, pediatra locale, che supportano il personale, specialmente nella gestione di reparti cruciali come il berçário e il pronto soccorso pediatrico dell’HCB. Proprio nel pronto soccorso, circa 2.000 accessi al mese, è stato introdotto un sistema di triage che permette di categorizzare i pazienti in base alla gravità, un concetto innovativo per la realtà locale, ma che ha già mostrato segni di miglioramento nell’outcome dei pazienti. Attualmente viene garantito a circa l’80% dei pazienti che si presentano. Oltre alle attività di supervisione, si è lavorato alla stesura e condivisione di protocolli di gestione delle principali patologie e al supporto del servizio.

    Come provare a fare dei passi in avanti, anche piccoli? Creando relazioni. “Relazione è stata la parola chiave per noi in questi primi mesi – sottolineano Irene e Marco – e rappresenta ancora oggi la sfida più grande. Imparare a comunicare e ad ascoltare in una realtà a noi nuova e diversa da quella italiana. La prossima sfida è rendere protagonisti i singoli professionisti nei vari contesti” aggiungono.

    Uno degli obiettivi del progetto è quello di creare e rafforzare le relazioni tra il personale sanitario, migliorando la comunicazione e la collaborazione tra le diverse strutture. Un esempio emblematico: il lavoro di squadra per affrontare il problema dell’asfissia neonatale, dimostrando che un approccio integrato può fare la differenza nella qualità delle cure.

    Tra le iniziative di maggior successo poi, c’è la promozione dell’allattamento esclusivo al seno per avere un impatto significativo sulla comunità locale, cercando di superare credenze dannose legate alla pratica. Si promuove il metodo “Madre Canguro”, il contatto pelle a pelle per la cura dei neonati prematuri, per rafforzare ulteriormente la salute neonatale. Nel berçário, in pediatria come nei centri di salute è stato potenziato anche il lavoro delle attiviste Kuplumussana, che sensibilizzano le mamme sulla gestione del neonato, sul riconoscimento dei segnali di pericolo, sulle buone pratiche nutrizionali, sui principi base dello sviluppo psicomotorio e sulla pianificazione familiare.

    “PROTECT” continua quindi a rappresentare un pilastro nella lotta contro la mortalità materna e neonatale nel distretto di Beira, grazie a un lavoro di squadra che coinvolge diverse figure sanitarie e alla costante formazione e supervisione del personale.