IL SOLLIEVO DI UNA CURA
La storia di Yobu Regina, rifugiata sud sudanese, e l’intervento di Cuamm a supporto dei più vulnerabili nel distretto di Terengo, nord Uganda.
Yobu Regina è una donna di 62 anni. È fuggita dal Sud Sudan due anni fa, a causa dell’imperversare del conflitto e si è rifugiata in un villaggio intorno a Imvepi, nel distretto di Terego, nel nord dell’Uganda. Come lei, sono centinaia di migliaia i rifugiati in Uganda. Secondo dati Unhcr, l’Uganda ospita oltre 1,7 milioni tra rifugiati e richiedenti asilo, la maggior parte provenienti dal Sud Sudan, il 57%, seguiti dalla Repubblica Democratica del Congo, Somalia e Burundi. Persone, in particolare donne, bambini e anziani, in fuga da conflitti, violenze, insicurezza alimentare e mancanza di accesso ai servizi di base come la salute e l’istruzione.
Anche per Regina è stato così. Mentre fuggiva dalla guerra, ha subito un trauma per una contusione alla schiena che le ha provocato forti dolori e debolezza agli arti inferiori, al punto che le risultava molto difficile svolgere tutte le attività quotidiane, come cucinare, andare a prendere l’acqua e persino camminare. Regina si è inizialmente recata al posto di salute “Tank 29” e successivamente è stata indirizzata all’ospedale regionale di Arua, dove le è stata diagnosticata una grave spondilosi lombare degenerativa, una condizione in cui le ossa della parte bassa della schiena si usurano gravemente e le articolazioni adiacenti si lacerano se sottoposte a sforzi. A questa condizione se ne associava un’altra, la radicolopatia, una condizione di debolezza e paralisi a entrambi gli arti inferiori. Anche dopo aver completato il trattamento che le era stato prescritto dai medici per due settimane, il dolore di Regina persisteva costringendola ad andare regolarmente alla struttura sanitaria per prendere gli antidolorifici. Durante una delle visite, è venuta a conoscenza del fatto che il Cuamm fornisce servizi ortopedici gratuiti, compresi apparecchiature e farmaci, attraverso un servizio di cliniche mobili gestite da operatori sanitari specializzati che si inserisce nell’ambito del progetto “Iniziativa inclusiva di emergenza per rafforzare i servizi sanitari e le pratiche igieniche nelle comunità rifugiate e ospitanti in West Nile, Uganda”, finanziato dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e implementato da Cuamm in collaborazione con CBM International e l’Ong locale Commumity Empowerment for Rural Development (Ceford).
È proprio grazie a questo servizio che Regina è stata visitata in modo accurato dal dottor Denis, ortopedico Cuamm, e oltre a dei farmaci specifici, le è stato prescritto l’uso di un corsetto lombare.“Era da tempo che aspettavamo l’avvio di questi servizi che possono alleviare le mie sofferenze e quelle di altre persone come me”, ha affermato. Due settimane dopo, Regina si è presentata alla visita di controllo con un sorriso smagliante sul volto, con una sensazione di grande sollievo dal dolore di cui aveva sofferto a lungo. “Sono molto grata per quello che avete fatto, mi sento molto meglio e ora posso camminare senza dolore alla schiena. Prego perché possiate continuare a rimanere qui, estendendo ulteriormente i servizi”.
Avviato a settembre 2023, l’intervento si propone di rispondere ai bisogni dei rifugiati e della popolazione ospitante, in particolare migliorando l’accesso ai servizi sanitari integrati, rafforzando le pratiche igieniche con particolare attenzione alle donne e alle persone con disabilità, e migliorando il sistema di riferimento per i gruppi più vulnerabili. Dall’inizio del progetto fino a giugno 2024, sono state 121.402 le persone che hanno avuto accesso alle visite ambulatoriali presso gli 11 centri sanitari interessati dall’intervento, 1.866 il numero di parti assistiti e 31 le complicanze ostetriche riferite; 14.566 le persone che sono state raggiunte e che hanno ricevuto assistenza attraverso le cliniche mobili; e ancora, 354 le persone con fratture e condizioni muscoloscheletriche particolari che sono state assistite, come è accaduto a Regina.
Un ruolo fondamentale nell’implementazione dei servizi integrati viene svolto dai Village Health Teams (Vhts), operatori comunitari di villaggio che, una volta formati, svolgono attività di promozione alla salute, di prevenzione delle malattie e di riferimento dei casi più gravi, compresa la gestione comunitaria integrata dei casi di malaria, diarrea e malattie respiratorie. Inoltre, i Vhts sono attivamente impegnati nella promozione di buone pratiche igienico sanitarie (Wash) a livello domestico. Sono 277 quelli formati sul “pacchetto di salute integrato”.
Ogni giorno, in molti dei Paesi in cui operiamo, tocchiamo con mano le conseguenze che subiscono le persone che non hanno altra alternativa se non fuggire per salvare la propria vita e tentare di costruirsi un futuro migliore. L’Uganda è divenuto quasi un modello di accoglienza e integrazione nel continente e Medici con l’Africa Cuamm si impegna per fare la propria parte a supporto di questo sistema.