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LA VIOLENZA SULLE DONNE UN DRAMMA CHE CI INTERPELLA

Oggi, in occasione della Giornata Mondiale per l’eliminazione della Violenza contro le donne, la voce di Elisa, dal Mozambico, dipinge il dramma quotidiano di migliaia di donne. Le sue parole, sembrano fare da specchio anche al nostro presente.

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    «Ad alcune donne e ragazze i mariti o i parenti vietano di continuare a studiare, di lavorare, di uscire a giocare con gli amici o persino di andare a trovare i parenti. Vengono picchiate e talvolta violate sessualmente dai propri mariti. Molte di queste donne e ragazze non sanno cosa fare, non sanno a chi chiedere quando si trovano in queste situazioni, altre addirittura non sanno che quello che stanno vivendo è una situazione di violenza» queste sono le parole di Elisa, psicologa mozambicana impegnata nelle case rifugio della provincia di Cabo Delgado, raccolte nel libro Africa andata e ritorno.

    Oggi, in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la voce di Elisa dipinge il dramma quotidiano di migliaia di donne che vivono in condizioni di estrema vulnerabilità in Mozambico, come in molti paesi dell’Africa sub-Sahariana. Eppure, le sue parole, sembrano fare da specchio anche al nostro presente. Cambiano le latitudini e i determinanti ma quella della violenza di genere resta una questione trasversale che dobbiamo affrontare in modo coordinato e multidimensionale.

    In Uganda, Etiopia e Mozambico, lo stiamo già facendo coinvolgendo istituzioni, leader, adulti e giovani in percorsi educativi e di sensibilizzazione mentre continuiamo a garantire alle donne vittime di violenza di genere spazi sicuri dove avere accesso a servizi psicologici e di salute sessuale e riproduttiva. A livello globale, si stima che 736 milioni di donne, ovvero quasi una su tre, abbiano subito almeno una volta nella vita violenza fisica e/o sessuale. Oltre a questo, si aggiunge anche la violenza economica e psicologica a cui moltissime donne sono soggette.

    Anche in Mozambico, il problema della violenza sulle donne è molto diffuso: si registra un tasso del 21,7% di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner nel corso della vita e un tasso del 52,9% di matrimoni minorili (UN Women). Statistiche che aumentano quando si verifica una situazione di crisi, come lo scoppio di un conflitto, catastrofi naturali come un ciclone tropicale o situazioni di emergenza. In queste situazioni, le donne e le ragazze diventano ancora più vulnerabili.

    Proprio a Cabo Delgado, dove le continue violenze perpetrate da gruppi estremisti hanno portato al dislocamento di 782.000 persone, dal 2021 Medici con l’Africa Cuamm si sta impegnando sul tema della violenza di genere, fornendo assistenza e supporto psicologico a donne e ragazze. Finanziato dall’Unhcr, il progetto “Response to GBV and MHPSS needs through service provision, community interventions and capacity building” vuole migliorare i servizi per aiutare le donne vittima di violenza di genere, attraverso assistenza e interventi comunitari. In particolare, il progetto promuove un servizio mobile per la gestione di casi di violenza di genere in quattro distretti della provincia di Cabo Delgado (Pemba, Metuge, Chiure and Montepuez), riuscendo a raggiungere circa 40 donne al mese. Accolte da una psicologa locale in un ambiente sicuro, le donne e le ragazze riescono ad aprirsi e a parlare, riferendo la loro situazione. Si fanno aiutare, infine, così da trovare le risposte e i servizi più adeguati al proprio caso, sia sanitari che legali. Inoltre, nel 2022 il progetto ha iniziato una collaborazione con l’associazione Muleide, che si occupa di promuovere i diritti delle donne in Mozambico, per rafforzare l’assistenza legale. Infine, poiché la conoscenza sulle tematiche di genere è molto limitata, Medici con l’Africa Cuamm si sta anche impegnando con attività di prevenzione e di informazione, con l’obiettivo di fornire a donne e ragazze gli strumenti per difendersi e per fare delle scelte più consapevoli.

    Purtroppo, le storie delle donne che si recano al centro antiviolenza sono tutte molto simili: la maggior parte subisce violenza domestica, sia fisica che psicologica ed economica, e violenza sessuale, soprattutto se nel caso di ragazze minorenni. Si riscontrano moltissimi casi di sesso di scambio, che in situazioni di difficoltà e di povertà estrema diventa spesso l’unica risorsa per cercare di sostentarsi autonomamente. Inoltre, in Mozambico c’è anche un alto tasso di matrimoni precoci, che limitano fortemente le possibilità educative ed economiche delle ragazze.

    Le cause principali che portano a situazioni di violenza di genere sono la povertà, il difficile accesso a servizi educativi e la conseguente riduzione di opportunità lavorative, che rendono le donne dipendenti economicamente dal partner. Vanno poi presi in considerazione anche i fattori più strutturali e sociali: il Mozambico è un paese con forti attitudini sessiste e patriarcali e dove la disuguaglianza di genere è molto grande.

    In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre Medici con l’Africa Cuamm ha organizzato delle marce nei quattro distretti in cui opera il progetto, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sulla violenza di genere. Un impegno che continuerà per tutti i 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, che termineranno il 10 dicembre, nella Giornata dei diritti umani. Tra le attività previste ci sono sessioni educative sul consenso, i diritti delle donne, l’igiene e la salute riproduttiva, laboratori di lettura e di giornalismo. Con la collaborazione di una radio locale, il progetto trasmetterà spot radiofonici e programmi sul tema della violenza di genere e dei diritti delle donne, includendo interviste e discussioni con donne sfollate e locali.

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