Medici con l'Africa Cuamm

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Anche questa, per fortuna, è l’Italia.

«Mi risulta chiaro che questo non è un anniversario di conclusione dell’opera, a sessant’anni di distanza io vedo intatte le motivazioni, le energie e la determinazione del Cuamm, dei Medici con l’Africa. E questo è il miglior tesoro che io porto da questo incontro con voi, grazie».

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    «E dopo avere incontrato alcuni di voi a Roma, a maggiore ragione oggi, credo di poter cominciare a comprendere meglio, anche sfogliando questa pubblicazione, che cosa voi siate: quale patrimonio di generosità, di dedizione, di spirito di sacrificio, sia stato accumulato in sei decenni dai Medici con l’Africa. Anche questa, per fortuna, è l’Italia e non dobbiamo mai dimenticarcene quando ci interroghiamo sulla nostra condizione di oggi e sul nostro futuro. Concludo soltanto dicendovi perché il vostro è un bellissimo anniversario: perché guardando a voi, guardando a Don Luigi Mazzucato che anche io chiamerò dottore in omaggio alla decisione dell’ateneo padovano, e ascoltando i vostri discorsi mi risulta chiaro che questo non è un anniversario di conclusione dell’opera, a sessant’anni di distanza io vedo intatte le motivazioni, le energie e la determinazione del Cuamm, dei Medici con l’Africa. E questo è il miglior tesoro che io porto da questo incontro con voi, grazie».

    Era l’11 novembre 2010. Il Presidente Giorgio Napolitano partecipava a Padova alla grande festa per i sessant’anni del Cuamm. Un Centro San Gaetano gremito di gente, le testimonianze delle autorità, degli amici, dei medici si sono susseguite per raccontare tanti anni di impegno “con” l’Africa. Una giornata carica di significato, cominciata con il conferimento della laurea ad honorem a don Luigi Mazzucato e culminato con le parole accorate, vibranti, profonde e ancora molto attuali del Presidente della Repubblica che hanno commosso tutta la platea e ancora rimangono indelebili in chi era presente. Lo ricordiamo così, con quello sguardo deciso e con quelle parole che hanno dato a ciascuno la forza e il coraggio di guardare avanti e di lanciare quello che sarebbe stato il primo grande programma “Prima le mamme e i bambini”.

    «Si è parlato dell’Africa, si è parlato dell’Africa anche per le piaghe che ancora l’affliggono, a cominciare dalla povertà così estesa, soprattutto nell’Africa sub-sahariana. E sappiamo che poi ci sono terribili altre vicende, che sono vicende di sfruttamento, che sono vicende di guerra. E ci sono zone che oggi rappresentano davvero dei “buchi neri” per la comunità internazionale, come il Corno d’Africa, come la Somalia, uno dei paesi più abbandonati a sé stessi, abbandonati ad una deriva micidiale – ha detto il Presidente -. Però io voglio dire, e lo voglio dire non solo perché condivido la dichiarazione di ottimismo che alcuni da questa tribuna hanno fatto, d’altronde dico che fino a quando si ha un briciolo di responsabilità pubblica o di responsabilità pastorale non ci si può concedere il “lusso” del pessimismo, bisogna essere ottimisti, bisogna nutrire speranza ma sapendo qual è il prezzo dell’ottimismo, qual è il prezzo della speranza, e cioè una visione realistica, lucida, anche impietosa delle prove che ci attendono, delle prove da superare e quindi degli sforzi da compiere, sforzi come quelli che voi avete compiuto fin ora e intendete compiere ancora. E quindi se si vuole fare una politica che non è una politica a fondo perduto ma che è una politica in grado di raggiungere degli obiettivi, dei risultati per l’Africa, la si può fare, la si può fare oggi assai più di ieri. Bisogna crederci e bisogna lottare perché questa politica prenda corpo, perché questa politica decolli».

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    Sfoglia èAfrica dedicato al Sessantesimo del Cuamm