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Portare cure in un’emergenza sempre più grave

Nel contesto di una crisi umanitaria crescente, l’intervento di Cuamm a supporto di rifugiati e comunità ospitanti a Gambella continua.

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    Conflitti armati, crisi climatiche, shock economici, insicurezza alimentare e malattie: è questa la drammatica situazione che sta vivendo l’Etiopia. Secondo dati UNHCR, sono oltre 1 milione i rifugiati nel Paese, di cui il 37%, 394 mila nella sola regione di Gambella, più di 4.3 milioni gli sfollati interni. Un’impennata che sottolinea gli urgenti bisogni umanitari, nonché l’estrema necessità di fornire assistenza e supporto vitale alle persone colpite. È proprio quello che ci si è impegnati a garantire con “Intervento integrato di salute, nutrizione e protezione a supporto della popolazione rifugiata e delle comunità ospitanti a Gambella”, in particolare nel distretto di Itang e nel campo rifugiati di Nguenyyiel, un progetto finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e realizzato con Plan International, in collaborazione con le istituzioni locali.

    L’intervento a supporto dei rifugiati e delle comunità ospitanti nella Regione di Gambella

    L’instabilità e l’insicurezza della regione hanno reso particolarmente complessa l’implementazione delle attività del progetto, in particolare di quelle comunitarie. Nelle fasi più acute è stato interrotto totalmente  l’accesso ai campi rifugiati e per lunghi periodi la possibilità di movimento da e verso i campi è stata molto limitata e possibile esclusivamente attraverso convogli militari.Nonostante queste sfide, il Cuamm ha sempre cercato di garantire sia i servizi di salute essenziali nelle strutture gestite, sia le attività di promozione della salute e prevenzione delle malattie a livello comunitario grazie ad un team dedicato, formato tra gli altri da ostetriche, infermieri, farmacisti, operatori specializzati in nutrizione e salute mentale, agenti comunitari.

    Dall’inizio del progetto, nel Posto di salute della Zona A di Nguenyyiel sono state fornite 15.730 visite ambulatoriali (OPD) e 397 visite di primo controllo prenatale (ANC) a donne incinte; 132 le dosi del vaccino Penta 3 somministrate a bambini sotto un anno di età. Inoltre, grazie agli operatori comunitari, sono state 1.388 le donne incinte e che allattano (PLW) e 3.969 i bambini sotto i cinque anni sottoposti a screening nutrizionale. Infine, sono stati identificati 474 casi di malnutrizione grave e moderata indirizzati poi ai servizi nutrizionali necessari.

    “A maggio 2024, Nyachiew Koaku, una giovane mamma sud sudanese, è arrivata nel Posto di salute della Zona A portando il suo bambino più piccolo di 2 anni e mezzo, con tosse e febbre persistente da una settimana – racconta Gelaye Megersa, Senior Health Officer Cuamm -. L’infermiera ha misurato i suoi segni vitali e, dopo una valutazione approfondita, ha visto che il bambino, con febbre a 38, mostrava una respirazione rapida e difficoltosa, e durante l’auscultazione dei polmoni ha avvertito crepitazioni. Questi segni e sintomi hanno orientato alla diagnosi di polmonite. L’infermiera ha prescritto un antibiotico e un antipiretico per gestire l’infezione e ridurre la febbre. È grazie ai servizi offerti nell’ambito di questo progetto che Nyachiew ha potuto avere questi farmaci senza dover sostenere dei costi. Nyachiew è scappata nel 2017 dalla guerra civile in Sud Sudan e ha trovato rifugio nel campo di Nguenyyiel. Oggi 29enne, è madre di cinque figli e la sua incredibile resilienza le ha permesso di affrontare numerose sfide”, conclude Gelaye.

    A livello comunitario poi, sono state organizzate 27 “Tea Talk”, coinvolgendo 1.667 partecipanti, momenti in cui i membri della comunità condividono prospettive ed esperienze sui servizi forniti, si confrontano su esigenze e preoccupazioni. Durante queste sessioni, gli operatori di comunità hanno enfatizzato l’importanza dei servizi di cura prenatale e postnatale, del parto assistito, dell’allattamento esclusivo al seno e delle vaccinazioni. Il team Cuamm ha poi condotto 2.422 screening nutrizionali comunitari per bambini sotto i cinque anni, 572 per donne incinte e che allattano, identificando i casi di malnutrizione che sono stati riferiti direttamente ai centri nutrizionali vicini. Inoltre, il team ha supportato quattro gruppi di supporto per le madri e organizzato otto dimostrazione culinarie su misura per le mamme in allattamento. Per migliorare l’efficacia delle attività, il Cuamm ha organizzato una formazione per i 32 agenti comunitari, figure fondamentali per avvicinare le comunità, sensibilizzandole e rafforzando la loro partecipazione attiva per migliorare la salute.