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La storia di Loick nell’ultimissimo miglio Cuamm

Un Paese fragilissimo, un’area raggiungibile solo in aereo, un ospedale essenziale, dove tutti i reparti sono gestiti per lo più da personale non medico che a fatica riceve lo stipendio.

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    Loick è un bambino di 7 anni, arrivato qui, all’ospedale di Bocaranga, in Repubblica Centrafricana con la gamba sinistra amputata a causa di un incidente. Oggi è tornato a camminare, grazie a due piccole stampelle in legno. Un intervento reso possibile dal progetto finanziato dal Fondo umanitario e implementato da Cuamm: è la tenace scelta di stare con i più fragili, l’ultimo miglio dell’ultimo miglio Cuamm, nel racconto di Nicola Vinassa, medico Cuamm a Bocaranga.

    «Con il Cuamm ho fatto tante missioni, ma non avevo mai lavorato in un ospedale come quello di Bocaranga. Cercavo di immaginare a che cosa andassi incontro: sapevo che avrei operato nell’ultimo miglio, in un’area raggiungibile soltanto in aereo. Sapevo che avrei trovato un ospedale essenziale, dove tutti i reparti sono gestiti prevalentemente da personale non medico. Un ospedale dimenticato dallo Stato e che, al momento, fatica a pagare lo stipendio ai suoi dipendenti. Distrutto, poi, dagli attacchi di forze ribelli che hanno danneggiato parte delle già carenti attrezzature. Ora, grazie ad un progetto finanziato dal Fondo umanitario in Repubblica Centrafricana, in risposta all’emergenza umanitaria nella prefettura dell’Ouahm – Pendè, finalmente si può ripartire per altri mesi, sostenendo la struttura, accompagnando lo staff e i suoi malati.

    In motocicletta per raggiungere l’ospedale

    Uno dei problemi più gravi sono gli incidenti in motocicletta, unico e per ora insostituibile mezzo di trasporto per gran parte della popolazione. Sulle moto si trasporta di tutto: donne in attesa di partorire che ci vengono mandate dai centri di salute e dai dispensari vicini, malati con gravi traumi agli arti e, talvolta, anche in coma. L’ospedale non dispone nemmeno di un’ambulanza.

    Una notte di giugno è arrivato Loick, di appena 7 anni, con la gamba sinistra amputata, a causa di un incidente in motocicletta con il papà. Lo abbiamo ricoverato in pediatria e, ogni giorno, seguito con medicazioni e terapia. Abbiamo offerto a Loick anche un sostegno psicologico, dal momento che era estremamente traumatizzato dalla tragica perdita dell’arto.

    Loick gridava di paura e si agitava quando io, medico bianco chiamato “il mungiù”, mi avvicinavo per muovergli la gamba e medicarlo. Pian piano la confidenza di Loick nei miei confronti è aumentata. Alla dimissione una ventina di giorni dopo, Loick non piangeva più e aspettava solo di poter avere due stampelline per potersi muovere agevolmente. Così, il nostro falegname di Bocaranga ne ha preparate due e Loick è tornato a camminare! Questa è stata la più grande gratificazione, assieme alla riconoscenza dei genitori per esserci presi cura del loro bambino.

    Il nostro ultimo miglio

    Dopo quasi tre mesi che sono qui, mi sento a casa e posso dire che, nonostante le mille difficoltà – qui si dice “on fait avec”, si fa con il poco che si ha – ho scoperto che il nostro ultimo miglio è una realtà concreta in cui aiutare le persone più deboli, quelle che non hanno mezzi per accedere alle cure e che vivono nei villaggi più sperduti, i bambini da 0 a 15 anni, le donne in gravidanza, le donne vittime di violenza sessuale, chi ha bisogno di sottoporsi a interventi chirurgici urgenti o ha subìto gravi ferite durante gli scontri armati.

    Le mie piccole competenze in ortopedia e traumatologia si sono unite alle ottime capacità del personale locale nell’affrontare tutte le principali urgenze ostetrico-chirurgiche. Oggi riusciamo, grazie ai fondi del progetto, a trattare la traumatologia, le osteomieliti e alcune deformità per cui non è richiesta la radiologia, servizio che qui ancora non c’è.

    Trasferiamo i pazienti che richiedono una radiografia e interventi di osteosintesi più complessi; senza questa opportunità di copertura dei costi, la maggior parte dei malati non si potrebbe permettere di raggiungere altri ospedali lontani.

    E questo è ancora più vero per il nostro “ospedale gemello” di Ngaundaye, preso anch’esso in carico dal progetto “Risposta all’emergenza sanitaria nella prefettura di Ouham-Pendé”. Qui un solo medico gestisce ogni attività, insieme con il personale, composto da infermieri non diplomati, ma formati sul campo. Oggi, grazie al progetto, i farmaci finalmente arrivano, così come le attrezzature e il nuovo staff.

    Ogni giorno, grazie alla dedizione del personale e al sostegno del progetto, decine di bambini come Loick vengono aiutati a superare la malnutrizione, le più gravi malattie associate alla malaria endemica, le lesioni da incidenti stradali e molto altro.

    Cosa manca ancora per un “vero lieto fine” per Loick? Una protesi adatta ad un bambino, molto costosa e forse nemmeno disponibile nel Paese. Ma il nostro impegno non finisce qui!».

    Nicola Vinassa, medico Cuamm all’ospedale di Bocaranga