Vi stavo aspettando!
La testimonianza di don Dante da Bossangoa, Centrafrica, un nuovo “ultimo miglio” per il quale cercheremo di fare la nostra parte.
Carissimi,
stiamo vivendo momenti duri, pieni di emozioni forti e di riflessioni profonde. L’ennesima tragedia in mare, al largo delle coste della Grecia, in cui hanno perso la vita in modo drammatico centinaia di persone e tanti, troppi bambini, scuote le nostre coscienze e rinnova un dolore immenso, a cui non dobbiamo abituarci.
Rotte in mare aperto che portano alla morte e piste di terra rossa, durissime. Da qualche giorno sono rientrato dalla mia ultima missione. Sono stato in un paese bellissimo, ma tremendamente fragile e instabile: il Centrafrica. 8 ore di macchina su pista sconquassata, in direzione nord-ovest, ci hanno portato da Bangui, la capitale dove il Cuamm opera da 5 anni nel Complesso pediatrico con risultati importanti, a Bossangoa, un posto isolato e “dimenticato”. Un nuovo “ultimo miglio”. Circa 180.000 persone vivono qui; c’è un unico ospedaletto di 130 posti letto, con 2 medici generalisti, senza specialità, che fanno un po’ di tutto. Fanno un po’ i chirurghi, i pediatri, gli ortopedici, ma soprattutto cercano di assistere al parto tante donne, in quella che è la zona con la più elevata mortalità materna del paese. Per questo motivo, come Cuamm, abbiamo scelto di andarci. Milizie governative e truppe russe della Wagner si spostano in questo lenzuolo di terra fragile, senza soluzione di continuità: ogni 30 chilometri un posto di blocco e stop forzato per il controllo documenti. Non ho mai visto così tanti militari come in quest’area! È di certo un paese insicuro e instabile, ma che ha anche tanta voglia di pace e di ripartire.
Questo è quello che mi ha trasmesso il dott. Nguimalet Hamadou Delfin che ci ha accolto nell’ospedale di Bossangoa. Ha 32 anni e da giovanissimo medico si trova a fare il direttore sanitario: «Vi stavo aspettando!» ci ha detto. Ci conosce perché ha studiato e si è formato al Complesso pediatrico di Bangui. «Vi conosco e non vedevo l’ora che arrivaste!».
Ora siamo arrivati, in questo nuovo ultimo miglio, dimenticato da tanti, che nessuno vede ma per il quale, con l’aiuto di tutti, cercheremo di fare la nostra parte, perché il bisogno è tanto e perché vogliamo provare a dare ai giovani africani, a tante mamme e bambini, qualche speranza in più di poter trovare risposte ai propri bisogni, lì dove sono nati e cresciuti. È quello che ci chiedono e che proviamo a fare con tutte le nostre forze!
Questa e tante altre sfide, grandi e piccole, che affrontiamo ogni giorno in Africa, racconteremo nel nostro Annual Meeting il prossimo 4 novembre, a Milano.
Ti aspetto e grazie di essere al nostro fianco.
D. Dante