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Fiero di essere padre

Isaya in Tanzania è padre di Innocent, un bambino che soffre di una grave forma di malnutrizione, che lo ha portato in terapia intensiva. Qui arriva il tuo, il nostro 5×1000: un’energia che moltiplica l’aiuto.

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    «Mi chiamo Isaya e sono padre di due figli, Innocent, che ora è ricoverato qui nel reparto di malnutrizione, e Steven, che mentre siamo in ospedale vive con la zia. Siamo arrivati ​​due settimane fa, perché Innocent aveva uno strano gonfiore alle mani. Ero molto preoccupato per le sue condizioni e volevo che i medici lo visitassero e gli dessero dei farmaci per farlo sentire meglio. Tuttavia, il dottore ha deciso di ricoverarlo, perché gli è stato diagnosticato il Kwashiorkor, una forma molto grave di malnutrizione, dovuta alla mancanza di proteine ​​e di altri nutrienti essenziali nella dieta dei bambini. Aveva bisogno di ossigeno per respirare e di un sondino per l’alimentazione. Mi sono sentito rassicurato nel vedere come i medici si prendessero cura di lui.

    Innocent ha trascorso un mese e mezzo in terapia intensiva, poi è stato dimesso perché le sue condizioni erano migliorate: poteva parlare, giocare, mangiare e ha anche detto qualche parola alla mamma: “Preferisco riso all’ugali”. Purtroppo le sue condizioni di salute sono improvvisamente peggiorate, perciò rieccoci qua. Ho dovuto lasciare il lavoro e sono venuto a casa di mia sorella, in un villaggio vicino a Ipamba, per dare supporto a mio figlio.

    Da quando sono qui, medici ed infermieri mi hanno insegnato come prendermi cura del mio bambino, come preparare e riscaldare correttamente il latte e quanto spesso dargli da mangiare. Così ho pensato di aiutare anche le altre mamme nel reparto, spiegando loro come dovrebbero accudire i figli. Durante la notte le sveglio dicendo: “È ora del latte”. Ho insegnato loro a controllare la temperatura dei loro bimbi e se troppo alta, riferirlo alle infermiere. Un’operatrice specializzata nello sviluppo della prima infanzia fa delle attività e dei giochi per stimolare lo sviluppo di Innocent, per farlo interagire con me, con sua madre, ed altri bambini. Sono l’unico padre qui in reparto, perché di solito nella nostra cultura gli uomini non si prendono cura dei loro bambini, si vergognano e lasciano la responsabilità interamente alle madri che sono costrette a fare tutto da sole. Se avessi la possibilità di parlare con loro, direi che quando diventi genitore tuo figlio è un dono e un valore per l’intera comunità. È fondamentale coinvolgere i padri nella crescita dei figli, andando nei villaggi per svolgere attività di sensibilizzazione sulla salute e sulla cura dei bambini. Anche i miei amici mi chiedono perché sono qui in ospedale, come se fosse una cosa strana, io rispondo: “Sì, mi sto prendendo cura di mio figlio, voglio vederlo star bene, riprendersi”». Qui arriva il tuo, il nostro 5×1000: un’energia che moltiplica l’aiuto attraverso il programma “Prima le mamme e i bambini. Persone e competenze”.

    «Purtroppo manca l’educazione, non abbiamo gli strumenti per capire quanto sia fondamentale prendersi cura della propria salute e di quella dei propri bambini. Perciò sarebbe essenziale che gli operatori comunitari andassero di villaggio in villaggio per rendere le comunità più consapevoli su molti temi e problematiche, in particolare informando su una corretta alimentazione, sull’educazione sanitaria e sulle buone pratiche igieniche. Lo vorrei fare io stesso per evitare che ciò che sta succedendo a mio figlio possa succedere a qualcun altro».

    Ecco, fare la nostra parte: la tua firma e il nostro codice fiscale sulla dichiarazione dei redditi non sono un dettaglio. Per noi e per tante mamme e papà africani possono “cambiare il mondo”. Passaparola!

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