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Pasqua a Chisinau

24 aprile – Le donne ucraine decidono di preparare il pranzo di Pasqua. Si cucina, si mescola, si frigge tutte assieme mentre si ascolta musica tipica. Fuori splende un bellissimo sole, ma nel cuore ora c’è solo buio.

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    Non è da tutti avere la fortuna di condividere un pranzo per festeggiare la Pasqua Ortodossa insieme ad un mix di italiani Moldavi e Ucraini, nella palestra di un oratorio di San G. Bosco, all’estrema periferia sud di Chisinau, che oggi ospita una cinquantina di profughi. Oggi è festa grande e la mensa che da solito fornisce i pasti agli ospiti è chiusa. Le donne ucraine decidono di preparare il pranzo, l’atmosfera è spettacolare. Si cucina, si mescola, si frigge tutte assieme mentre dal cellulare si ascolta musica tipica. Minestre, pollo, patate e l’immancabile insalata russa arrivano nelle tavole preparate con grande cura. In cestini di vimini, quantità industriali di uova sode colorate verranno sbattute tra le nostre mani mentre ci si scambiano gli auguri. Per dolce, la “Pasca!”  Un panettone ricoperto di glassa che sa di focaccia. Squisito! C’è gioia, allegria e musica. Ma negli occhi di queste donne e dei ragazzi presenti c’è un sottofondo di tristezza perché lontani dai propri cari e dalla propria terra. E poi, proprio al caffè, arriva la notizia che nel villaggio di una delle signore lì tra noi, hanno bombardato e la sua casa adesso non ha più né porte né vetri. Fuori splende un bellissimo sole, ma nel cuore ora c’è solo buio.

    Stefania Cavinato, volontaria Cuamm

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