Medici con l'Africa Cuamm

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ONE PLANET, ONE HEALTH

Covid come Ebola, Marburg e molte altre epidemie mostra la relazione profonda tra ambiente, animali, esseri umani per tutelare la salute di tutti: un paradigma culturale conosciuto come one health.

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    David Quammen, autore di “Spillover”, dialoga con Medici con l’Africa Cuamm su ciò che sta accadendo e sul ruolo che anche le organizzazioni internazionali possono avere.

    Viviamo in un mondo popolato da virus, virus sconosciuti, dei quali non abbiamo informazioni. Ogni animale, ogni specie di pianta, o varietà di fungo o batterio, ciascuno di loro ha propri virus ma le persone non lo sanno. Si pensa ai virus come qualcosa di intrinsecamente pericoloso, quando invece la maggioranza di loro non crea alcun danno alla salute dell’uomo. Da sempre siamo entrati in contatto con virus presenti nell’ambiente naturale, così come da sempre l’uomo cacciatore è venuto a contatto con animali selvatici, niente di nuovo da questo punto di vista. Quel che è cambiato radicalmente però è che ora noi uomini siamo molti di più: 7,8 miliardi di persone sullo stesso pianeta, intelligenti, affamate, potenti anche grazie alle tecnologie e soprattutto capaci di distruggere l’ambiente naturale intorno a noi, estraendone le risorse, uccidendo gli animali, distruggendo le foreste e i minerali. Quindi continuiamo a fare ciò che in qualche misura gli uomini hanno sempre fatto, ma ora lo facciamo su scala immensamente più vasta con le conseguenze che ne derivano. Primo tra tutti è il rapporto con gli animali selvatici con cui entriamo in contatto: li catturiamo, uccidiamo, a volte li trasportiamo vivi nei mercati, persino in altri paesi, e così facendo esponiamo noi stessi a virus per noi nuovi. Né gli animali né i virus cercano l’uomo: siamo noi che andiamo a cercarli entrando nei loro ambienti naturali e fornendo così loro la possibilità di diventare virus anche dell’uomo. È così che avviene quello che chiamiamo spillover, il salto di specie: un virus che prima stava nel suo habitat coglie l’opportunità di replicarsi anche in una nuova specie, per esempio nell’uomo, come avvenuto ora. È un virus “vincitore” perché è riuscito a conquistare l’uomo.” Spiega David Quammen.

    Ma cosa significa veramente “one health” e quali sono le azioni che dobbiamo attuare applicarla?

    “Il concetto di one health non è un programma né un pacchetto di azioni specifiche, potremmo considerarlo una filosofia, un modo di pensare. Non esiste la salute dell’uomo separata dalla salute degli animali, ma esiste solo la one health, un equilibrio tra le due. Nel nostro mondo globalizzato siamo tutti vicini: se in Cina si muore per un nuovo virus, nel resto del mondo le persone non possono semplicemente pensare di proteggersi chiudendo gli aeroporti, perché comunque il virus arriverà. Non è pensabile risolvere il problema in modo individuale, ciascun paese secondo i propri tempi e modi: possiamo solo farlo tutti insieme. È la salute globale.” spiega David Quammen.

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