Use this static Page to test the Theme’s handling of the Blog Posts Index page. If the site is set to display a static Page on the Front Page, and this Page is set to display the Blog Posts Index, then this text should not appear.
Ci sono immagini che fanno sanguinare il cuore. Sono quelle delle decine di corpi che in queste ore l’acqua del mare sta restituendo alla terra, sulla spiaggia di Beira, affacciata all’oceano indiano.
Giovanni Putoto, responsabile della programmazione del Cuamm ha raggiunto il team Cuamm a Beira: «Nell’Ospedale centrale di Beira tutta l’attività chirurgica è paralizzata, cibo e acqua bisogni impellenti: bisogna fare presto!»
Fornire acqua potabile, riparo alle popolazioni sfollate, assistenza sanitaria. Queste le attività salvavita considerate prioritarie per far fronte all’emergenza.
La situazione resta estremamente critica nei prossimi giorni previste ancora piogge intense ed esondazioni con il rischio di nuove vittime. Serve aiuto per cibo, acqua potabile, abiti, kit di primo soccorso e materiale per costruire ripari.(Foto di INGC, Instituto Nacional de Gestão de Calamidades).
In questi giorni il ciclone Idai si è scagliato sul Mozambico e in particolare sulla città di Beira. È stato un fine settimana di grande preoccupazione per la calamità che ha colpito circa 700.000 persone tra Beira, Dondo e Nyamathanda seminando un numero imprecisato di morti, feriti e sfollati.
Medici con l’Africa Cuamm punta a realizzare un nuovo sistema idraulico in grado di garantire l’acqua corrente in tutto l’ospedale.
Gravi danni alle strutture sanitarie di Beira. Medici con l’Africa Cuamm al lavoro con autorità locali per garantire servizi sanitari in emergenza. Maggiormente colpiti i quartieri più poveri, nella città inondata il rischio è il colera. Bisogna assicurare la continuità dei servizi sanitari nonostante la calamità.
In questi giorni il ciclone Idai si è scagliato sul Mozambico e in particolare sulla città di Beira. È stato un fine settimana di grande preoccupazione per la calamità che ha colpito circa 700.000 persone tra Beira, Dondo e Nyamathanda seminando un numero imprecisato di morti, feriti e sfollati.