Qualcosa di raro, a Tosamaganga
Dalla Tanzania, il racconto di un incredibile parto trigemellare naturale, avvenuto in sicurezza. E di un padre, che, mentre la madre riposa, esegue la kangaroo terapia sulle sue bambine.

L’ospedale di Tosamaganga, in Tanzania, effettua circa 3.000 parti l’anno. AnnaJoyce, caposala della maternità e ostetrica professionista, ne assiste molti. Quello che è accaduto però poche settimane fa qui, nell’ospedale dove lavora ormai da circa vent’anni, è qualcosa di raro.
«Un parto trigemellare, per via vaginale, così delicato e ben riuscito è un successo».
Un successo, questo parto, lo è davvero.
Beta Andrea, questo è il nome della mamma, è arrivata con le contrazioni e una pancia “davvero enorme” – così dice AnnaJoyce. Nell’ospedale di Tosamaganga non l’avevano mai vista. Dal momento che vive in un villaggio del distretto vicino, a due ore di autobus, le visite prenatali le aveva fatte nel piccolo centro di salute che conosceva. Una struttura di prossimità come ce ne sono tante ad Iringa, e in ogni angolo del paese. Centri che prestano servizi di base con strumenti essenziali, e che sicuramente non dispongono di un ecografo.
«La mamma non aveva idea della sua condizione – dice AnnaJoyce. Quando è arrivata, con le contrazioni in corso, abbiamo fatto subito un’ecografia e visto che si trattava di una gravidanza trigemellare! Una sorpresa per lei, e anche per suo marito che l’ha accompagnata».
Le contrazioni non sono durate molto, il tempo necessario ad AnnaJoyce per preparare la mamma, darle delle indicazioni e rassicurarla prima del parto. I rischi lei, ostetrica di professione da oltre vent’anni, li conosceva bene: un’emorragia avrebbe messo in serio pericolo la mamma, e anche le piccole.
Nella sala parto, però, quel giorno le cose sono andate per il verso giusto. Insieme ad AnnaJoyce, c’era anche Arianna, Jpo in ginecologia e una seconda ostetrica. È stato un lavoro di squadra, eseguito con la massima collaborazione e nei tempi giusti.
«La tempistica è fondamentale, essere in tre in sala è stato importante perché ognuna aveva il suo ruolo, sapevamo cosa fare e se ci fossero state complicazioni eravamo pronte ad intervenire».
Beta Andrea ha dato alla luce tre bambine, nate premature, alla 32esima settimana di gestazione ma in salute. Le piccole sono state subito trasferite nel reparto di terapia intensiva neonatale dove Giulia e Veronica, Jpo in pediatria, si sono prese cura di loro seguendole nei momenti più delicati.
«Abbiamo da subito spronato la mamma e il papà a fare la kangaroo terapia. Le incubatrici sono senz’altro fondamentali in casi come questo ma il contatto pelle a pelle non deve essere ignorato, ha innumerevoli benefici sui neonati e sul legame che si crea con i genitori» ha detto Giulia Guerrini, Jpo in pediatria.
In quella piccola stanza, ordinata e silenziosa dell’ospedale di Tosamaganga, Beta Andrea e suo marito hanno trascorso giorni e settimane stringendo al petto le piccole Arianna, Giulia e Veronica. Le loro bambine gli ricorderanno sempre che quell’ospedale, lontano chilometri da casa, è un luogo di cura e speranza.