Un nuovo impegno in Burkina Faso
Prevenzione e cura di epatiti B e C in un paese dove queste malattie compromettono ancora la salute e la vita di migliaia di persone.

Un nuovo impegno in un paese già conosciuto. Ieri a Ouagadougou in Burkina Faso, presso il Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, abbiamo lanciato un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C. Un’iniziativa guidata dall’Università di Padova (UniPd) e implementata in partenariato con Medici con l’Africa Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
Presenti all’evento di lancio anche l’ambasciatore d’Italia Andrea Romussi, il Ministro della salute del Burkina Faso Dr Robert Kargougou, il direttore don Dante Carraro, il Dott. Giovanni Putoto responsabile programmazione e ricerca operativa, Claudia Mocci responsabile di progetto insieme al prof. Francesco Paolo Russo del Dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell’Università di Padova.
«Per noi questo è un po’ un ritorno – ha detto Giovanni Putoto, responsabile programmazione e ricerca operativa.- Il Cuamm ha lavorato in Burkina Faso circa dieci anni, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta e oggi che il paese affronta un periodo di forte instabilità interna, ci riaffacciamo con un intervento specifico. Il progetto sulle epatiti, che abbiamo accolto con la collaborazione dell’Università di Padova e dell’Istituto Superiore di Sanità ci porta ancora una volta vicino ai più fragili, soprattutto alle mamme e ai bambini che da sempre sono al centro del nostro lavoro».
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (Hbv) stimata intorno al 10% nella popolazione generale. Il rischio aumenta significativamente nei gruppi vulnerabili, quelli che da sempre sono al centro del nostro lavoro. Tra loro, maggiormente a rischio sono le donne in gravidanza: a causa dell’elevato rischio di trasmissione verticale del virus, le conseguenze possono essere gravi anche per la salute dei neonati.
A rendere più difficile il contrasto alle epatiti in contesti a risorse limitate, le difficoltà di diagnosi e trattamento. Se non individuate tempestivamente e in assenza della giusta terapia clinica infatti, le conseguenze possono essere anche mortali.
L’iniziativa ha carattere multidisciplinare: una componente di ricerca sarà guidata dall’Università di Padova con il Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Oncologiche e Gastroenterologiche (Discog) diretto dal Prof. Umberto Cillo e con il contributo specialistico dei gastroenterologi ed epatologia Prof.ssa Patrizia Burra e Prof. Francesco Paolo Russo; fondamentale poi il coinvolgimento dell’Istituto Superiore di Sanità nelle attività di sorveglianza epidemiologica, nella fornitura di strumenti e nella condivisione di informazione oltre che nell’introduzione di un sistema di gestione informatico delle cartelle cliniche mentre a Medici con l’Africa Cuamm è affidato il compito di presidiare gli aspetti gestionali e tecnici di questo progetto.
L’intervento sarà focalizzato sul Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, e ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.
«Questo progetto si inserisce nella consolidata tradizione dell’Università di Padova in ambito di cooperazione e formazione sanitaria, confermando l’impegno dell’ateneo nel promuovere il miglioramento delle condizioni di salute globale.» ha dichiarato il prof. Francesco Paolo Russo.
Le attività programmate prevedono un approccio integrato e comprendono:
- Formazione del personale sanitario locale, in modalità sia presenziale che a distanza
- Sviluppo di attività di ricerca scientifica
- Gestione clinica dei casi complessi
- Fornitura di equipaggiamenti diagnostici, test, farmaci e sistemi informatizzati per la gestione delle cartelle cliniche
- Contributo alla revisione del protocollo di gestione dei pazienti affetti da epatiti virali B e C
- Introduzione di un software per la gestione dei pazienti cronici
Il progetto sarà realizzato in partenariato con l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). L’iniziativa è finanziata dal Ministero degli Affari Esteri attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics).