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Rinascere insieme

Quella della mamma di Fedrik, 2 anni, arrivato gravemente disidratato e malnutrito all’Ospedale di Tosamaganga, è una storia di rinascita, riscoperta della maternità, consapevolezza e crescita.

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    Quella della mamma di Fedrik, 2 anni, arrivato gravemente disidratato e malnutrito all’Ospedale di Tosamaganga, è una storia di rinascita, riscoperta della maternità, consapevolezza e crescita. Ce la racconta Marianna, specializzanda in Pediatria dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, che ha deciso di partire come JPO con il Cuamm per fare un’esperienza formativa in Tanzania.

    «In quella notte di aprile lo staff medico ha avviato immediatamente il protocollo di trattamento per la malnutrizione acuta e severa, ma la sopravvivenza di Fedrik è rimasta incerta, sospesa per molti giorni tra la vita e la morte. Il piccolo ha dimostrato subito grande attaccamento alla vita, a cui si è aggrappato con tutte le sue forze, sostenuto dalla sua più grande ancora di salvezza, la sua mamma.

    Uscire dallo stato di malnutrizione è una sfida non solamente clinica che tanti bambini al di sotto dei cinque anni devono affrontare, ma ha anche una componente “sociale”, perché coinvolge, oltre a medici e pazienti, anche i caregiver: sono proprio i familiari che possono comprendere lo stato di salute dei loro cari e accorgersi se qualcosa non va.

    La mamma di Fedrik non riusciva a comprendere cosa stesse accadendo a suo figlio. Era poco attivo e partecipe, dormiva spesso, sembrava sempre stanco. Così lo ha caricato in spalla, ha percorso molti km a piedi fino all’ospedale.

    Da quel giorno per la mamma di Fedrik è iniziato un cammino di crescita personale che ha cambiato la sua vita e quella di suo figlio, insieme sono rinati nella relazione più importante e preziosa per entrambi. La mamma ha imparato a riconoscere i bisogni del suo bambino, a “leggere” i suoi occhi e ad interpretare i suoi segnali per capire il suo stato di salute. Non solo, ha sperimentato la forza della comunità, l’importanza della condivisione delle esperienze, del dialogo con le altri madri ed è diventata un esempio, un punto di riferimento. Ha appreso che il percorso di cura di suo figlio non si esaurisce dentro alle mura dell’ospedale, ma prosegue anche fuori: a casa, in famiglia, nel suo villaggio e che il cambiamento può attuarsi anche attraverso la sua testimonianza.
    Ogni giorno sono tante le mamme che intraprendono questo stesso cammino di crescita, che parte sempre con un primo passo verso l’ospedale. Lì trovano uno staff competente che può garantire assistenza sanitaria qualificata e può dare molte informazioni utili per la loro salute e per quelle dei loro figli.

    La malnutrizione, in Tanzania, così come in tutti gli altri paesi dell’Africa sub-Sahariana, non è causata solamente dalle ristrette possibilità economiche. Si tratta di una problematica molto complessa e ampia, abbraccia diversi aspetti: bassi livelli d’istruzione, impossibilità di accedere liberamente a servizi igienico-sanitari essenziali, fragilità̀ dei sistemi di sicurezza sociale, stato di nutrizione materno e situazioni di emergenza ricorrenti come siccità̀, alluvioni, migrazioni forzate e conflitti.
    Nei reparti di pediatria in cui il nostro staff è impegnato, la malnutrizione infantile rappresenta una delle principali cause di ricovero ed è spesso la più insidiosa. Come testimonia la storia di Fedrik, il percorso riabilitativo dei piccoli pazienti non è fatto solamente fatto di protocolli e somministrazione di farmaci, ma coinvolge l’educazione alimentare e sanitaria delle mamme che possono davvero farsi portavoce di un cambiamento anche all’interno delle loro famiglie e della loro comunità».

    Grazie al tuo aiuto possiamo garantire un ricovero a un bambino malnutrito come Fedrik e salvargli la vita.

    Dona un ricovero per malnutrizione 

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