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Prevenire e curare la Tb è possibile

La tubercolosi è una grande sfida di salute pubblica in Uganda dove si è da poco concluso un progetto per ampliare e migliorare i servizi di prevenzione e trattamento della malattia.

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    La tubercolosi (Tb) rimane una delle malattie infettive più letali al mondo e una grande sfida di salute pubblica, in particolare in Uganda dove, secondo dati 2023 dell’Oms, ogni anno circa 91.000 persone si ammalano di tubercolosi. L’Uganda è uno dei trenta Paesi ad alta incidenza di Tb e di co-infezione Tb/Hiv; infatti il 32% dei pazienti con Tb è affetto anche da Hiv e più della metà dei decessi avviene tra le persone Hiv positive. Inoltre, due pazienti con Tb su 100 sono affetti da tubercolosi multifarmaco resistente.

    L’aspetto fondamentale è che la malattia è prevenibile e curabile ed è su questo che il Ministero della Salute sta concentrando i suoi sforzi, promuovendo un Piano strategico quinquennale per la tubercolosi e la lebbra approvato nel 2021. A questo si sono aggiunti negli anni una serie di interventi mirati per la prevenzione e il trattamento della malattia nel Paese, tra cui il progetto triennale “SCALE – Incrementare la copertura dei servizi di prevenzione e cura della TB in Karamoja”. Finanziato da Fondation Assistance Internationale (FAI), l’intervento si è concluso lo scorso 29 agosto con un evento in Karamoja, la regione più povera del Paese, nel Distretto di Moroto, uno dei 5 distretti di implementazione dell’intervento insieme a Nabilatuk, Nakapiripirit, Napak e Amudat.

    “Sono dispiaciuto per la conclusione di questo intervento che è stato di grande supporto in questi anni ma allo stesso tempo non posso che evidenziare il grande impatto che ha avuto nella lotta contro la tubercolosi in Karamoja”, ha affermato Fontiano Korobe, il referente per la Tb nella Regione. “Il 90% dei contatti ha avuto accesso alla terapia preventiva (Tpt), il 96% l’ha completata, con un tasso di mantenimento dei pazienti di oltre il 90%.  Il progetto poi ha permesso il rafforzamento delle capacità del personale delle strutture sanitarie, ha sostenuto la ricerca sulla Tb, estendendo i servizi dalle strutture ad alto livello a quelle di livello inferiore” (la Karamoja è stata l’unica regione in cui i centri di salute di secondo livello gestiscono la Tb).

    L’implementazione dell’intervento, sia a livello delle strutture sanitarie che comunitario, è stata sempre gestita in efficace collaborazione e coordinamento con le autorità sanitarie locali e mirava nello specifico a: un aumento della domanda e dell’utilizzo dei servizi per la Tb a livello di comunità per la prevenzione, l’individuazione dei casi, il trattamento e il follow-up dei pazienti; il sostegno alle unità di diagnosi e trattamento (Dtu) per soddisfare la domanda di servizi; il supporto ai servizi di screening, diagnosi, trattamento e follow-up per la Tb mutiresistente (Tb Mdr)  attraverso l’assistenza ambulatoriale a livello di comunità.

    “Il team di gestione del progetto è stato molto flessibile e questo ci ha permesso di gestire meglio le questioni relative alla Tb anche al di là del disegno del progetto”, ha aggiunto Korobe, parlando della collaborazione tra il Cuamm, i distretti e il programma nazionale sulla Tb. All’evento erano presenti diversi stakeholder, in particolare dai 5 distretti coinvolti, tra questi il responsabile regionale per la Tb, altri partner attuatori, membri del team sanitario distrettuale e altri rappresentanti dei governi locali. “ La regione ha beneficiato molto di questo e di altri interventi che il Cuamm ha gestito e come governo locale rimaniamo in ascolto e ci impegniamo a continuare a sostenere ciò che abbiamo ottenuto insieme fino ad oggi”, ha poi affermato Peter Lokwang, rappresentante degli ufficiali sanitari distrettuali.

    Un intervento che, in continuità con il precedente, dura da oltre 9 anni, come racconta Jerry Ictho, consulente tecnico senior di Cuamm. La prima fase è iniziata nel distretto di Napak nel 2015, con particolare attenzione alla Tb multifarmaco resistente. I buoni risultati ottenuti sono stati fondamentali per far sì che FAI decidesse di continuare a finanziare l’intervento. “Oggi facciamo un bilancio di ciò che siamo stati in grado di realizzare in questi anni e ci tengo a ringraziare le autorità distrettuali per il sostegno che ci ha permesso di arrivare fino a qui”, ha affermato Jerry Ictho. “Tra le sfide principali che ci siamo trovati ad affrontare, sicuramente il numero di decessi ancora elevato, la cultura e lo stile di vita di alcune comunità a volte caratterizzato da false credenze su malattie e salute, il forte stigma legato alla Tb, il clima e la geografia difficili che hanno reso complesso l’accesso ad alcune strutture più isolate, l’insicurezza, i finanziamenti limitati”, ha aggiunto Joseph Katetemera, capo progetto Cuamm.

    Nonostante le sfide però, sono state introdotte diverse innovazioni come il timbro utilizzato per tracciare i pazienti affetti da Tb, l’acquisto della prima macchina GeneXpert per identificare la malattia nella regione di Karamoja, il coinvolgimento degli attivisti di salute comunitaria (Vht). Una sfida, quella della prevenzione e lotta alla Tb, che per essere affrontata richiede cura, costanza e un coinvolgimento attivo di autorità sanitarie, operatori e comunità.