Il Patto di Roma Un traguardo davvero raggiungibile? E come?
Si pone un grande obiettivo, la Dichiarazione di Roma, firmata ieri da tutti i ministri della Salute del G20. Ma sarà davvero raggiungibile? In che modo? Come Cuamm non possiamo non interrogarci su come si possa rendere concreto e reale questo grande obiettivo.
La Dichiarazione di Roma, firmata ieri dai Ministri della Salute del G20, all’unanimità, è un grande traguardo di cui siamo contenti e che ci fa ben sperare per il futuro e per la salute della popolazione mondiale: l’obiettivo di vaccinare il 40% della popolazione mondiale entro il 2021 sarebbe un risultato davvero importante.
Allo stesso tempo, però, siamo molto preoccupati, perché nella Dichiarazione non si esplicita il “come” si raggiungerà tale obiettivo. Siamo in Africa da oltre 70 anni, siamo impegnati nei paesi più poveri, ora anche nel sostegno fattivo alla campagna vaccinale, a trasformare le dosi in vaccinazione vera. Purtroppo, ogni giorno, tocchiamo con mano come le disparità siano sempre maggiori, e come la fragilità del sistema rallenti tutto il processo. Ci sembra un obiettivo davvero molto difficile da raggiungere. Ad oggi, in Africa c’è una copertura vaccinale del 2-3%, con grandi disparità anche all’interno del continente, con paesi come il Marocco che ha vaccinato il 40% della sua popolazione e altri che sono allo 0,3% come il Camerun. Disparità che aumentano vertiginosamente se si paragonano con i paesi ricchi, dove il 50% della popolazione è stata vaccinata e si sono raggiunti risultati sorprendenti. L’Italia per esempio ha vaccinato più di paesi come l’Inghilterra, la Francia e la Germania.
Una copertura ragionevole, a livello globale, sarebbe quella di vaccinare almeno il 20%, partendo dai sanitari e dalle fasce più vulnerabili di tutta la popolazione del mondo. Mentre qui da noi parliamo di arrivare al’80% della popolazione, di terze dosi e di vaccinare i bambini, ci sono alcune zone dei paesi poveri che non hanno coperto nemmeno le fasce più a rischio della popolazione, zone in cui le dosi non sono arrivate o sono scadute prima di essere state inoculate.
Secondo il Lancet, per arrivare a vaccinare il 40% dell’Africa, servirebbero circa 800 milioni di dosi in più rispetto alle 129 milioni già ricevute dal continente. È molto difficile. Tante sono le domande a cui si dovrebbe dare risposta: come si troveranno queste dosi? I paesi più ricchi, che ne hanno già accaparrate molte di più di quelle necessarie e che hanno i magazzini pieni, le doneranno ai più poveri? Si cercherà di produrre più vaccini a costi più bassi? E ancora si produrranno vaccini in più centri, distribuiti in tutto il mondo? A queste domande, la Dichiarazione di Roma non risponde.
Come Cuamm, non possiamo non interrogarci su come, passo dopo passo, rendere concreto e reale questo grande obiettivo. Come fare in modo che le dosi arrivino davvero nelle zone più periferiche e alle persone più fragili e povere. I sistemi sanitari africani sono fragilissimi, ci sarà bisogno di un grande aiuto anche nell’implementazione delle campagne di vaccinazione, perché davvero le parole e i buoni intenti diventino fatti concreti e realtà. Solo quando ci renderemo conto che quella della condivisione e dell’aiuto reciproco è l’unica via per vincere questa pandemia; solo quando tutti metteremo da parte il nostro interesse personale per il bene della comunità… solo allora potremo davvero tornare a vivere tutti una vita serena, senza la paura che una nuova variante si sviluppi in chissà quale angolo del mondo e ritorni a farci paura.