Essere al fianco delle comunità
La storia di Nesheremo, un esempio dell’importanza di essere presenti a fianco delle comunità, nonostante le sfide costanti.

L’area meridionale dell’Etiopia è da tempo soggetta ai disastri naturali, con sempre più frequenti inondazioni, frane e altri eventi dannosi che sconvolgono vite e causano lo sfollamento di migliaia di persone. Una delle aree più colpite è la Woreda di Dasenech, un distretto confinante con la Woreda di Hamer a nord-est, la Woreda di Nyangatom a nord e il Lago Turkana in Kenya a sud. Casa di 83.317 persone, la Woreda di Dasenech dipende in gran parte dall’allevamento di bestiame e “dall’agricoltura di ritiro delle inondazioni” lungo il fiume Omo, localmente nota come “Omo-Shesh”, che si basa sulla piena annuale dei fiumi per fornire acqua per l’irrigazione. Tuttavia, le inondazioni sempre più intense e frequenti negli ultimi anni hanno drasticamente ridotto i terreni coltivabili da oltre 20.000 ettari a soli 8.200 ettari, aumentando i rischi di insicurezza alimentare, malnutrizione e malattie trasmesse dall’acqua.
Nell’agosto 2024, il fiume Omo si è ingrossato oltre ogni precedente, sommergendo 34 kebele, causando lo sfollamento di quasi 79.828 persone. Terreni coltivati, pascoli, scuole e strutture sanitarie sono stati distrutti, aggravando una situazione umanitaria già disastrosa. In mezzo a questa devastazione, la storia di Nesheremo Arkerech, una donna incinta di 32 anni, dà speranza, mostrando sia le difficoltà che l’impatto salvavita di un intervento tempestivo. Nesheremo e la sua famiglia di sette persone sono stati costretti a scappare dalla loro casa quando le acque alluvionali hanno raggiunto il loro terreno. Essendo pastori, la loro sopravvivenza dipendeva interamente dal bestiame, che è stato portato via dall’alluvione.
Ora Nesheremo e la sua famiglia hanno trovato rifugio nel campo per sfollati interni (IDPs) di Gumburbur: «ero preoccupata per me e per il mio bambino perché, dopo essere stata sfollata, non avevo potuto fare nessun controllo prenatale – ha affermato -. La speranza è tornata quando ho saputo delle équipe mobili per la salute e la nutrizione (MHNTs) di Medici con l’Africa Cuamm nel campo».
Queste cliniche mobili, supportate dall’Ethiopia Humanitarian Fund, forniscono assistenza sanitaria essenziale a 12 comunità remote e 5 campi IDPs dove l’accesso ai servizi sanitari è estremamente limitato. Garantiscono servizi di salute materna e infantile, cure per le malattie più comuni, screening della malnutrizione e riferimento dei casi di emergenza alle strutture sanitarie più adeguate. Vengono coinvolte direttamente le comunità nelle attività di sensibilizzazione sulla salute e la nutrizione basate sulla comunità, come ad esempio le dimostrazioni culinarie.
Grazie alla presenza delle cliniche mobili, Nesheremo ha ricevuto le cure prenatali di cui aveva bisogno, tra cui integratori di ferro e acido folico e una consulenza su come affrontare al meglio il resto della gravidanza. «Ho potuto fare anche i test per l’epatite e la sifilide, che sono risultati negativi – racconta -. Mi sono sentita rassicurata e molto più tranquilla».
L’intervento in questo contesto è fondamentale per rafforzare la prevenzione delle malattie e la risposta alle epidemie, garantendo cure salvavita per le popolazioni sfollate e vulnerabili in aree difficili da raggiungere.
La storia di Nesheremo è un esempio dell’importanza di essere presenti, nonostante le sfide costanti. Medici con l’Africa Cuamm insieme alle altre organizzazioni umanitarie che operano nell’area, continuano l’impegno a fianco delle comunità, sostenendole affinché possano ricostruire le proprie vite.