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Mandela: il ricordo del Cuamm

È giunto il tempo di sanare le ferite, è arrivato il momento di colmare il fossato che ci divide. Ora questo dipende da noi”.

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    Sono passati 19 anni da quando Nelson Rolihlala Mandela pronunciò queste parole a Pretoria nel giorno dell’insediamento come primo presidente nero del Sudafrica.

    Oggi, all’indomani della sua morte, Medici con l’Africa Cuamm desidera ricordarlo con un ringraziamento per quel seme di speranza e di liberazione che ha gettato nel continente africano.

    “Grazie Mandela” è anche il titolo di un articolo pubblicato nel 1994 nel bollettino “Cuamm Notizie” di cui riportiamo un estratto:

    L’Africa non lancia soltanto messaggi di disperazione e di lutto. Dal Sudafrica ci giunge un segnale di speranza e di grandissima forza: la forza della lungimiranza politica, della tolleranza, dell’incredibile perseveranza nel coltivare un disegno ideale.

    Il 27 aprile (1994 ndr) si sono tenute le prime elezioni a suffragio universale e l’8 maggio Nelson Mandela è stato eletto all’unanimità Presidente del Sudafrica.

    Nelson Rolihlala Mandela ha dedicato tutta la sua esistenza alla difesa della dignità e della libertà del suo popolo, subendo per oltre 50 anni persecuzioni di ogni genere (un giornalista, intervistandolo, gli ha chiesto: “Ma lei è un santo?”). Nel 1940 viene espulso dall’Università per la sua attività politica; a capo dell’African National Congress, il partito che ha conquistato alle elezioni il 63% dei suffragi, è continuamente braccato dalla polizia e ripetutamente arrestato finché nel 1964 viene rinchiuso nella prigione di Robben Island.

    27 anni di detenzione durissima (“In carcere impari il valore dell’autodisciplina, esci fuori da te stesso e osservi la tua debolezza”), poi – 4 febbraio 1990 – la liberazione. Il governo sudafricano capisce che questo è l’uomo che può risolvere la crisi del paese, entrata in una fase senza sbocco. Inizia per Mandela una partita difficile e complessa: da una parte deve convincere il suo movimento a deporre l’idea rivoluzionaria per conquistare il potere, dall’altra ottenere dal governo lo smantellamento totale del regime dell’apartheid e deve infine superare le tensioni tribali soprattutto nella provincia del Natal, roccaforte zulu dell’Inkatha Freedom Party. Quella che era considerata una situazione ad altissimo rischio, una sorta di bomba a orologeria pronta a esplodere con conseguenze sconvolgenti, viene governata con intelligenza, pragmatismo ed estrema saggezza.

    Il risultato è quello che ci consegna la cronaca di questi mesi e che è già passato nelle pagine della storia. Grazie, Mandela.

    “Grazie, Mandela”, Cuamm Notizie, n. 1/1994 – Gennaio-Aprile 1994 p. 2
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