Medici con l'Africa Cuamm

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Appello congiunto per la salute globale

Lincei e Cuamm: colmare il vuoto lasciato da USAID e rafforzare l’impegno europeo e italiano nella cooperazione sanitaria

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    10 miliardi di dollari di tagli in un solo anno, fino a 40 miliardi nei prossimi cinque: sono alcune delle cifre che preannunciano l’impatto devastante della drastica riduzione dei fondi Usaid per l’assistenza allo sviluppo, decisa dall’Amministrazione Trump. Dati che sollevano gravi preoccupazioni per la salute e il benessere delle popolazioni più vulnerabili del mondo.

    In risposta a questo scenario, l’Accademia Nazionale dei Lincei e Medici con l’Africa Cuamm lanciano un appello congiunto alla comunità internazionale, e in particolare all’Europa e all’Italia, affinché si facciano carico del vuoto lasciato dagli Stati Uniti nella cooperazione sanitaria.

    L’alternativa è che servizi essenziali di diagnosi e cura vengano interrotti, centinaia di migliaia di operatori sanitari locali restino senza lavoro e milioni di persone perderano l’accesso a cure fondamentali contro malattie come AIDS, tubercolosi e malaria. Alcune proiezioni indicano che questa riduzione potrebbe causare fino a 25 milioni di morti evitabili tra il 2025 e il 2040, colpendo in modo particolare bambini e persone fragili.

    A essere compromessi sono anche programmi di vaccinazione di massa come quelli promossi da GAVI, la Global Alliance for Vaccines and Immunizations, di cui gli Stati Uniti coprono attualmente il 15% del bilancio: la fine dei fondi USAID significherebbe 75 milioni di bambini non vaccinati e oltre un milione di decessi.

    In questo contesto, il documento firmato da Alberto Mantovani, Giovanni Putoto e Roberto Zoboli – rispettivamente per l’Accademia dei Lincei, per il Cuamm e per la Commissione Salute – sottolinea l’urgenza di una risposta europea coordinata e incisiva. Se da un lato l’Unione Europea e i suoi Stati membri rappresentano il primo donatore globale, dall’altro si assiste a un progressivo raffreddamento dell’impegno nel settore sanitario. Da parte dell’Italia, per esempio, ottavo donatore mondiale, solo il 7% dell’ODA (Official Development Assistance) va a sostegno diretto della salute.

    Il recente Piano Mattei, lanciato dal Governo italiano, rappresenta un’importante cornice strategica per rafforzare la cooperazione con l’Africa. Tuttavia, la ripartizione concreta delle risorse resta limitata e frammentata e il settore sanitario continua a non emergere come priorità esplicita. Per affrontare efficacemente la crisi sanitaria globale innescata dalla ritirata statunitense, è necessario potenziare questo strumento, aumentando le risorse e orientandolo in modo più deciso verso il rafforzamento dei sistemi sanitari africani.

    L’appello congiunto insiste inoltre sull’importanza di affiancare all’emergenza una visione di lungo termine basata sul rafforzamento delle competenze locali, la formazione del personale sanitario, l’accesso a tecnologie mediche e la promozione di una vera ownership da parte dei paesi riceventi. Solo con sistemi sanitari integrati, resilienti e guidati da leadership locali sarà possibile garantire una cooperazione sostenibile e realmente emancipatrice.

    Per i firmatari, è il momento di un’azione coraggiosa da parte dell’Italia e dell’Europa. Il diritto alla salute, messo gravemente a rischio nei paesi più fragili, deve tornare al centro delle priorità politiche e della solidarietà internazionale. Intervenire oggi non è solo un dovere etico, ma anche una scelta strategica per costruire relazioni di fiducia e cooperazione duratura con il continente africano, a beneficio di tutti.

     

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