Medici con l'Africa Cuamm

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1 dicembre Giornata mondiale contro l’Aids

Nella Giornata mondiale contro l’Aids, Medici con l’Africa Cuamm, insieme alle comunità locali, continua a impegnarsi per combatter e lo stigma e fronteggiare un’epidemia che nel 2022, solo in Africa, ha colpito drammaticamente.

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    1 dicembre. Nella Giornata mondiale contro l’Aids, Medici con l’Africa Cuamm richiama l’attenzione su quello che, nella maggior parte dei paesi dell’Africa sub-Sahariana resta ancora oggi un dramma che colpisce tanti, indistintamente.

    Sono infatti 25,6 milioni le persone che vivono con HIV nel continente dove, lo scorso anno, sono state registrate 660 mila nuove infezioni, oltre 385.000 le morti correlate all’Aids. In Africa sub-Sahariana, oltre il 77% delle nuove infezioni tra la popolazione giovane (15-24 anni) colpisce donne e ragazze.  Situazione che diventa ancora più drammatica tra i migranti e i rifugiati, che vivono in condizioni estremamente difficili e insicure.

    Sebbene i numeri mostrino una tendenza positiva da quando, nel 1988 l’Organizzazione mondiale della sanità ha istituito questa ricorrenza, stigma e discriminazione sociale fanno della malattia un tabù ancora largamente diffuso nei paesi a risorse limitate. Per fronteggiare l’epidemia, quindi, Medici con l’Africa Cuamm, attraverso il supporto di tanti donatori, istituzioni, entri privati e Fondazioni italiane e internazionali, lavora a stretto contatto con le comunità coinvolgendo attivisti, autorità distrettuali e di villaggio, operatori di salute e associazioni del territorio con l’obiettivo di informare sui temi della prevenzione e sull’importanza dei trattamenti antiretrovirali.

    «Chi viene stigmatizzato si sente inutile e quando si tratta della famiglia si sente più un ostacolo. Questo provoca un’autostima bassissima. Ti convinci che non troverai nemmeno un uomo che ti sposi e crolli. Si arriva anche a trascurare quelle piccole azioni che ti permettono di guadagnare qualcosa, senti di non valere nulla e non senti il bisogno di continuare, nemmeno con le medicine».

     Joyce (nome inventato) è una giovane donna e vive a Shinyanga, in Tanzania, dove il Cuamm da diversi anni interviene nella lotta all’Hiv con particolare attenzione agli adolescenti, fasce in cui l’aderenza al trattamento è inferiore rispetto al resto della popolazione.

    Significativo anche l’impegno del Cuamm in Mozambico. Nella città di Beira, infatti, Medici con l’Africa Cuamm porta avanti da anni un lavoro costante con numerose realtà locali come l’associazione Kuplumussana, un gruppo che riunisce donne che vivono con l’Hiv “che si aiutano a vicenda”, come dice il nome. Mentre le associazioni Anandjira e Geração Saudável – “generazione consapevole” – si rivolgono direttamente agli adolescenti con attività teatrali, counselling ed educazione tra pari, per ricordare loro che fare il test e iniziare al più presto la terapia antiretrovirale è il modo migliore per affrontare l’Hiv e vivere una vita in salute. Lo scorso anno, grazie alla sinergia con questi partner locali, 196.922 giovani sono stati coinvolti in attività di educazione sulle malattie sessualmente trasmissibili e 143.162 adolescenti hanno effettuato il test per l’Hiv.  

     «Vengo qui al SAAJ (Servizi per gli adolescenti) per prendere i farmaci per l’Hiv/Aids e per ascoltare le conferenze e i consigli che ci danno – racconta Mateus Manuel – Anche quando non ho niente da fare a casa, vengo qui per parlare, per confrontarmi e arginare le mie preoccupazioni. Molte cose sono cambiate nella mia vita da quando ho scoperto di essere malato e ringrazio chi mi aiuta e mi dà la possibilità di una vita “normale”».

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