Mogol incontra il Cuamm La musica come cura
Al Conservatorio di Milano, Mogol e don Dante Carraro si incontrano per un dialogo a ritmo di canzoni, tra emozioni e storie dall’Africa.

La musica come atto di cura e di dono. È questo il filo che ha unito le due anime della serata di giovedì 10 aprile, svoltasi al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Protagonista dell’evento una delle più importanti firme della musica italiana, Mogol, in dialogo con don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm.
Un momento di riflessione e scambio, moderato dalla giornalista Giorgia Cardinaletti, reso ancora più intenso dall’ascolto delle canzoni più celebri di Mogol. Da Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi fino a La canzone del sole, i brani, noti al grande pubblico, sono stati interpretati dagli studenti dei corsi Jazz del Conservatorio. E hanno “dato il la” a un dialogo profondo sull’incontro con l’altro e sull’avventura umana e professionale del Cuamm in Africa.
La musica, nella sua funzione terapeutica per il corpo e per le emozioni, si è unita alla medicina che ogni giorno agisce in contesti fragili per tutelare la salute e la dignità delle persone. Un legame ben spiegato dal Maestro:
«Cantare insieme, aiutare gli altri, coltivare la solidarietà, e quindi l’allegria, crea endorfine preziose, è tutta salute che arriva».
Al Cuamm lo sappiamo bene. L’energia che deriva dal fare del bene è ciò che sperimentano ogni giorno i nostri medici sul campo. Un lavoro quotidiano fatto insieme all’Africa, con i giovani africani. Nel tentativo di invertire la rotta insieme.
«Loro stanno facendo un’operazione straordinaria – ha detto Mogol –. Sono lì, con un numero esiguo di persone, per un mare di gente in pericolo, a darsi da fare, dalla mattina alla sera… Aiutare gli altri è la cosa più importante, Gesù ce lo ha detto. Già vedere che stiamo aiutando qualcuno ci fa bene. Don Dante, che è a capo di tutto questo, si fa in quattro per trovare i soldi e continuare ad aiutare, e anche questa è una fatica terribile, una lotta continua, eppure il cambiamento sta avvenendo. E per questo non basta un applauso, serve un abbraccio!»
Una manifestazione di stima e di affetto che ritrae bene quello che è il nostro impegno quotidiano sul campo: fatto di dedizione, formazione e prossimità. Un esempio, tra i molti, è quanto avviene in Mozambico, dove nel 2000 è stata aperta a Beira una nuova facoltà di medicina, per consentire anche a chi viene dal nord del paese di studiare, laurearsi e dare il proprio contributo.
«Il Mozambico è un paese molto lungo e l’unica università che c’era, fino al 2000, era a Maputo e raccoglieva i giovani dell’area sud del paese. Significa che tutta l’area centro nord era senza medici – ha raccontato Don Dante. – Grazie a questa nuova facoltà, dell’Università Cattolica dei Vescovi, dal 2007 ogni anno si laureano 20, 25, 30 nuovi medici mozambicani. Noi diamo le borse di studio, in cambio dell’impegno di spendere altrettanti anni al servizio nelle proprie aree di provenienza. E quindi ora la parte nord dei Mozambico sta avendo finalmente medici, medici del loro paese. È questo per me l’arcobaleno: io lo vedo negli occhi di questi ragazzi, che guardano al futuro.»
È il messaggio di un continente che non smette di adoperarsi per aprire una strada diversa. Una missione che il Cuamm sostiene da più di 70 anni. Senza perdere la fiducia che lavorando insieme il cambiamento duraturo e strutturale sia possibile.
«Io sono umiliato e mi fa male quando sento parlare dell’Africa in un certo modo: sì, i problemi ci sono, la corruzione c’è, c’è tanto sfruttamento ancora, però c’è anche tanto altro, ed è per questo che credo sia importante costruire ponti: per realizzare questo futuro.»
Un fronte aperto su cui è fondamentale agire e sul quale il Cuamm è impegnato da anni è quello delle morti materne. Soltanto l’anno scorso sono morte 280.000 mamme a causa del parto. Eppure bastano 40 euro per garantire un parto sicuro.
«Destinare il 5×1000 al Cuamm è un modo per sostenere questo lavoro – è l’invito finale di Giorgia Cardinaletti. – 15.700 sono le mamme che nel 2024 il Cuamm ha aiutato a partorire in Africa grazie ai fondi raccolti con il 5×1000. In questa sala siamo 400 persone e se ciascuno convincesse 1 amico a destinare il suo 5xmille potremmo salvare 500 mamme in più con i loro bambini. È un modo per aiutare e sostenere che non costa nulla, basta solo una firma sulla dichiarazione dei redditi e può fare molto. Soprattutto perché più siamo più aiuto possiamo offrire.»