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Con oltre 50 paesi e una superficie di circa 30 milioni di chilometri quadrati, la minaccia di eventi naturali rischiosi in Africa varia molto da una zona all’altra. Questo grafico illustra le tipologie di disastri che hanno coinvolto i paesi africani negli ultimi vent’anni.
L’educazione alla cittadinanza attiva è uno degli strumenti per sensibilizzare le comunità alle grandi sfide davanti a noi e far crescere un senso responsabilità del mondo in cui viviamo. Cuamm si impegna a creare consapevolezza sui temi della salute globale, attraverso attività che possano rendere i cittadini motore di cambiamento.
Un volume che riflette sul concetto di salute, superando l’accezione “riparativa” a cui siamo abituati e invitando a guardare le connessioni tra salute e il mondo che abbiamo intorno: clima, ambiente, economia, conflitto di interesse. Solo con questo sguardo “globale” potremo costruire un mondo nuovo in cui agire con responsabilità.
Pubblicato su Nature lo scorso giugno uno studio che analizza la relazione tra conflitti armati e cambiamento climatico. Riduzione di risorse, mancata sicurezza, ingovernabilità diventano fattori di rischio che, ancora una volta, inaspriscono la realtà delle popolazioni più fragili. Si rende necessario agire a livello globale e politico e a livello individuale per promuovere azioni di cambiamento.
Sul campo in Angola dal 1997 per la salute materno-infantile, il Cuamm è intervenuto in Cunene per l’emergenza siccità: oltre a dare continuità al supporto alla pediatria e malnutrizione dell’ospedale di Chiulo, sta appoggiando il WHO in un programma nazionale di risposta all’emergenza.
Le conseguenze della siccità in Angola si ritrovano nei parametri di salute, con un aumento della malnutrizione acuta, nel panorama sociale – con molte scuole chiuse per mancanza di acqua – e nella conseguente instabilità del paese. Una lettura “globale” della situazione del paese, a partire dalla grave siccità che lo affligge.
Il Sud Sudan è il paese più giovane dell’Africa e uno dei più poveri e fragili del mondo. Solamente addentrandosi in un’intricata rete di fattori politici, istituzionali, economici e ambientali si può ricostruire la catena di concause che determinano questa condizione. L’intervento di Medici con l’Africa Cuamm presso la contea di Panyijar si è svolto all’interno di questa fitta rete di fragilità.
Non solo infrastrutture, strade, attenzione a case ma anche investimento in risorse umane perché si creino comunità preparate ad affrontare i sempre più intensi disastri del clima e capaci di rispondere alle emergenze. Solo dalla sinergia di questi due aspetti può nascere una risposta efficace alle crisi. Una riflessione sul ciclone Idai in Mozambico.
Il ciclone Idai ha provocato gravi conseguenze sulla popolazione della città di Beira, dalla distruzione di case ai danni alla produzione agricola. In questo contesto si è rivelata efficace la risposta che Cuamm ha organizzato sfruttando la rete dei gruppi comunitari: già attivi a livello assistenziale, in occasione del ciclone hanno portato assistenza alla popolazione, permettendo il passaggio di informazioni e la segnalazione di emergenze.
Un’intervista a Carlo Carraro, vice-presidente di IPCC, che inquadra la situazione climatica e ambientale che stiamo vivendo, con le sue ricadute sulla salute. Dall’Italia all’Africa, le conseguenze ci riguardano da vicino e solo un cambio di rotta volto a contenere le emissioni di gas serra e incentivare l’uso di energie rinnovabili potrà ristabilire un equilibrio. Anche l’uso dell’innovazione digitale potrà aiutare.