RESTARE DOVE IL BISOGNO C’è
Il progetto “Ripristino di servizi essenziali di salute, nutrizione e di assistenza alimentare a Shire in Tigray” si avvia alla conclusione ma il Cuamm resta per consolidare risultati e progressi ottenuti.
Comunità sfollate e ospitanti, colpite dal conflitto e dai disastri naturali nella regione del Tigray, in Etiopia. Sono loro al centro di un intervento che, a partire da maggio 2024, ha interessato il distretto di Shire Indasilasse, nel nord ovest del Tigray. È il progetto “Ripristino di servizi essenziali di salute, nutrizione e di assistenza alimentare a Shire in Tigray”, finanziato dalla Cooperazione italiana, che Medici con l’Africa Cuamm implementa insieme al Vis e che si avvia verso la sua conclusione. Sei, le strutture sanitarie coinvolte, nello specifico l’Ospedale Generale Suhul di Shire, l’Indagabuna Primary Hospital, e quattro centri di salute dell’area (Five Angels, Umer Health, Alganesh, St. Agustina).
Da maggio 2024 ad agosto 2025, 31,105 persone hanno avuto accesso ai servizi sanitari e nutrizionali essenziali, incluso il supporto alla salute mentale. 9,657 i parti assistiti da personale qualificato, con una media di 805 al mese; 4,920 i bambini sotto i 5 anni che hanno avuto accesso e supporto durante il trattamento per la malnutrizione acuta, moderata e severa.
Un’attenzione specifica poi è stata dedicata alle donne e alle adolescenti che, particolarmente nei contesti molto fragili e instabili come il Tigray, sono esposte a una doppia vulnerabilità sia a causa di disuguaglianze preesistenti sia perché più soggette alla violenza di genere, alla mancanza di accesso all’istruzione e alle difficoltà economiche. Perciò, l’intervento ha promosso la sensibilizzazione rispetto ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e il miglioramento degli stessi, la creazione e rafforzamento dei sistemi di prevenzione e risposta alla violenza di genere e all’abuso e sfruttamento sessuale (PSEAH) e servizi comprensivi e gender-sensitive di salute mentale (MHPSS). Sono state 2,084 le donne, adolescenti e giovani madri che hanno avuto accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva presso l’Ospedale Suhul; 600, di cui 102 sotto i 18 anni di età, a ricevere i kit per l’igiene mestruale; 1,216, le donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni che, avendo subito violenza di genere, hanno ricevuto servizi dedicati nelle strutture sanitarie.
La qualità delle cure non può prescindere dalla formazione delle competenze e dal potenziamento delle capacità del personale locale. Perciò, attraverso il progetto, sono stati formati 207 operatori su diversi ambiti: assistenza ostetrica e neonatale di base in situazioni di emergenza, gestione delle emergenze sanitarie pubbliche, gestione dei casi di violenza di genere, sistema di gestione delle informazioni sanitarie, e sistema logistico integrato per prodotti farmaceutici. È stata favorito e consolidato poi il coinvolgimento degli operatori di salute comunitaria, gli Health Extension Workers (HEWs), e dei leader di villaggio, fondamentali per avvicinare i servizi alle comunità.
![]()
Con l’obiettivo di rafforzare complessivamente il sistema sanitario e dare supporto alle autorità locali, si è investito nel potenziamento dei servizi di emergenza – urgenza, con focus sulle emergenze ostetriche, pediatriche e neonatali. Allo stesso tempo, sono state promosse campagne di sensibilizzazione sulla donazione di sangue nell’ottica di garantire piena operatività e funzionalità della Banca del sangue di Axum e dell’ospedale Suhul.
Infine, l’intervento si è concentrato sul ripristino e miglioramento dell’accessibilità, funzionalità e qualità delle strutture sanitarie, così come sul rafforzamento del sistema di acqua, igiene e sanificazione (WASH) e il sistema di smaltimento dei rifiuti. In particolare all’ Ospaedale Suhul, sono stati introdotti dei miglioramenti infrastrutturali volti a creare un ambiente più inclusivo, accogliente ed efficiente per i pazienti e il personale. Si mira a garantire la disponibilità continuativa di risorse essenziali, come farmaci, attrezzature e materiali di consumo, favorendo un sistema di manutenzione e gestione sostenibile, e di carburante per il generatore di energia elettrica.
Un intervento che si avvia alla conclusione ma i cui risultati e progressi mirano a consolidarsi ulteriormente con il nuovo progetto appena partito, sempre supportato dalla Cooperazione italiana: “REACT: Risposta Umanitaria Integrata alla Crisi del Tigray”. Perché è dove continua ad esserci bisogno di supporto, che Medici con l’Africa Cuamm resta.