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Violenza di genere in Rca formare per prevenire

A Bangui, in Repubblica Centrafricana, un corso di tre giorni rivolto a professionisti sanitari per rafforzare la prevenzione e la risposta alla violenza di genere.

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    La violenza di genere ha raggiunto livelli allarmanti nella Repubblica Centrafricana (Rca). Nonostante l’esistenza di politiche nazionali e di quadri normativi, norme socioculturali radicate continuano a minacciare il benessere e lo sviluppo personale di donne e ragazze.

    Secondo il Gender-Based Violence Information Management System (Gbvims), nel primo trimestre del 2025 sono stati segnalati 2.445 casi di violenza di genere (vbg) da parte dei servizi specializzati. Tra i sopravvissuti, il 96% sono donne e ragazze (Ocha, giugno 2025).

    Riconoscendo la gravità del problema e l’importanza di garantire sicurezza e assistenza a donne e ragazze all’interno di strutture sanitarie, Cuamm ha recentemente organizzato a Bangui una formazione di tre giorni nell’ambito del progetto «Accesso migliorato all’informazione e ai servizi di salute materna, neonatale e riproduttiva», supportato da Unfpa. Il corso ha coinvolto un totale di 15 professionisti sanitari, di cui 13 provenienti dalla maternità di Castors e due dall’Ospedale Pediatrico di Bangui (Chupb).

    Tra gli argomenti trattati nella prima sessione: l’epidemiologia della vbg, i tipi di violenza, i fattori di rischio e le conseguenze. I partecipanti hanno approfondito poi i principi di assistenza alle sopravvissute, le tecniche di comunicazione e l’identificazione della violenza da parte di partner intimo.

    A seguire, è stato affrontato il tema della relazione tra vbg, salute sessuale e riproduttiva e Hiv/Aids, nonché i processi di gestione dei casi e la mappatura dei servizi disponibili per la vbg. Oltre a sessioni frontali poi, i partecipanti hanno preso parte anche ad esercitazioni pratiche inclusa la simulazione della gestione dei casi e l’analisi di video.

    Le valutazioni pre e post formazione hanno mostrato significativi miglioramenti nelle conoscenze dei partecipanti e nella loro capacità di rispondere ai casi di vbg.

    «Ero consapevole del problema della vbg, ne avevo sentito parlare, ma fino ad ora non avevo mai ricevuto una formazione specifica sull’argomento. È stata una vera opportunità per me, perché gli strumenti condivisi dai formatori mi aiuteranno a riconoscere e sostenere meglio le vittime di vbg. A mio avviso, è una questione molto importante che richiede la nostra mobilitazione per aiutare la popolazione a superare queste difficoltà. Spero di rafforzare ulteriormente le mie conoscenze con future sessioni di formazione».— Sioven Inés, psicologa allo Chupb

    Se gli sfollati interni e i rifugiati sono spesso considerati i volti più visibili della crisi interna in Rca, donne e ragazze continuano a restare nell’ombra mentre la violenza di genere ha ormai raggiunto proporzioni allarmanti. I rischi sono costanti e anche svolgere attività quotidiane come raccogliere acqua e legna, andare al mercato, frequentare spazi comuni, può essere un rischio per molte. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha), ogni ora nel Paese più di una persona subisce violenza di genere, in particolare stupri.

    Oggi, il drastico calo dei finanziamenti per i programmi di prevenzione e risposta alla violenza di genere rischia di rallentare enormemente i progressi finora compiuti. L’assenza di risorse ha infatti già costretto alla chiusura molti servizi essenziali, compresi quelli sanitari e di supporto psicosociale. In questo quadro così complesso, Cuamm rimane impegnato nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere, supportando donne e bambine della Repubblica Centrafricana, e di molti altri Paesi dove la situazione resta critica.

     

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