Lavorare con e nelle comunità i Community Health Workers
Vicini, riconosciuti, ascoltati: così la salute prende radici: gli peratori sanitari di comunità sono ponti tra popolazioni isolate e servizi sanitari

I Community Health Workers o operatori sanitari di comunità, forniscono assistenza sanitaria all’interno delle loro comunità di provenienza. Ricevono un livello di istruzione e formazione formale inferiore rispetto a professionisti sanitari quali medici e infermieri ma sono allo stesso modo importanti per garantire alle popolazioni più vulnerabili e marginalizzate l’accesso ai servizi sanitari di base.
Riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nel 1989, i Chw rappresentano una figura imprescindibile per la salute delle comunità e oggi è proprio l’Oms ad incoraggiare l’integrazione di queste figure all’interno di team multidisciplinari dedicati alla promozione della salute.
I Community Health Workers possono essere uomini o donne, giovani o anziani di ogni estrazione sociale, alfabetizzati o meno. Ciò che davvero conta e che li rende figure indispensabili nella realizzazione di molte attività sanitarie, è l’integrazione e l’accettazione all’interno della comunità che servono. Affinità culturali, comprensione linguistica e prossimità alle persone a cui si rivolgono, fanno sì che i Chw godano di un’imprescindibile fiducia, elemento necessario per costruire quel ponte tra comunità e sistema sanitario che spesso manca in comunità rurali e poco servite.
A rendere ancora più importante il lavoro dei Chw, è la carenza di professionisti sanitari qualificati nelle aree poco servite dell’Africa subsahariana. Sono loro infatti i primi punti di contatto con le comunità più isolate nelle zone di più difficile accesso, dove oggi vive la stragrande maggioranza della popolazione.
I Chw negli interventi Cuamm
I Chw ricoprono da sempre un ruolo cruciale negli interventi Cuamm e il loro lavoro è complementare a quello di professionisti sanitari come medici, infermieri ed ostetriche. I Chw rendono infatti un servizio riconosciuto e integrato in un’ampia gamma di attività come campagne vaccinali e screening ma anche interventi di prevenzione legati in particolar modo alla salute materno-infantile, alle malattie infettive e a quelle croniche. L’approccio Cuamm ha sempre incluso la figura dei Chw nei progetti sanitari realizzati. Dalle campagne vaccinali pediatriche, ai follow-up delle terapie antiretrovirali, dalle azioni di prevenzione e controllo di epidemie agli screening nutrizionali.
Chiamiamo Chw un’ampia gamma di figure che comprende gli operatori di villaggio, le ostetriche tradizionali, i capo villaggi, gli agenti sanitari e i promotori di salute comunitaria.
«In queste comunità manca tutto, non ci sono servizi. Noi veniamo per controllare che le persone stiano bene, per fare sensibilizzazione su alcune malattie ma anche per fargli sapere che in alcuni giorni possono trovare le cliniche mobili e portare ad esempio i bambini a vaccinarsi», ci raccontano Josè e Favores, agenti di salute comunitaria a Sofala, in Mozambico, all’interno del Progetto Unfpa.
Loro si muovono ogni settimana in quattro distretti della provincia di Sofala: Dondo, Beira, Buzi e Nhamatanda per sensibilizzare le comunità più isolate sulle attività sanitarie offerte dalle cliniche mobili. Nella maggioranza dei casi, sono operatori che vengono scelti in collaborazione con la comunità stessa e con i rappresentanti del sistema sanitario a livello locale per garantire quell’accettabilità che è ingrediente fondamentale per la buona riuscita del lavoro. Ricevono poi una formazione di base sui nostri temi di lavoro che includono la salute materno-infantile, le malattie infettive, quelle croniche e la nutrizione e con queste competenze sono in grado di instaurare al meglio un primo contatto con le comunità. Possono quindi identificare dei fattori di rischio e fare delle diagnosi precoci. In alcuni casi possono intervenire direttamente, in altri riferiscono la persona all’unità sanitaria più vicina e si assicurano che questa riceva le cure di cui ha bisogno. Il dialogo è la sfida quotidiana, come emerge dall’esperienza di Graça Faustino, attivista angolana.
«Lavorando come Agente di Salute Comunitaria (CHW), imparo ogni giorno qualcosa dalla mia stessa comunità. È un continuo impegno a dialogare, costruire e coltivare fiducia e, facendo questo, provo grande soddisfazione perché so che stiamo crescendo insieme».
Per poter contribuire in modo efficace alla buona riuscita dei programmi in cui vengono inseriti, i Chw necessitano di formazione continua e di adeguato supporto. Dotare i Chw di strumenti necessari per svolgere al meglio il proprio lavoro è un altro elemento fondamentale. Parliamo di materiale informativo creato ad hoc ma anche dell’ausilio della tecnologia: dotati di telefoni cellulare, i Chw possono collegarsi con i capo villaggio, con le autorità sanitarie distrettuali e anche con i professionisti sanitari dei centri di salute creando così una rete che favorisce la collaborazione su più livelli.