Adesso basta!
La firma di don Dante Carraro all’appello che chiede la fine del genocidio in corso a Gaza: “È un dovere fare rumore”

Carissime e carissimi,
adesso basta! Basta distruzione, basta morte, basta violenza. Dobbiamo gridarlo, suonarlo con le campane e con qualsiasi mezzo, come è stato fatto, rompere il silenzio e fermare questo ineluttabile cammino verso la distruzione e il massacro di innocenti, con il genocidio che è in corso a Gaza. Vogliamo fare rumore, come stanno facendo tanti, credenti e non credenti, uomini e donne di buona volontà, persone di ogni estrazione ed età, e ribadire a gran voce, la richiesta di un cessate il fuoco. Tutti noi condanniamo fermamente la tragedia del 7 ottobre provocata da Hamas, condanniamo con forza ogni forma di terrorismo, ogni guerra, anche quelle dimenticate, ma insieme vogliamo dire “basta” all’uccisione di innocenti.
“Vogliamo la pace!” Lo ha chiesto qualche giorno fa Papa Leone XIV insieme ai giovani di tutto il mondo riuniti in piazza San Pietro per il Giubileo. Forti e chiare sono state le parole che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato di recente: “La situazione a Gaza diviene, di giorno in giorno, drammaticamente grave e intollerabile; speriamo che alle pause annunziate corrispondano spazi di effettivo cessate il fuoco”, ha detto, sottolineando come sia “disumano ridurre alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani”.
“Rompere il silenzio” è quello che chiedono a gran voce, con una petizione pubblicata in questi giorni sul Lancet, alcuni docenti dell’Università di Padova e tanti esponenti del mondo accademico, universitario. Un appello che ho sottoscritto in prima persona e come Cuamm, per denunciare “la grave insicurezza alimentare e il rischio di fame per l’intera popolazione e un’aspettativa di vita alla nascita diminuita di circa 35 anni nel 2024”. È una firma per ribadire che, di fronte alle atrocità che si stanno compiendo, anche se lontano dai luoghi in cui operiamo, è un dovere fare rumore.
Così come è un imperativo morale e un impegno quotidiano concreto per noi, mettere sempre al centro l’Africa e il suo sviluppo e fare ogni sforzo per trovare sentieri di dialogo, di ascolto dell’altro, di accoglienza reciproca e di rispetto. Di tutto questo daremo testimonianza il prossimo 22 novembre a Padova all’Annual meeting del Cuamm. È il nostro modo concreto per unirci a tutti gli uomini e le donne di buona volontà per costruire insieme percorsi di futuro, oltre le appartenenze politiche e ideologiche, sulla strada del dialogo, della comprensione e della pace.
D.Dante