Con l’Africa, per il futuro di tutti
Dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il PhD honoris causa a don Dante Carraro: un riconoscimento che abbraccia tutto il Cuamm e la sua ricerca per la salute globale
«Questo riconoscimento è soprattutto per i tanti colleghi africani che, con pochissime risorse, tanta tenacia e resilienza, continuano a fare la propria parte per le loro comunità».
È con queste parole che don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha accolto il conferimento del PhD Honoris Causa in “Health Science, Technology and Management” da parte della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, avvenuto questa mattina, 30 ottobre, nell’Aula Magna dell’ateneo. Un tributo al lavoro collettivo che, da 75 anni, il Cuamm porta avanti insieme a tanti partner, università, ospedali, operatori sanitari, italiani e africani, per rendere la salute un diritto accessibile a tutti. E che per questo, ci riempie di gratitudine.
Durante la cerimonia, il prof. Michele Emdin, coordinatore del Centro di ricerca interdisciplinare Health Science, ha sottolineato «l’impegno infaticabile in termini umani e sociali a favore e con l’Africa», a partire non solo dalla cura, ma anche dall’investimento nella formazione del personale sanitario locale e nell’attività scientifica, che ha portato negli anni a oltre 250 pubblicazioni, da parte del Cuamm, sui temi della salute materno-infantile, delle malattie infettive e tropicali, della nutrizione e della copertura sanitaria universale.
Ed è da questo impegno, dalla volontà di combinare la fatica con la passione, gli ostacoli con la resilienza, che deriva la motivazione ufficiale del conferimento, letta dalla prof.ssa Milena Vainieri, coordinatrice del PhD:
«Abbiamo conferito il titolo – ha spiegato Vainieri – perché don Dante ha saputo unire la competenza scientifica all’impegno umano, lavorando fianco a fianco con le popolazioni e gli operatori sanitari locali. Ha applicato con rigore il metodo scientifico, sviluppando soluzioni sostenibili e innovative per garantire i migliori esiti, promuovendo la ricerca e la formazione di professionisti africani e italiani. È questo lo spirito del Cuamm, ed è questo il motivo del riconoscimento».
Uno spirito raccontato con profonda partecipazione emotiva dalla Laudatio del prof. Alberto Mantovani, presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca:
«Fare oggi questa laudatio di don Dante significa farla per Medici con l’Africa Cuamm, la più antica organizzazione italiana di sostegno ai Paesi africani. Voglio sottolineare quella piccola, grande preposizione semplice, con: scegliere di essere con i più fragili, scegliere di restare anche quando sarebbe logico ritirarsi. Perché ‘con’ vuol dire fare ricerca insieme, imparare dai giovani africani, dal loro entusiasmo e dalle domande che pongono. Vuol dire che oggi, insieme a don Dante, salgono sul palco tutti coloro che camminano con lui e con il Cuamm, italiani e africani, che sono la nostra speranza comune».
È lo stile che il Rettore, il prof. Nicola Vitiello, si augura possa essere trasmesso a tanti altri giovani dottorandi e dottorande:
«Ho conosciuto don Dante dai suoi scritti e ho sentito tante ragioni per conferirgli questo titolo. È l’esempio migliore per i nostri dottorandi: vogliamo scienziati che spingano oltre la conoscenza, ma anche persone che portino valori positivi, che vogliano davvero cambiare il mondo. Per questo, a nome della Scuola, gli conferisco il titolo di dottore di ricerca».
A conclusione della cerimonia, nella sua Lectio Magistralis, don Dante Carraro ha voluto mettere l’accento sulla strada che ha condotto il Cuamm a questo Dottorato: la ricerca. Fin dal titolo “Ricerca operativa e innovazione frugale: con l’Africa, per il futuro di tutti”, ha voluto spiegare come la ricerca, per il Cuamm, non sia mai stata un esercizio accademico, ma uno strumento di giustizia. Un modo di lavorare che nasce dalla curiosità e dall’urgenza di trovare risposte ai bisogni reali, costruendo conoscenza insieme alle comunità e alle istituzioni locali.
«Qualcuno dice che la medicina dei Paesi poveri è una medicina povera e che non valga la pena investire. Noi diciamo il contrario – ha sottolineato don Dante –. Proprio perché le risorse sono poche, serve ancora più studio, più intelligenza, più collaborazione. Quasi tutti i nostri articoli scientifici contano fra gli autori medici e professionisti africani, per il Cuamm è un aspetto fondamentale e si incarna anche nel senso della frugal research, un’innovazione che nasce dall’essenzialità e dal desiderio di non arrendersi. Sono orgoglioso e riconoscente di dire che crediamo nel futuro dell’Africa. Un futuro che ha voglia di crescere».