Esattamente 10 anni fa a Rumbek, capoluogo di contea dello Stato dei Laghi in Sud Sudan, fotografavo questi ragazzini “seriamente” intenti a giocare. Nemmeno la mia presenza li distrasse. Si trattava evidentemente per loro di pratica assai importante, lo è per tutti i ragazzi alla loro età d’altronde, ma, nel loro caso, l’espressione mi sembrava particolarmente concentrata: si giocava “seriamente”, finalmente. Dopo lunghi anni vissuti nel pericolo e nella precarietà di una guerra civile appena conclusa e che specie i loro genitori avevano conosciuto e subito, si erano rimpossessati del DIRITTO al gioco, un diritto sacrosanto per tutti i bambini. Oggi mentre si avvicina per noi il Natale 2016 laggiù non è di nuovo più così….è tornata prepotente l’instabilità in quei luoghi e l’orologio del tempo sembra aver rimesso indietro le lancette.

Quanta strada ancora da fare, o da rifare, e mi spiego perché nell’era del “tutto accessibile, fruibile e…già vecchio” ci sia ancora la necessità di replicare il messaggio originale del Natale, ogni anno, almeno una volta l’anno, senza paura di ripetersi. Finché i figli di questi ragazzini, ormai grandi, non potranno tornare a giocare “seriamente” lì in Sud Sudan, come altrove, dobbiamo interrogarci su cosa siamo in grado di fare per loro, e ce lo dobbiamo domandare ancora, sempre, perchè la memoria è corta, le promesse si dimenticano e le cose riprecipitano.
Ecco per me un senso del Natale, del Natale di quest’anno.

Buon periodo di Natale a tutti e…buoni pensieri !

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Giuseppe
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