Cuamm Piemonte

la salute è un diritto, battersi per il suo rispetto è un dovere

Incontro informativo/formativo “EMERGENZA EBOLA” aspetti epidemiologici e situazione sul campo

In collaborazione con l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Torino, l’11 marzo alle 17,30 in Corso Francia 8 a Torino, si terrà l’incontro pubblico ad entrata libera che tratterà l’ancora attuale tema dell’ultima epidemia di Ebola.

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    Serve uno sforzo straordinario per continuare ad informare l’opinione pubblica e gli operatori sanitari: combattere l’Ebola in Africa è una necessità non solo per salvare milioni di vite ma anche per fermare il diffondersi di una delle epidemie più gravi degli ultimi anni.
    Medici con l’Africa è presente dal 2012 e ha scelto di restare in Sierra Leone, uno dei Paesi più colpiti dall’emergenza.
    In questi mesi di lotta all’epidemia l’azione si è concentrata su due ambiti: da un lato fornire agli operatori sanitari tutti gli strumenti di protezione di cui c’era indispensabile bisogno; dall’altro identificare e isolare i malati nei due centri di isolamento costruiti dal Cuamm a Pujehun e a Zimmi.

    Ultimo aggiornamento dal campo (Pujehun-Sierra Leone):

    Basta dire Pujehun e strappi un sorriso, adesso, in Sierra Leone. “The first” dice la gente e talvolta ti saluta alzando la mano in segno di vittoria; “Se ce l’avete fatta voi, ce la facciamo anche noi”. Il pericolo “Ebola” non è finito, è sempre in agguato ma sta calando. La gente non vede l’ora di riprendere la vita normale. Da qualche giorno i mercati durante il fine settimana posticipano la chiusura alle 18 e a fine marzo riprenderanno finalmente anche le scuole.
    All’ospedale di Pujehun stanno aumentando le complicanze ostetriche che vengono trattate (da 26 in dicembre a 46 in gennaio), segno che il sistema di ambulanze per il trasferimento delle donne dai centri sanitari periferici, ha ripreso a funzionare e cresce. La gente ha meno paura e viene con più facilità. Mantenere aperto l’ospedale mettendolo in sicurezza è stata sicuramente la scelta che andava fatta e i risultati sono buoni.
    Più che le tante parole o meeting contano i fatti. La gente e le istituzioni lo sanno. E ti chiedono aiuto, anche in altre aree e ospedali. A inizio anno avevo visitato Lunsar: ospedale a nord ovest del Paese, a circa due ore di macchina da Freetown, gestito dal Fatebenefratelli, chiuso da agosto dopo che aveva perso, uccisi dall’Ebola, il dottor Brother Manuel, spagnolo, e sette membri dello staff locale. Brother Micheal, l’amministratore dell’ospedale, oltre agli ambulatori, vuole riaprire ora anche i servizi chirurgico-ostetrici e di ricovero.