Beatrice, ostetrica, per un anno in Angola
Riportiamo qui di seguito l’articolo di Susanna Peraldo, comparso su “Il Biellese” del 10 luglio 2012 riguardante la partenza di Beatrice, ostetrica biellese partita per un anno in Angola, dove seguirà un progetto di Medici con l’Africa Riportiamo qui di seguito l’articolo di Susanna Peraldo, comparso su “Il Biellese” del 10 luglio 2012 riguardante la
Riportiamo qui di seguito l’articolo di Susanna Peraldo, comparso su “Il Biellese” del 10 luglio 2012 riguardante la partenza di Beatrice, ostetrica biellese partita per un anno in Angola, dove seguirà un progetto di Medici con l’Africa
Riportiamo qui di seguito l’articolo di Susanna Peraldo, comparso su “Il Biellese” del 10 luglio 2012 riguardante la partenza di Beatrice, ostetrica biellese partita per un anno in Angola, dove seguirà un progetto di Medici con l’Africa
«So fare solo questo e quindi…».
Beatrice Buratti è di una semplicità disarmante e, al tempo stesso, di un’intensità forte. Trent’anni, di Biella, un lavoro come ostetrica all’ospedale di Novara – dopo esserlo stata a Biella – e una voglia, quella di restituire ciò che ha avuto. «Sono in salute, ho potuto studiare, ho un posto di lavoro…». Da qui la scelta di mettersi in aspettativa non pagata, per un anno e partire. Destinazione? L’Africa, più precisamente l’Angola. Un Paese, l’Angola, dell’Africa centrale (un’estensione di 1.246.700 chilometriquadrati e oltre 12 milioni di abitanti) che Biella ha conosciuto – risvegliandosi quasi d’improvviso – con la notizia della morte della pediatra Maria Bonino (nella foto, colpita dal virus di Marburg, una malattia simile all’Ebola, che si propaga attraverso i fluidi delle persone contagiate.
Era il 24 marzo 2005. E lì, in un cimitero angolano – come da lei richiesto – la pediatra biellese è sepolta. «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto». E questa Verità raggiunge l’umano. E così è stato, anche per Maria Bonino.
«Ho sentito parlare di Maria, ma non l’ho mai conosciuta» spiega Beatrice che tuttavia – per quell’inspiegabile trama che nessuno di noi immagina – va a raccogliere un pezzettino di quella eredità. Anche lei in Angola. Anche lei con Medici con l’Africa Cuamm. Beatrice Buratti non è nuova alle esperienze missionarie. È stata in Kenya e in Tanzania ed ha condiviso il servizio delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea, la cui congregazione è presente a Chiavazza, all’Asilo. «Quell’impegno ho poi cercato di trasferirlo a Biella al Centro Missionario diocesano, con la speranza un giorno di poter fare l’ostetrica. Mi sento utile solo in questo modo» spiega. «Nel 2008 ho frequentato un corso del Cuamm per un’eventuale disponibilità a fare un’esperienza in Africa. Ma sono passati quattro anni senza alcuna possibilità di partire» racconta. «A gennaio si è aperta la candidatura per un posto da ostetrica in Angola; ad aprile sono andata a conoscere il progetto ed è arrivata l’ora di partire… Ma» aggiunge «non parliamo tanto di me, ma del progetto». Ed eccolo, il progetto. Si chiama “Prima le mamme e i bambini” ed è stato pensato per garantire il parto gratuito sicuro a tante mamme in Africa e la cura dei loro bambini. «È un progetto» spiega Beatrice «che Medici con l’Africa Cuamm non ha soltanto in Angola, ma in tutti i Paesi in cui operano. L’obiettivo sarebbe quello di abbattere o almeno ridurre entro il 2015 la mortalità materno-infantile, al momento del parto».
Ogni anno – confermano le statistiche dell’Unicef – più di mezzo milione di donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza o al parto. Altre 10 milioni patiscono lesioni, malattie e infezioni che possono provocare sofferenze per tutto l’arco della vita.
Su 536mila decessi materni stimati nel 2005, il 99 per cento sono avvenuti in Paesi in via di sviluppo, di cui l’84 per cento concentrati in Africa Subsahariana (265mila circa la metà di quelli totali) e Asia meridionale (187mila, 1/3 del totale). Il Paese dove è più pericoloso partorire è il Niger, in cui il rischio di mortalità materna è di 1 su 7, con un divario abissale rispetto al paese dove è più basso, l’Irlanda (1 su 47.600). Africa Subsahariana e Asia Meridionale – fanno ancora rilevare le statistiche – hanno i livelli più bassi di assistenza qualificata al parto e, conseguentemente, anche i tassi più elevati tassi di mortalità materna.
Un mondo così lontano, l’Africa, che fanno strabiliare le statistiche, ma anche le cifre necessarie per garantire un aiuto sicuro. Con 20 euro garantisci un trasporto in ambulanza, con 40 puoi donare a una mamma l’assistenza durante il parto. Ed ancora, con 100 euro si paga un parto cesareo, mentre 250 euro è il costo di una borsa di studio per un’ostetrica. Ma cosa farà Beatrice Buratti in Angola? Si occuperà della formazione delle nuove ostetriche e, sotto questo profilo, della gestione iniziale dell’ospedale diocesano che, appena ristruttuato, sarà specificatamente materno-infantile. «C’è anche una Casa – e questo è un progetto finanziato in parte dalla Fondazione Maria Bonino – di cui dovrò anche occuparmi» spiega.
«È una Casa dove le mamme – quelle che abitano più lontano – vanno circa un mese prima per poter poi partorire in ospedale e non nei villaggi». Insomma, per Beatrice Buratti si apre un nuovo capitolo. «Tornerò a Biella a Natale per una breve pausa e poi ripartirò» spiega. «Ho promesso a tutti che terrò i contatti, ma poi nella concretezza non so… il collegamento internet pare non sia così facile».
E il fidanzato? «Ci siamo conosciuti per l’Africa» risponde, con un sorriso. «È quasi contento…».
Ora è il tempo dei saluti (sabato sera ha incontrato i numerosi amici nella sede della Mensa del pane quotidiano) e della valigia. La partenza è fissata per domenica. Le domandiamo: «Tornando, riuscirai a riprendere la vita a Biella?». Sorride, Beatrice. Chissà… questa è la sua terza Africa.
Ci lasciamo e non si può non pensare che lei fa parte di quel volto bello che esiste, anche in questo nostro tempo.
Gruppi
Medici con l'Africa Cuamm ti è vicino
Segui il Cuamm
Su: