Cuamm Piemonte

la salute è un diritto, battersi per il suo rispetto è un dovere

Accompagnare nel percorso di diagnosi e cura: Sportello di Mediazione Medica

Nel Pinerolese continua l’attività dello Sportello di Mediazione Medica con i suoi medici ed infermieri volontari che seguono immigrati e persone fragili con malattie complesse che i Centri di Accoglienza, i Servizi Sociali e i Medici di Base che li assistono, non riescono a seguire per i tanti, diversi aspetti da tenere in considerazione.

Vista la sua utilità il progetto continua, nonostante sia terminato il prezioso contributo della Regione Piemonte, a carico dell’associazione CUAMM Piemonte e della Diaconia Valdese.

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    L’attività dello Sportello di Mediazione Medica, una delle due branche del progetto “Inserirsi nella propria nuova Comunità” iniziato nel 2021 dall’associazione Medici con l’Africa – CUAMM Piemonte col sostegno di altre associazioni, di USAid e di altri enti del Pinerolese, continua nonostante sia terminato il prezioso finanziamento della Regione Piemonte.
    Finora abbiamo aiutato oltre 20 persone, per lo più immigrate e con problemi di salute “complessi”, a districarsi nel labirinto della Sanità italiana, tra visite specialistiche, analisi varie, ecografie, TAC ed altri accertamenti necessari per arrivare alla diagnosi delle loro malattie, impostare la terapia e poi verificare che questa sia efficace.

    Tutto questo è complicato anche per molti italiani ma per gli immigrati si aggiungono almeno tre altri ostacoli:

    • la lingua italiana, che spesso parlano, leggono e capiscono poco o nulla, per cui cartelli indicatori, fogli con appuntamenti o istruzioni per il ricovero ecc. risultano incomprensibili o fonte di equivoci;
    • i mezzi di trasporto, dato che quasi nessuno di loro ha la patente e tantomeno l’automobile, bisogna accompagnarli o fargli usare i mezzi pubblici non sempre semplici da usare e con i quali si impiegano tempi biblici in un continuo sali e scendi tra l’uno e l’altro prima di raggiungere la meta in tempo per rispettare l’appuntamento;
    • la povertà, per cui bisogna fare molta attenzione a trovare soluzioni gratuite o molto economiche, in questo aiutati da molti colleghi che, pur nei loro studi privati, non si sono fatti pagare (aumentando la nostra stima nel Genere Umano!).

    Con ogni paziente, presentatoci dai Centri di Accoglienza (della Diaconia Valdese, dai Servizi Sociali ma non solo), si inizia con un incontro a domicilio, per conoscere la realtà in cui vive e la famiglia, se ce l’ha, o in un locale messo a disposizione dall’ente che lo presenta. Poi bisogna coordinare i vari attori della Sanità: chiamare le assistenti sociali dei vari ospedali affinché ci sia il Mediatore Culturale giusto al momento delle visite principali; aggiornare, con email e sms il Medico di Base del paziente e i vari Specialisti coinvolti, sui risultati delle visite e degli accertamenti, in modo che tutti siano tempestivamente al corrente della situazione in vista di ulteriori visite e controlli; al Medico di Base vanno anche chieste le indispensabili ricette e impegnative, con relative esenzioni e gradi di priorità; infine bisogna di tanto in tanto relazionare sul caso, per aggiornarne la “cartella clinica digitale”.

    Insomma un’attività abbastanza impegnativa, per cui è stato necessario associare altri sanitari volontari (ormai siamo 7), per lo più in pensione, che prendono in carico uno o più pazienti, accompagnandoli nel faticoso percorso delle cure, senza abbandonarli ma, nello stesso tempo, cercando di stimolarne l’autonomia affinché possano presto proseguire da soli.
    Abbiamo avuto una grande varietà di casi: esiti di una schistosomiasi della vescica, una parassitosi tropicale tipica delle zone dove c’è acqua dolce “lenta” (fiumi, laghi, paludi); epatiti C trattate con successo per il virus ma che hanno sviluppato una cirrosi che in un caso ha esitato in un cancro del fegato, tuttora in trattamento; un caso di AIDS, che quindi dovrà curarsi per tutta la vita; così come dovranno fare varie persone con i molto più comuni diabete, ipertensione, ipotiroidismo e artrite reumatoide; una giovane mamma con glaucoma e cheratocono bilaterale, malattie che portano alla cecità se non adeguatamente curate; un raro caso di scabbia “norvegese”, tipica degli immunodepressi; un giovane vittima di gravi torture nel Paese di origine, ormai segnato nel fisico e nella psiche; due casi di emoglobine anomale ereditarie; abbiamo anche seguito tre gravidanze a rischio, tutte concluse con altrettanti neonati belli e in buona salute.

    Accompagnando queste persone abbiamo incontrato molti medici e infermieri e abbiamo dovuto studiare e approfondire i singoli casi per poter parlare con loro, cercando insieme di trovare la soluzione giusta tenendo conto delle barriere linguistiche, culturali, economiche e geografiche da superare: non per niente a questa attività era stato dato sin dall’inizio il nome di Sportello di Mediazione Medica.

    Accompagnandole nel percorso di diagnosi e cura, abbiamo anche conosciuto queste persone, con le loro dolorose storie nel Paese di origine e nel loro vario percorso per arrivare in Italia, le loro aspettative e speranze, spesso deluse dalla situazione in cui si sono venute a trovare.

    L’attività è stata quindi molto utile e pertanto continuerà. Se si estenderà ancor di più avremo bisogno di altri colleghi, medici e infermieri, che possano prendersi cura di qualche paziente, ma anche di colleghi che, ancora in servizio, possano aiutarci all’interno degli ospedali in cui lavorano, accompagnando al posto giusto i pazienti, arrivati con mezzi pubblici o privati e interagendo con i colleghi che devono visitarli, facendo a loro volta da mediatori: abbiamo già avuto esperienze del genere e funzionano grazie alla buona volontà e pazienza di tutti.
    Quindi, se ci sono medici e infermieri disponibili a prendersi cura di singoli pazienti o a fare saltuariamente da accompagnatori all’interno della propria struttura, possono contattarmi al n. 327 112 6904 per chiarimenti e maggiori dettagli

    Grazie e a presto.

    Dr. Marco Pratesi
    Medici con l’Africa – CUAMM Piemonte