Cuamm Piemonte

la salute è un diritto, battersi per il suo rispetto è un dovere

Testimonianza di Dario Pastore: 7 mesi a Mundri in Sud Sudan

Atterrando a dicembre in Sud Sudan la prima cosa che ti accoglie, oltre ai blindati U.N. ed ai mezzi della Croce Rossa è il caldo umido e asfissiante di Juba.

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    Atterrando a dicembre in Sud Sudan la prima cosa che ti accoglie, oltre ai blindati U.N. ed ai mezzi della Croce Rossa è il caldo umido e asfissiante di Juba.
    Caldo che continuerà ad essere protagonista almeno fino ad aprile obbligando tutti, espatriati e sudsudanesi a fare i conti con la spossatezza dovuta a temperature che regalano notti insonni e zanzare fameliche.

    La bellezza però di vivere in luoghi così difficili è tanta e permette di ovviare alle difficoltà, di essere sempre pronti a risolvere tutte le problematiche che, in un Paese con ancora lampi di guerra all’orizzonte, sono talmente tante e inaspettate da lasciar spesso basiti noi cooperanti.

    Ho avuto la fortuna di vivere un quotidiano fatto di ricerca costante della risoluzione di problemi apparentemente banali, come un cuscinetto rotto di una ruota, ma che richiedono impegno e sopratutto una rete di contatti locali senza i quali il cuscinetto che qualcuno dovrebbe avere in “quella capanna sotto all’ultimo albero di mango del villaggio” non salterebbe mai fuori.
    Non sto, purtroppo, descrivendo un mondo romantico e ottocentesco, ma la realtà di un Paese dove troppe cose non vengono fatte a dovere, sopratutto la politica che, ricordiamolo, dovrebbe essere al servizio delle persone e che mai come in quei luoghi è imprigionata in logiche tribali e clientelari/familiari che rendono la sofferenza delle persone una quotidiana e rassegnata abitudine e dove troppo spesso la violenza è l’unica via conosciuta per ottenere un pur minimo diritto.

    Appena arrivato a Mundri le strade del paese erano vuote, poche persone si arrischiavano a passeggiare…quando il 31 dicembre si sono incontrati i ribelli con i governativi ed è stata sancita la pace nell’area, è aumentato di giorno in giorno il numero di persone che andavano al mercato, che dai villaggi limitrofi venivano in città e nei locali polverosi a bordo strada la musica assordante e distorta emessa da improbabili casse acustiche ha ricominciato a suonare.

    7 mesi non sono poi molti ma mi hanno permesso di conoscere una realtà viva e umana che attende solamente di poter tornare a vivere le giornate come ogni essere umano avrebbe diritto di vivere, in pace!