Cuamm Piemonte

la salute è un diritto, battersi per il suo rispetto è un dovere

Medici con l’Africa Cuamm Gruppo del Piemonte sostiene il programma di rafforzamento del Sistema Sanitario del Distretto di Wolisso, avviato dieci anni fa.

 

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    > L’ospedale di Wolisso:

    L’Ospedale Cattolico St. Luke e l’annessa Scuola Infermieri sono situati nella città di Wolisso, la capitale della Southwest Shoa Zone, Oromia Regional State. Il personale medico è costituito da specialisti di Medici con Africa Cuamm e da medici locali incaricati dalla Chiesa Cattolica Etiope, proprietaria della struttura.
    L’ospedale St. Luke si trova a 120 Km a sud ovest di Addis Abeba e serve una popolazione di 1 milione di abitanti. Nelle relative vicinanze operano altri due ospedali: l’ospedale governativo di Ambo (75 Km da Wolisso) e l’ospedale cattolico in Attat (60 Km da Wolisso); inoltre sono presenti un Government Health Centre (centro di salute governativo), dove operano 5 medici, e diverse clinics (ambulatori privati).

    L’ospedale ha iniziato la sua attività il 1° gennaio 2001 e, con  192 posti letto, accoglie pazienti di medicina generale, chirurgia generale, pediatria, maternità e ginecologia, ortopedia, oculistica; sono a disposizione inoltre ambulatori per pazienti esterni e vengono fornite le seguenti prestazioni:
    – Sanità pubblica
    – Consultorio ginecologico e pediatrico
    – Erogazione di farmaci per i pazienti ambulatoriali
    – Laboratorio analisi, radiologia, fisioterapia
    – Centro di accoglienza per le gravidanze a rischio
    – Centro di rieducazione alimentare.

    L’ospedale è anche un centro di formazione per infermieri diplomati: la Scuola Infermieri Professionali ospita 30 studenti per ognuno dei 3 anni di corso e collabora, con mandato del Governo centrale della Regione, nella qualificazione Infermieri  coloro che già sono  Assistenti Sanitari, permettendo a tanti uomini e donne di migliorare la loro professionalità e lo stato della salute nel paese.

    > Analisi della situazione attuale:
    Nel 2010 sono state effettuate 74.253 visite ambulatoriali, 5.696 visite prenatali, 18.580 vaccinazioni, 9.715 ricoveri, 2.532 parti, 493 cesarei. Al servizio dei pazienti, 171 persone compongono lo staff sanitario qualificato.
    Le cause ricorrenti di ricovero continuano ad essere: parti, infezioni respiratorie, malaria, traumi, tubercolosi,  gastroenterite, febbre, malnutrizione, diarrea. L’ospedale supporta le comunità locali circostanti con attività preventive, es. vaccinazioni, e con la fornitura di acqua potabile attraverso la protezione di sorgenti naturali o la costruzione di pozzi.
    Continuano ad essere in aumento anche le visite ambulatoriali, richieste soprattutto per infezioni acute, patologie legate agli occhi, malaria, infezioni del tratto respiratorio superiore, Hiv.

    > Il nostro intervento:
    Pediatria e Malnutrizione
    La povertà estrema e alcune radicate credenze culturali sono tra le principali cause di malnutrizione e del ritardato accesso ai servizi sanitari, peraltro scarsi e non accessibili (sopratutto per gli alti costi diretti sui pazienti): per esempio, non esporre i bambini alla luce del sole per paura di maledizioni da parte dei vicini di casa provoca gravi conseguenze di rachitismo.
    Per far fronte a questa situazione, l’ospedale St. Luke fornisce servizi di diagnosi e cura a livello ambulatoriale e di ricovero, con una particolare unità di terapia intensiva nutrizionale. L’utilizzo dei servizi da parte dei bambini resta comunque basso rispetto ad altri paesi dell’Africa sub-sahariana: si rende quindi necessario potenziare tali servizi ed estenderli al territorio, sopratutto per quanto riguarda il monitoraggio della crescita, lintegrazione di vitamina A e  D, oltre alla normale attività di vaccinazioni.

    Maternità e gravidanza sicure

    L’accesso a servizi ostetrici qualificati è un altro grave problema se si considera che il tasso di mortalità materna in Etiopia è tra i più alti del mondo. Anche in presenza di complicanze legate al parto, il non accesso o ritardato accesso ai servizi ostetrici provvisti di personale qualificato è legato alla scarsità di tali servizi e alle difficoltà per raggiungerli (spesso si impiegano più di 6 ore a piedi o a dorso di mulo.
    L’ospedale fornisce servizi di clinica prenatale e ostetrici qualificati 24 h/24. Le necessità sono quelle di potenziare e sostenere questi servizi e di estenderli al territorio in modo da inviare le gravidanze a rischio in ospedale assicurando un tempestivo intervento chirurgico, se necessario.

    Ortopedia e Fisioterapia

    Le prestazioni di Ortopedia presso l’ospedale di Wolisso sono erogate dagli ortopedici italiani del gruppo Ortho-CUAMM- Medici con l’Africa che, a rotazione per circa 2-3 settimane ciascuno, a partire dal 2002, assicurano la presenza di uno specialista e relativa attività clinico-chirurgica per tutto l’anno.
    Nel 2004 sono state effettuate 222 operazioni ortopediche maggiori (21% del totale degli interventi) e 120 operazioni minori (16% del totale), metà delle quali sono dovute a traumi (incidenti stradali, colluttazioni, cadute), mentre un altro 30% è legato a patologie infettive (es. osteomieliti).
    Grazie ad un accordo di collaborazione tra l’Università di Padova, l’Università di Addis Abeba e Medici con l’Africa Cuamm, dal 2004 l’ospedale di Wolisso è diventato un centro di insegnamento del Dipartimento Ortopedico della Facoltà di Medicina: da allora gli specialisti Italiani vengono affiancati da uno specializzando dell’ultimo anno della facoltà etiope.
    Nel novembre 2003, è stata allestita una palestra per l’attività di fisioterapia, dotata di una stanza di 6 posti letto per la riabilitazione dei pazienti trattati in ospedale e per quelli in trattamento ambulatoriale che risiedono fuori città.
    Il maggiore problema da affrontare consiste tuttavia nel continuare il trattamento dopo la dimissione dall’ospedale e nell’eseguire con costanza le sedute previste dopo la prima visita ambulatoriale: la lontananza dall’ospedale, la scarsa disponibilità di mezzi di trasporto, la povertà della popolazione in generale ostacolano infatti la continuità delle cure.

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