L’inverno dell’accoglienza: emergenza, asilo e migrazioni
Il gruppo Cuamm Piemonte sottoscrive e supporta la campagna di Melting Pot Europa per la petizione per il rilascio di un titolo di soggiorno ai richiedenti asilo provienienti dal Nord Africa, in seguito agli avvenimenti dell’ultimo anno. “La nostra adesione a questi appelli, che riguardano i nostri fratelli che provengono dall’Africa -paesi con i quali
Il gruppo Cuamm Piemonte sottoscrive e supporta la campagna di Melting Pot Europa per la petizione per il rilascio di un titolo di soggiorno ai richiedenti asilo provienienti dal Nord Africa, in seguito agli avvenimenti dell’ultimo anno.
“La nostra adesione a questi appelli, che riguardano i nostri fratelli che provengono dall’Africa -paesi con i quali da anni lavoriamo per cercare di assicurare diritti fondamentali- è uno dei modi con cui come gruppo del Piemonte ci attiviamo.
Vi invito ad aderire ed a diffondere il seguente appello fra conoscenti amici e colleghi.
Un augurio a tutti di un Buon 2012, sempre convinti dell’utilità di dare testimonianza a favore dei popoli Africani.”
Gigi Conforti – Presidente del Gruppo Cuamm Piemonte
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Leggi e sottoscrivi il testo dell’Appello
Sono approdati sulle nostre coste durante il conflitto in Libia, per fuggire alle violenze o perché costretti ad imbarcarsi su pericolose carrette dalle milizie di Gheddafi.
Oltre 25.000 richiedenti asilo sono ospitati all’interno del Piano di Accoglienza affidato dal Governo alla Protezione Civile.
Centinaia di enti in tutta Italia, con modalità e standard disomogenei, stanno provvedendo alla loro ospitalità al di fuori del circuito del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Ma ogni sforzo, ogni risorsa messa a disposizione, ogni percorso di inserimento, rischiano di risultare vani senza la garanzia di un futuro, senza la prospettiva di un titolo di soggiorno che permetta loro di scegliere se stare o ripartire, se tornare in Libia o al proprio paese d’origine.
Pur provenendo dalla Libia, sono nati in Somalia, in Eritrea, in Ghana, in Nigeria, nel Mali, nel Ciad, in Sudan, in Costa d’Avorio, in Bangladesh o in Pakistan, per questo rischiano di vedere rigettata la loro domanda d’asilo dalle commissioni territoriali che già stanno procedendo al diniego nella stragrande maggioranza dei casi.
I ricorsi, molto onerosi, non saranno comunque in molti casi sufficienti, così, dopo aver subito la violenza delle torture libiche o la minaccia dei bombardamenti, il destino di migliaia di persone rischia di essere l’irregolarità.
Non possiamo permettere che nelle nostre città, nei quartieri e nelle strade che abitiamo, sia ancora una volta alimentato lo spazio d’ombra della clandestinità, consegnando migliaia di donne e uomini allo sfruttamento o ai circuiti della criminalità.
Per questo, chiediamo l’’immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l’istituzione della protezione temporanea (art 20 TU) o le altre forme previste dall’ordinamento giuridico.
Una questione di dignità, di democrazia e di giustizia.
>> Approfondimento esaustivo del contesto dal quale nasce l’appello
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