Chiulo, Angola, marzo 2016
di Agata Bizzocchi
Specializzanda in pediatria
“Perdersi” nella savana dell’ultimo miglio… Dopo giorni di lavoro intenso, decido di uscire e fare una passeggiata! Tutto intorno sa di Africa: gli odori, i versi degli animali, il sole che cala, un gruppo di donne incinte con bambini al seguito che spuntano magicamente dai cespugli. Mi allontano senza paura di perdere l’orientamento: a riportarmi a casa saranno un pezzo di legno bruciato, un termitaio, le mie stesse impronte sulla rossa terra sabbiosa, un baobab, uno steccato che delimita la proprietà di una capanna.
Incuriosita dalle grida di bambine che si rincorrono al di là di quegli arbusti, di quell’erba che ora è alta, vorrei in qualche modo raggiungerle e scoprire come si può essere felici, anche solo per un momento, in una realtà così essenziale, povera!
Già…perché è facile pensare all’Africa come un posto meraviglioso ma se la amiamo veramente dobbiamo prenderla in tutta la sua interezza e non chiudere gli occhi di fronte alle sue difficoltà, quelle che magari siamo abituati a vedere in TV ma non potremo mai capire davvero. Possiamo però immaginarle sentendo raccontare di come un uomo per raggiungere il posto di lavoro debba attraversare tutti i giorni un corso d’acqua che gli arriva alla vita, portandosi gli abiti asciutti in un sacco di plastica.
O ancor di più vedendo una mamma magra e stanca giungere in ospedale con il figlio malnutrito portando con sé un fagotto di pezze che noi considereremmo stracci…quelli invece sono le sue lenzuola, le coperte, gli abiti per il suo piccolo.
Questa mamma conserva l’acqua pulita da bere in una piccola tanica che in precedenza conteneva olio per auto…è tutto quello che ha. O quell’altra mamma a cui si chiede di dare carne, uova, o anche “solo” fagioli al figlio malnutrito, ma lei non ha nulla di tutto ciò… eventualmente solo un po’ di latte di vacca lasciato a cagliare.
Ecco chi sono i veri protagonisti di questa meravigliosa Africa. Protagonisti sfortunati! Sono coloro che veramente la vivono ogni giorno nella sua aspra realtà, costretti a prendere ciò che c’è, o non c’è, senza la possibilità di scegliere di “abbandonare l’impresa”…
Una risposta
Giuseppe Ferro
É una grossa soddisfazione per noi componenti del gruppo piemonte vedere che di tappa in tappa si stiano rinnovando le forze attive sul campo: ci dà forza e speeanza. Ciao Agata, in bocca al lupo.
G