I messaggi

postato in: Udienza 2016 | 14

All’udienza speciale del 7 maggio Papa Francesco ha accolto tutti, per ascoltarci e incoraggiarci a proseguire il nostro impegno nell’ultimo miglio dell’Africa Subsahariana, al fianco di mamme e bambini. Abbiamo partecipato in tanti, insieme a tutti quelli che condividono le nostro sfide, perché il nostro messaggio per Papa Francesco fosse sentito forte e caloroso, con l’Africa e la sua gente.

Ecco alcuni messaggi che voi ci avete ci scritto nei giorni precedenti l’udienza, pensando alle straordinarie potenzialità e agli immensi bisogni dell’Africa.

14 risposte

  1. Jerri bonalumi

    Dopo aver vissuto la giornata dei giovani a roma e aver passato la porta santa in san pietro il mio piu grande desiderio come catechista del gruppo antiochia avremmo un sogno incontrarla a roma ,speriamo che lo spirito santo ci accontenti.Intanto continuiamo a seguirla e a leggere i suoi libri publicati spunto di grandi incontri.Prechiamo per lei.Saluti e baci

  2. Peter Lochoro CUAMM Uganda

    Dear Papa Francesco,

    We are delighted that you give audience to Doctors with Africa Cuamm. We in Cuamm work at the frontline and in some of the most remote and deprived regions of Africa. We have a strong partnership with Catholic hospitals and health centres and we try to make them work in a way to be accessible and remain relevant to their mission of service to the poor. Many of them now are so preoccupied in economic survival and have paid less attention to their original constituency, what can you do to make them realise that being relevant to the mission is more important than being sustainable per se and that if they are relevant they are more likely to be sustainable.

    Peter Lochoro
    CUAMM Uganda

  3. Paolo Bottecchia

    Caro Papa Francesco,
    sono un ragazzo di dodici anni di Vittorio Veneto; non vedo l’ora di venire lì a Roma!
    Questa è la mia seconda volta a Roma, la prima è stata per il Family Day.
    Anche questa volta sarà toccata e fuga ma un giorno vorrei venire e starmene lì per almeno cinque giorni per visitare tutta la città.
    Siamo quattro fratelli dei quali uno è in Sierra Leone con il Cuamm, ma adesso torna a casa per il matrimonio di mio fratello maggiore che si sposerà il 28 Maggio e così ci riuniremo tutti e quattro.
    Aspetto con ansia il giorno della partenza e spero di riuscire a fermi una foto con te anche se so che ci sarà molta più gente di quanto pensassi.
    Ti chiedo per favore di pregare per i miei fratelli in particolare quello che si deve sposare e per tutta la mia famiglia,io intanto pregherò per te, ogni sera, con un Padre Nostro.
    Ti voglio bene!
    Da Paolo B.

  4. Vittorina e Leo

    Verona, 27 aprile 2016
    Caro Papa Francesco,
    stiamo vivendo la vigilia di questa Udienza con grande emozione: vederla, essere lì per l’Africa dopo 12 anni spesi laggiù, ci riempie di gioia e di orgoglio.
    Arrivederci a Roma, preghi per noi.
    Leo e Vittorina

  5. Alba Caterina

    Caro Papa Francesco, ogni mattina prego Gesù, affinché ti dia la forza di seguire le sue orme, e chiedo alla Nostra Mamma celeste di proteggerti.
    Bene, a te che sei un uomo che lotti per la pace, invio una poesia scritta da me.
    Un soldato e la guerra.
    <>, /così gli hanno ordinato./ Ma lui piange e si dispera / tutte le volte che/ la pallottola ha azzeccato./ Il dito sul grilletto,/ ma il cuore implorante:/ <>.Quanti corpi di ragazzi /un po’ cresciuti rotolare nel fango,/ quanti uomini possenti / vacillare e cadere sull’amara terra/ han visto i suoi occhi annebbiati/ dall’assurda logica della guerra./ Ma ad un tratto….<>urla disperato,/ buttando la carabina /sul campo insanguinato.
    Un mormorio gli si leva intorno: <> E un sibilo sinistro / lo colpisce alle gambe/******* Si risveglia in un candido letto/ circondato da braccia fraterne/ <>/ urla disperato./ Ma improvvisamente / un piccolo raggio solare/ entra dalla finestrella /e facendo a lui un inchino,/ gli sussurra all’orecchio:/ <>.
    Caro Papa, questa poesia, in verità un po’ lunga, è dedicata a tutti i soldati di ogni tempo che per “lavoro” sono costretti ad uccidere il proprio simile, e a tutti coloro, medici ed infermieri, che negli ospedali delle zone in guerra curano con fare amorevole i feriti. E’ una poesia di dolore, ma anche di speranza.
    Caro Buon Pastore Francesco, anche tu lotti ogni giorno per salvare il tuo” gregge “, ma sei sostenuto dalle preghiere di tante persone che ti voglio tanto bene.
    Ringrazio sempre il buon Dio che ti ha mandato tra noi.
    Alba Caterina

  6. Marinella

    Caro Papa Francesco, ho iniziato il conto alla rovescia per quel sabato 7 maggio. A Roma ci sarò anch’io con gli amici, i fratelli, le sorelle del CUAMM che seguo da ormai 20 anni. Quel giorno il mio sarà un messaggio di affetto e di stima per quei medici “ostinati”; ma vorrei testimoniare anche la mia condivisione con i tanti drammi dell’Africa. Santo Padre, prega per tutti coloro che da laggiù sognano un futuro migliore affinché possano costruirlo per davvero.

  7. Caro Papa,
    vengo a trovarti con mio marito, che ha molta più fede di me e che talvolta brontola contro il mio agnosticismo.
    Per me sei una grande persona, pieno di spiritualità e di grande spessore umano.
    In realtà il mio pensiero è volto a un ragazzo senegalese, rifugiato, che stiamo ospitando. Ha un tumore all’ultimo stadio e nessuna speranza di vita futura, nonostante sia riuscito ad approdare in questa opulenta e avanzata Italia.
    Vorrei che anche tu gli potessi rivolgere un pensiero di conforto e sostegno, per accompagnarlo nel suo cammino verso l’ignoto.
    Grazie

  8. ANDREA

    Caro Papa Francesco,

    sono lo zio di Eva Maria. All’età di tre anni le è stato diagnosticato un tumore al cervello. Grazie al divino aiuto della Madonna, che abbiamo tanto pregato e che non smetteremo mai di ringraziare, si è trattato di un tumore benigno.
    Eva Maria però porta ancora nel fisico i segni di questa terribile esperienza e avrà forse un futuro più complicato rispetto ad altre bambine, senza dimenticare i controlli periodici ai quali si deve sottoporre, congiuntamente all’ansia che il male possa tornare.
    Noi, la sua famiglia, la aiuteremo con tutte le nostre forze e tutto il nostro amore, sia con la nostra presenza quotidiana che con la nostra preghiera.
    Sarebbe fantastico se la bambina potesse ricevere, sotto qualsiasi forma, la tua benedizione e una tua preghiera.
    Noi chiediamo che la nostra bimba, così come tutti i bambini malati del mondo, possano avere la speranza di guarire e di avere una vita lunga e serena.
    Un grande abbraccio e grazie.

  9. Caro Papa Francesco

    hai saputo , con poche parole, affidarci una ricetta semplice e meravigliosa per vivere meglio insieme, in famiglia, nel lavoro , nelle amicizia : GRAZIE- SCUSA- PERDONO-etc con le quali gratificare e porci in discussione l’un l’altro.
    Si parte dalle piccole cose per aspirare a quelle grandi !!!
    GRAZIE GRAZIE GRAZIE

  10. stefania

    Caro Papa Francesco, rieccoci a te. Siamo venute due volte con la mia bimba a Piazza San Pietro, l’ultima volta lo scorso anno in occasione della giornata della famiglia per i bambini che avevano ricevuto la prima Comunione. Ogni volta è come fosse la prima ed è sempre una gioia che ci riempie il cuore. Questa volta saremo poi più “raccolti” e la mia bimba è davvero entusiasta e spera di poter avere un contatto con te. Anche se la nostra vita non è affatto facile, pensiamo sempre a chi sta peggio e ringraziamo il Signore per tutto ciò che abbiamo e apprezziamo. Io, in particolare, ringrazio il Signore per avermi fatto un grandissimo inestimabile dono: mia figlia che è tutta la mia vita e che nonostante abbia solo 10 anni non mi finisce di stupire e commuovere con tanti gesti quotidiani che mi ripagano di tante sofferenze. Grazie Signore e grazie Francesco per la tua benedizione che ci preservi sempre da tante brutture del mondo! Noi, come sempre, preghiamo per te.

  11. ALBERTO ANDREOLI

    Caro Papa Francesco,
    ho gia’ scritto due lettere, ma non ho mai avuto risposta. Forse non sono state ricevute o questa mia idea vale poco.
    Idea e’ questa:
    concordare con tutti i cristiani una preghiera comune per la pace. Una preghiera da recitare tutti i giorni o almeno alla fine della messa. Tutti dicono la stessa preghiera, le stesse parole accorate per la Pace al nostro Signore. Come un bambino che insistentemente chiede una cosa al genitore, non viene alla fine accontentato?
    Il progetto dovrebbe poi allargarsi anche agli ebrei e ai musulmani, cosa molto difficile per le loro divisioni interne.
    Non sarebbe grandioso, e sopratutto ascoltato, se tutti, cristiani, ebrei, musulmani recitassero la stessa preghiera per la pace? Se non tutti i giorni almeno una volta alla settimana:i musulmani il venerdì, gli ebrei il sabato e i cristiani la domenica?
    Io la mia preghiera per la pace la recito gia’ tutti i giorni, ma sono io da solo.
    con affetto
    alberto

  12. Caro Papa,

    è strano scriverti ma ora che ho la possibilità, anche solo immaginata e mediata da una tastiera, vorrei chiederti di pregare per quella pace così nominata e poco praticata; di aiutarci a tendere una mano a chi soffre, anche quando è lontano come i bambini africani a cui il CUAM dedica così tante attenzioni. Ci vediamo a Roma, speriamo!

  13. Gaia Piccinni

    Caro Papa.
    Qual è il seme dell’Uomo? Non i gameti, in quanto cellule aploidi (cioè con un corredo genetico dimezzato), ma l’uomo stesso, nel suo cammino spirituale.
    Il controllo delle nascite (e la riduzione delle malattie sessualmente trasmissibili) tramite l’utilizzo di sistemi barriera non è una politica in contraddizione con il messaggio di Gesù.
    Quello che conta è dare a ciascun bambino la possibilità di esplorare ed espanrede il proprio potenziale umano e spirituale, cosa più difficile in caso di contesti in cui non sia possibile dedicare tempo e risorse a ciascun bambino.
    Una prole numerosa non aiuta la famiglia a fornire tali risorse.
    Il dilagare di malattie non aiuta le famiglie a fornire tali risorse.

    La spiritualità è un’esigenza umana.
    Antropologicamente parlando, la differenza tra Homo Sapiens ed Homo Sapiens Sapiens è che il secondo ha iniziato a porsi degli interrogativi sulla dimensione non materiale dell’esistenza umana.
    Quand’è che avremo una scienza Sapiens Sapiens?
    Quand’è che riconosceremo l’importanza di ciò che conta nel momento in cui non conta più nulla?
    Nel momento in cui bisogna lasciare tutto quello che è stato fondante per tutte le azioni di una vita intera, si intravede quello che veramente conta. Ci si rende conto che è un aspetto davvero trascurato. Allora sorge la rabbia: perché non mi è stato spiegato prima? A chi spettava il compito di spiegare queste cose? La scuola? la scienza? la religione? A cosa mi sono dedicata per tutta la vita? Quante di queste cose contano davvero? Spero che si inizi un lavoro di collaborazione tra sistemi confessionali differenti per trovare quali sono gli insegnamenti che meglio spieghino in modo semplice ed applicabile nella quotidianità ciò che conta veramente, anche dopo la morte.
    Spero che la comunità scientifica venga coinvolta in tale ricerca. Spero che venga riconosciuto il valore del perdono, della presenza mentale, della pazienza, della mitezza, della visione globale, della solidarietà, dell’amorevolezza per il benessere sociale, mentale ed esistenziale delle persone e delle comunità. Si inizia a parlare di resilienza sociale.
    Si inizia ad aprire alla spiritualità nelle reti delle cure palliative.
    Si inizia a parlare di spiritualità per prevenire il Burn-out.
    La nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente è uno dei compiti affidatoci da Dio. Non sfruttare le sue creature, ma prendercene cura.

    Come descritto nell’Enciclica Laudato Sì.
    Garazie.

  14. Elisabetta Dall'Oro

    Caro Papa Francesco,
    tra le persone presenti il 7 maggio all’udienza, ci saranno anche i miei due bambini, Giulia e Filippo Fratto, i miei due cuori pulsanti, i due regali speciali e perfetti che mi ha fatto il Signore. Quando li guardo vedo che non ho bisogno di altri segni per credere nella Sua presenza: perchè Lui ha letto i miei desideri e Gli è piaciuto accontentarmi. Quando parlo con i miei bimbi vedo che sono un miracolo impossibile da ripetere, sono veramente lo Spirito di Dio rivestito di materia. Caro papà, i miei bambini sono tutto quello che ho di più grande e spero che la tua benedizione rimanga indelebile come un sigillo nei loro cuori e nella loro mente, affinchè operino sempre come vuole Dio.
    Ti voglio bene e grazie per tutto quello che fai, mamma Elisabetta