Mikumi, Tanzania, aprile 2014
di Lavinia Groppi, ginecologa
A Mikumi è tornata la pioggia e con questa la malaria.
In ospedale arriva Aziza una “vecchia” primigravida di 37 anni con in grembo il suo precious baby. Viene ricoverata con le contrazioni e sistemata con il suo grande pancione su di un letto in attesa del parto. Aziza ha la malaria e nella notte iniziano le contrazioni. Cerco di fare il possibile; farmaci, idratazione, preghiera e il giorno dopo Aziza partorisce due gemelli. Il primo muore dopo poche ore e il secondo, con i suoi 1.000 grammi, è troppo piccolo per sperare che ce la faccia. Però urla questo bambino!
Aziza sta ancora molto male per la malaria e per un’anemia secondaria ma, con il bimbo poggiato sul letto, mi chiede di essere dimessa. Scosto il kanga dal viso del piccolo e due grandi occhi vispi mi guardano. «Ah no, Aziza, ci dobbiamo provare, questo esserino vuole vivere!». Mi improvviso allora neonatologa e ribalto l’intero reparto di Maternità.
Dopo due mesi Baby Aziza pesa 2.490 grammi e la sua mamma passa ogni due settimane a trovare lo staff della maternità e a pesarlo.
Ogni volta, finalmente sorridente, entra nella premature room e racconta con orgoglio la sua esperienza alle mamme più tristi.