Wolisso, Etiopia, marzo 2016
di Eleonora Urso
Pediatra
I papà che ho incontrato all’ospedale di Wolisso sono molto teneri con i loro bambini. Spesso sono loro a rimanere in ospedale, mentre le mamme sono costrette a tornare a casa perché magari hanno altri sei figli e la casa a cui pensare.
Quindi i papà restano in ospedale, accudiscono i loro bambini, li coccolano, li abbracciano e non li lasciano mai.
Una volta avevamo un piccolo ricoverato per un problema renale, era accompagnato dal padre, un ragazzo molto giovane. Dopo tre giorni di ricovero, era necessario fare un’ecografia al bambino: lo portiamo nella sala dedicata insieme al padre e a un certo punto questo cade a terra svenuto. Sul momento gli infermieri mi dicono che deve essere rimasto impressionato dall’ecografia, ma a me pare poco probabile. Quindi lo visitiamo. Aveva forti dolori addominali e scopriamo che non mangiava da diversi giorni.
Ci racconta che non aveva soldi: i pochi che aveva con sé li aveva spesi per comprare una medicina che serviva per il bambino.
In questi giorni in cui sono rientrata in Italia penso ai papà etiopi e ai loro bambini; alla loro dignità e alla loro dolcezza.
Speciale Ecard!
Il 19 marzo fai un regalo alle famiglie africane, perché tutti i bambini possano giocare con i loro papà!