LETTURE D’AFRICA

LETTURE D’AFRICA

INTERPRETAZIONI D’AUTORE DAL CONTINENTE

“La letteratura africana è il futuro. Un tempo, per essere considerati parte della letteratura africana, bisognava essere pubblicati nelle collane dedicate agli scrittori africani. Oggi per tutte le migliori case editrici avere uno scrittore africano in catalogo è diventato un must”.

Ben Okri, autore nigeriano

IL PROGETTO

Questo spazio digitale è dedicato alla valorizzazione della letteratura africana da cui è nato il calendario 2023 di Medici con l’Africa Cuamm: un’opportunità per scoprire ogni mese un autore e il suo libro, ma anche per stimolare la curiosità, la conoscenza di mondi diversi, l’ampia gamma dei sentimenti umani. Un invito a vivere il nuovo anno “con l’Africa”!

«Il calendario di Medici con l’Africa Cuamm 2023 segna le cadenze mensili con i volti e le opere di autori provenienti da vari Paesi africani, per ricordare, giorno dopo giorno, l’audace bellezza delle letterature fiorite nel continente con il declino e la fine delle colonizzazioni. Autori e autrici africani di racconti, romanzi e poesie che riprendono antiche tradizioni espressive, con l’artista rimesso al centro della vita comunitaria, e che narrano il presente, con tutte le sue asprezze, sfide e contraddizioni.

Oggi le letterature africane stanno vivendo un giusto periodo di grazia. Dopo aver conquistato i maggiori premi internazionali, si assicurano lettori sempre più attenti grazie a nuove generazioni di scrittori e, soprattutto, scrittrici che propongono una narrativa vivace e disinibita pure sotto il profilo formale, incantando un pubblico vasto e variegato.

Non solo per le culture dell’Africa, niente è meglio di un buon libro per entrare nel vivo della contemporaneità, capirne e gustarne il senso e i valori». (Itala Vivan)

Andrea Mongia, illustratore delle 12 tavole dedicate ad altrettanti capolavori della letteratura africana, con il progetto “Letture d’Africa” ha ottenuto la medaglia d’oro alla 65esima edizione della mostra annuale della Society of Illustrators, nella categoria Institutional.

LA COLLABORAZIONE

“Opere e autori di questo calendario sono il frutto di uno scambio di idee e suggestioni che hanno coinvolto operatori di Medici con l’Africa Cuamm di tutte le generazioni”.

Andrea Mongia

Artista italiano, classe 1989, residente a Roma. Dopo il diploma all’Istituto Europeo di Design, inizia a lavorare come illustratore freelance. Nel 2019 è stato inserito da Forbes nella lista 30 Under 30 – Europe – Art & Culture, che individua i creativi più influenti in Europa. Il suo lavoro è stato anche riconosciuto da The Society of Illustrators, American Illustration, Autori di Immagini e 3×3 Illustration Competition.

Itala Vivan

Accademica e scrittrice italiana, una delle massime esperte italiane di letterature africane e studiosa della produzione culturale dell’Africa, ha firmato l’introduzione.

Ilaria Micheli

Docente di Lingue e letterature africane presso l’Università degli Studi di Trieste, ha curato consigli e approfondimenti raccolti nei paragrafi “Perché leggerlo?”.

«LA TEORIA DEL VOLO»
di Siphiwe Gloria Ndlovu

DICEMBRE

“C’era libertà, persino bellezza, in quel tipo di conoscenza. Era il tipo di conoscenza che ti permette di volare”.

Mentre Imogen Zula Nyoni, alias Genie, che ha doni che trascendono il tempo e lo spazio, giace in coma all’ospedale Mater Dei, la sua famiglia e i suoi amici lottano per venire a patti con la sua morte imminente. Con il più lieve dei tocchi e con una sovrapposizione di bellezza magico-realistica, questo romanzo tratteggia, attraverso le vite di poche famiglie e il destino di un unico pezzo di terra, decenni di storia nazionale (di un paese non precisato dell’Africa meridionale), dall’occupazione coloniale attraverso la lotta per la libertà, alla devastazione provocata dai sojas, dal virus dell’Hiv e dall’uomo stesso. A tratti misterioso e magico, ma sempre onesto, il romanzo esplora i molti modi in cui perdiamo coloro che amiamo prima che muoiano.

«SOTTO L’ALBERO DEL FRANGIPANI»
di António Emílio Leite Couto

NOVEMBRE

“Non ero fatto per feste, chitarrate e tamburi. Inoltre, un eroe è come un santo. Nessuno lo ama davvero”.

Il narratore della storia è Ermelindo Mucanga, ex carpentiere mozambicano, morto senza funerale e senza il conforto dei riti tradizionali, così da assurgere alla condizione di xipoco, anima privata della memoria altrui e condannata alla prigionia della tomba. Il suo sonno eterno, accanto all’albero del frangipani, viene disturbato dalle zappe inviate dal governo di Maputo per riesumare i suoi resti al fine di trasformarlo in un eroe nazionale della resistenza antilusitana. Proprio lui che non vi aveva mai partecipato e che anzi era stato malvisto per l’indifferenza alla causa rivoluzionaria.

«LADRI DI DENTI»
di Djarah Kan

OTTOBRE

“Questi sono i migranti, I sempreinmovimento. Non-uomini e non-donne, con un peso specifico e un’ombra che si allunga sull’Europa”.

Una raccolta che ripercorre storie di furti di nomi e di vite: un tentativo di spiegare l’esperienza nera e italiana dell’esproprio esistenziale, in tutte le sue forme. Non è semplice trovare le parole adatte per descrivere i rapporti tra italiani e stranieri. Così come non è semplice individuare il senso stesso della parola “straniero”, quando quel senso vive dentro confini che la legge e la cultura di adozione non reputano mai propri fino in fondo. “Razzismo” è una parola fraintesa, abusata, rifiutata, che suscita immaginari che nella società italiana sono difficili da guardare. La negazione è dietro l’angolo, la soluzione sfugge.

«IL MAGO DEI CORVI»
di Ngugi wa Thiong’o

SETTEMBRE

“Per lo spirito dei morti, dei vivi e di coloro che ancora devono nascere sgombra le orecchie da tutte le impurità, o ascoltatore, così da poter sentire la mia storia”.

Il Presidente dell’Aburiria, poverissimo paese africano vessato dalla dittatura, soffre di una strana malattia: l’uomo vorace e senza scrupoli che ha instaurato un governo repressivo fondato sulla paura, ora fluttua nella stanza del trono, gonfio a dismisura e incapace di parlare. Può curarlo solo il Mago dei corvi: un giovane stregone. Nel paese esplode la protesta guidata dal Movimento per la Voce del Popolo, di cui fa parte la bella Nyaw ̃ıra, che lotta clandestinamente per i diritti delle donne, per i poveri e la libertà. L’incontro con il mago segnerà per entrambi l’inizio di un’avventura: lei, una sovversiva, è̀ il nemico numero uno del governo; lui invece è ricercato dalle autorità per curare il male del Presidente. Accetterà di piegarsi al potere o preferirà lottare per il suo paese?

«YAKA»
di Artur Carlos Maurício Pestana dos Santos

AGOSTO

“Sento che sempre più mi parla. Ma non capisco”.

Il padre di Alexandre Semedo, condannato per omicidio, viene trasportato dal Portogallo in Angola. Qui esiste la schiavitù e i coloni bianchi uccidono gli africani per la terra. Col passare del tempo, il Paese si unisce per l’indipendenza, contro i nuovi invasori. Alexandre vede quindi perché l’enigmatica statua di Yaka è un simbolo così importante. Un affresco della tarda epoca coloniale e del progressivo avvicinamento all’indipendenza che narra, in cinque parti, l’epopea della famiglia Semedo, dal 1890 al 1975.

«LE COSE CROLLANO»
di Chinua Achebe

LUGLIO

“Non c’è storia che non sia vera. Il mondo non ha fine e ciò che è buono per un popolo è abominevole per un altro”.

Il romanzo intreccia due storie, entrambe legate al personaggio principale, Okonkwo, “uomo forte”, lottatore, nativo di un villaggio Ibo, in Nigeria. La prima disegna la parabola di Okonkwo da leader indiscusso e rispettato all’interno della comunità, a eroe oltraggiato; la seconda storia, nella trasparenza della prima, racconta lo scontro tra due culture, l’irruzione degli europei, e il crollo della civiltà in cui Okonkwo era cresciuto. Nella vicenda personale di Okonkwo riconosciamo l’ancestrale, tragico conflitto tra l’individuo e la collettività che vivifica tutta la grande tradizione letteraria; e nella denuncia del conflitto tra due culture rintracciamo le radici di percorso storico che, in questi anni, sta stravolgendo la nostra cultura. Il titolo originale del romanzo, “Things Fall Apart” è tratto dalla poesia “The Second Coming” di W. B. Yeats.

«LA PROMESSA»
di Damon Galgut

GIUGNO

“L’apartheid è finito, ecco, adesso moriamo l’uno accanto all’altro, in stretta vicinanza. È solo la parte del vivere che dobbiamo ancora risolvere”.

In una fattoria del Sudafrica, una donna in punto di morte fa promettere al marito che donerà la loro proprietà alla domestica, una donna nera che l’ha assistita amorevolmente durante la malattia. La figlia più piccola sente la conversazione fra i genitori e da quel momento inizierà a combattere contro l’ipocrisia del padre e degli altri familiari, che non hanno alcuna intenzione di dare peso a quella promessa. La storia segue la frammentazione di una famiglia che è la stessa di un paese ambiguo e pieno di contraddizioni.

«QUESTO CORPO IN LUTTO»
di Tsitsi Dangarembga

MAGGIO

“Quando eri giovane e con spirito combattivo, coltivavi pannocchie nel campo di famiglia e le vendevi per raccogliere fondi per le tue tasse scolastiche, non eri la persona che sei diventata. Quando e come è successo?”.

Il romanzo sugli ostacoli affrontati dalle donne dello Zimbabwe pone una domanda: dove vanno a finire le vite quando ogni speranza è svanita? “Questo corpo in lutto” continua la storia di Tambudzai, protagonista dell’acclamato primo romanzo di Tsitsi Dangarembga, “Condizioni nervose”. Dopo aver lasciato un lavoro senza uscita, Tambu si ritrova a vivere in un fatiscente ostello della gioventù nel centro di Harare. Ad ogni passo, si trova di fronte a una nuova umiliazione. Come ultima risorsa, accetta un lavoro di ecoturismo che la riporta alla povera fattoria dei suoi genitori. Un ritorno a casa che culmina in un atto di tradimento.

«BALLATA D’AMORE AL VENTO»
di Paulina Chiziane

APRILE

“Tu sei stato per me vita, angoscia, incubo. Ho cantato per te ballate d’amore al vento. Per me eri il mare e io il tuo sale”.

Una storia d’amore tra Sarnau e Mwando, un rapporto travagliato di incontri e separazioni di cui è la stessa Sarnau a delineare la traiettoria. Mwando, un ex seminarista di religione cristiana, abbandona Sarnau incinta per sposare la donna a lui assegnata dalla famiglia, mentre Sarnau è scelta come sposa del re della tribù a cui appartiene. Il destino le riserva un matrimonio poligamico: nonostante la vita di agiatezza, degna di una vera regina, condivide il marito con altre cinque mogli e sopporta le ingiurie e l’invidia delle donne di corte. L’incontro insperato con Mwando decreta la discesa sociale di Sarnau verso l’estrema povertà di Mafalala.

«AMERICANAH»
di Chimamanda Ngozi Adichie

MARZO

“Aveva l’intricata, urgente, irrequietezza di chi credeva che il fato gli avesse per sbaglio assegnato un posto al di sotto del suo vero destino”.

Ifemelu ha una borsa di studio a Princeton ed è l’autrice di «Razzabuglio», un blog di largo seguito che denuncia con pungente leggerezza i pregiudizi diffusi negli Stati Uniti. Ne ha fatta di strada da quando, tredici anni prima, appena arrivata dalla Nigeria, faticava a pagare l’affitto e si sforzava di adeguare accento e aspetto agli standard americani. Eppure c’è qualcosa che Ifemelu non riesce a dimenticare: Obinze, il ragazzo voluto fin dal primo istante e lasciato senza una spiegazione, con un taglio netto frutto della vergogna. Contro il buon senso e il parere di tutti, Ifemelu sale su un aereo per Lagos per riprendere il filo di una storia interrotta.

«SULLA RIVA
DEL MARE»

di Abdelrazak Gurnah

FEBBRAIO

“È così diverso qui che sembra che una vita sia finita e adesso ne stia vivendo un’altra. Forse per questo dovrei dire di me che una volta ho vissuto un’altra vita da un’altra parte, ma adesso è finita”.

Il romanzo ruota attorno a due protagonisti. Il primo è Saleh Omar, un sessantenne che si presenta all’aeroporto di Londra con un visto non valido per chiedere asilo. Finge di non parlare inglese e, inizialmente, Omar è solo una spugna pronta ad assorbire tutto ciò che lo circonda. L’assistente sociale che lo prende in carico chiede la consulenza di un esperto di kiswahili: l’uomo interpellato è il professor Latif Mahmud, il figlio dell’acerrimo rivale di Omar. Da anni lontano da casa, Latif ricorda bene Omar ed è combattuto: dal profondo del suo cuore sale un risentimento difficile da gestire, eppure la rabbia si scarica in una spontanea e strana cortesia. Sembra quasi naturale dialogare, scambiarsi opinioni e comprendere.

«LA VIA
DELLA FAME»

di Ben Okri

GENNAIO

“Possiamo ri-sognare questo mondo e rendere il sogno reale. Gli esseri umani sono divinità nascoste a se stesse”.

Azaro, il protagonista, è un abiku, uno spirito bambino destinato a morire e a rinascere più volte, perché sempre attratto dal magico mondo degli spiriti che tutti dimentichiamo nascendo. Attraverso i suoi occhi, Ben Okri racconta la storia dell’Africa dei nostri giorni, di un Paese nel quale la violenza politica sembra annunciare il fallimento di ogni speranza. Una metafora che unisce perfettamente naturale e soprannaturale, fondendo realtà e sogno, così da rendere indistinto ogni possibile confine. Il romanzo è stato fonte di ispirazione per il testo del singolo «Street Spirit (Fade Out)» dei Radiohead.

L’INTERVISTA ALL’ILLUSTRATORE

Andrea Mongia

Conoscevi la letteratura africana anche prima di lavorare a questo progetto o è stata una scoperta?

«Purtroppo la conoscevo soltanto da lontano, come tanti avevo letto del premio Nobel per la letteratura ad Abdulrazak Gurnah nel 2021 e mi ero promesso di approfondire. Questo lavoro mi ha dato modo di farlo, spalancando una finestra su un mondo difficile, complesso e sfaccettato».

Qual è il titolo, tra quelli inseriti nel calendario, che ti ha incuriosito di più e che consigli di leggere?

«Non è una risposta affatto facile perché, addentrandosi tra i dodici titoli, si scoprono realtà tanto diverse quanto affascinanti. Se dovessi scegliere un solo titolo suggerirei “La via della fame” di Ben Okri per il modo in cui la realtà, dura e spietata, e la tradizione spirituale dei Yoruba, si fondono in una sola narrazione, a tratti surreale».

Quali sono state la tavola più facile e quale la più difficile da disegnare e perché?

«Più che una tavola in sé, la cosa più difficile è stata creare belle immagini che potessero raccontare i libri senza essere troppo pesanti o, al contrario, banalizzarli nel contenuto. Tra i vari approcci, alla fine ho optato per una via metafisica che si adatta bene ai diversi temi, ed una palette cromatica fatta di contrasti molto vivaci, che se da un lato ricordano le cromie africane, dall’altro trasmettono perfettamente la forte carica emotiva dei libri».

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