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Africa e cambiamenti climatici

Prende il via oggi, a Dubai, la COP28, la Conferenza globale sul clima, proposta dalle Nazioni Unite, che fino al 12 dicembre vedrà impegnati in dibattiti e confronti oltre 70.000 delegati e 140 capi di Stato. Un vertice internazionale che quest’anno si trova già al centro di tante polemiche e riflessioni contrastanti, ancora prima di partire. Quello che a noi sta a cuore è portare la voce delle comunità africane, le più colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici e per la prima volta, anche il Cuamm sarà presente al vertice con una delegazione. Due i temi principali al centro della conferenza: un bilancio di quanto realizzato – ancora troppo poco – in attuazione dell’Accordo di Parigi (che chiede di limitare il riscaldamento globale a +1,5°C) e la realizzazione di un fondo per sostenere i paesi poveri più danneggiati dal cambiamento climatico. L’Africa, si sa, è uno dei continenti più minacciati e colpiti. Le conseguenze si toccano con mano negli ospedali e nei reparti malnutriti, dove i numeri parlano da soli. Per contribuire alla riflessione, riproponiamo alcuni approfondimenti su Africa e cambiamenti climatici pubblicati negli ultimi anni, nella rivista “Salute e sviluppo”.

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1 dicembre: Giornata mondiale contro l’Aids

«Chi viene stigmatizzato si sente inutile e quando si tratta della famiglia si sente più un ostacolo. Questo provoca un’autostima bassissima. Si arriva anche a trascurare quelle piccole azioni che ti permettono di guadagnare qualcosa, senti di non valere nulla e non senti il bisogno di continuare, nemmeno con le medicine». Joyce, dalla Tanzania.

Domani, 1 dicembre, nella Giornata mondiale contro l’Aids, Medici con l’Africa Cuamm vuole richiamare l’attenzione su quello che, nella maggior parte dei paesi dell’Africa sub-Sahariana resta ancora oggi un vero dramma. In Africa, a essere più colpite, sono per lo più le donne e le ragazze. Dal Mozambico, all’Etiopia, passando per l’Uganda e la Tanzania, l’impegno del Cuamm, insieme alle comunità locali, è quello di combattere lo stigma e arginare un’epidemia che nel 2022 ha registrato 25,6 milioni di persone con Hiv e 660.000 nuove infezioni, solo in Africa.

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