Quella mattina la mamma di Bidal ha capito che suo figlio aveva bisogno di aiuto, la sua fronte scottava, così non ci ha pensato due volte, ha preso lui e il fratellino più piccolo e ha camminato per ore verso l’ospedale di Lui per farlo visitare, come aveva sentito dire dal team della clinica mobile che era passato nel suo villaggio. La storia di Bidal è uguale a quella della maggior parte dei bambini sotto ai 5 anni che arrivano in ospedale ogni giorno, a raccontarla è Elena Gelormino, medico Cuamm, impegnata in attività di sanità pubblica in Sud Sudan: «Quando hanno raggiunto l’ospedale, la mamma era stanchissima, ma non si è mai lamentata. Aveva portato con sé Bidal e il fratellino di appena qualche mese di vita. Era molto preoccupata per la salute di suo figlio». Il verdetto era chiaro: kwashiorkor (malnutrizione) e bisognava intervenire tempestivamente.
Negli ospedali in cui il Cuamm opera, arrivano sempre più bambini come Bidal, soprattutto a causa di questa grave crisi globale che sta colpendo così duramente l’Africa. Aiutaci a dare una speranza di vita ad ogni bambino malnutrito che incontriamo nel nostro lavoro quotidiano in Africa.
|